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Giustizialisti e Impresentabili: 23 marzo 2013

Creato il 24 marzo 2013 da Pane & Rose

di Assunta Viteritti.

due papi
Certo oggi a Roma (e dintorni) ne sono successe di cose! E magari tanti, impegnati a fare shopping o impediti nel traffico, non si sono accorti di nulla, tranne che dei loro affari personali. Andiamo con ordine. Nella mattinata l’evento già narrato come storico è stato l’incontro tra Francesco e Benedetto: due papi che pregano insieme a Castel Gandolfo. Mai in vita due papi si erano incontrati, così dicono tv, giornali e web, anche se, a dire il vero, di sicuro Celestino V e Bonifacio VIII si saranno incontrati, non fosse altro per il fatto che il secondo ha carcerato il primo dopo la rinuncia, ma quella è storia del medioevo, non ci riguarda. Senza divagare. Sempre nella mattinata nella Basilica romana di Santa Sabina si sono svolti i funerali del più veloce di tutti, il campione Pietro Mennea a cui ha partecipato commosso tutto il mondo dello sport mentre nella Basilica di Santa Maria degli Angeli si sono svolti i funerali del capo della polizia Antonio Manganelli, a cui hanno partecipato politici, ministri e folla commossa. E questa era la mattina: chiese piene di (giusta) commozione e papi che pregano insieme.

folla SS apostoli
Andiamo al pomeriggio. Questo è iniziato con elicotteri nel cielo del centro della capitale, e non era papa Francesco di ritorno da Castel Gandolfo. Gli elicotteri facevano la spola per tutto il pomeriggio tra Piazza del Popolo e Piazza SS Apostoli. Le due piazze distano meno di un chilometro in linea d’aria, 15 minuti a piedi. Piazza del Popolo già dalle 15 era stata invasa dal popolo di Silvio mentre Piazza S.S. Apostoli, verso le 17 si è popolata di certa parte di popolo di sinistra, quel che resta di Rifondazione confluita dentro Rivoluzione Civica. Insomma, gli Impresentabili da un lato e i Giustizialisti dall’altra. Non sono andata nella piazza degli impresentabili, diciamo che ho preferito dare una mezza occhiata alla piazza dei comunisti. Piazza SS Apostoli non è piazza del Popolo e certo le facce dei comunisti in piazza (tutti ben sopra i 50) non sono così leggiadre e scanzonate come quelle degli amanti di Silvio, ma possiamo dire che era piena, io c’ero. Ho resistito poco però, meno di 1ora, poi sono andata via e non solo per la calca e il frastuono degli elicotteri sopra la testa ma soprattutto perché mi annoiavo. Forse mi sarei divertita di più se fossi andata a Piazza del Popolo, o forse mi sarei incazzata di più, non lo so. L’iniziativa della sinistra che non è entrata in Parlamento era animata dalla rivista MicroMega. La scelta è stata quella di leggere alcuni articoli della costituzione ma l’intento della piazza era tutto volto a sottolineare l’ineleggibilità di Silvio Berlusconi (che intanto faceva il suo comizio a poche centinaia di metri di distanza immerso nelle bandiere azzurre e n
piazza del popolo
egli slogan tanto sfolgoranti quanto inascoltabili e illeggibili…). Sul palco di SS Apostoli si sono alternati un certo numero di giornalisti e intellettuali e tutti oscillavano, tra gli applausi ininterrotti, tra un attacco al M5S e uno al PD (bersagli entrambi troppo facili di questi tempi). Lidia Ravera (pare ministro in pectore nell’elenco di Bersani) ha recitato il primo articolo e poi dopo è toccato a Furio Colombo, poi a Moni Ovaia, poi il giovane politico Gianfranco Mascia (che ora dopo la maglia viola ne porta una rossa) e poi, sorpresa non prevista dal programma ufficiale (o forse semplicemente non avevo capito io), sale sul palco Antonio Ingroia. Applausi a dire basta, capisco che il tipo ha ricominciato la sua campagna elettorale, dato che la prima non gli è riuscita molto bene.
Loro qui a piazza SS Apostoli non ci stanno a farsi chiamare giustizialisti e quegli altri a piazza del Popolo non ci stanno a farsi chiamare impresentabili, ma intanto gli appellativi camminano e così saranno entrambi ricordati dalla storia (speriamo ancora breve). Come la penso? Si tratta di due forze che rivendicano, in modo diverso, la loro identità (pensa un poco che coraggio!). Gli amici di Silvio forse addirittura più orgogliosamente di questi altri (che poveri sono pure fuori dal Parlamento). Si fronteggiano a una distanza di 700 metri, urlano cose diverse, entrambe le piazze sono animate da folgorante purezza morale (pensate un poco!). Dal mio punto di vista sono entrambi quanto di più vecchio ci sia in questo paese e quanto di più lontano dal futuro di cui abbiamo bisogno. Oggi è pure il primo giorno di Bersani incaricato da Napolitano (povero Gargamella direbbe qualcuno), oggi SEL e il M5S sono andati in Val di Susa per il sit-in no TAV (uniti nella lotta divisi nella vita). Insomma ognuno è impegnato nei suoi guai. Per il resto, Cipro è alle porte, siamo già tutti più poveri, le aziende italiane sono diventate bravissime a delocalizzare nei paesi dell’est e in Cina, le menti migliori cercano spazi all’estero (e li trovano pure). Fino ad ora tutto bene, finché non arriva lo schianto.

stessiIdeali
Morale della favola? La democrazia e’ una cosa bella, c’è spazio per tutti, anche per quelli che la intralciano, anche per quelli che la predicano da palchi stanchi, anche per quelli che non sanno reinventarla, anche per quelli che l’hanno inquinata. Si, purtroppo c’è spazio proprio per tutti, e non possiamo certo lamentarci di questo. C’è però bisogno di generatori di nuova e inedita Democrazia, bisognerà “farla” nelle nostre vite quotidiane, e anche velocemente, prima che nei palazzi e nelle piazze. Questo e’ la sfida, per ognuno/a. Io non lo so come si fa, bisogna inventarsi modi e farsi venire il coraggio.

Ho letto con interesse l’articolo Familismo Amorale dell’amico Angelo Algieri sul blog  A Gonfievele  e temo che su molte cose Banfield abbia ancora ragione, ma forse oggi la questione è anche più complessa. L’amoralità di cui parlava Benfield ha divorato in questi anni, come un blob, buona parte del tessuto della democrazia (sul piano locale e nazionale) e ha dissipato risorse, menti e economie. Ma voglio ancora pensare che ci siano uomini e donne capaci di pensare ed agire in altri modi, la democrazia (quella capace di sfidare se stessa) va reinventata ad Acri e in Italia (dentro e fuori i palazzi). I prossimi mesi parleranno anche di questo.

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