Che cosa serve per viaggiare? Quando comincia un viaggio? è necessario prendere un aereo o basta semplicemente lasciarsi la porta di casa alle spalle?
Un viaggio che è un viaggio parte da un’idea. Non servono ore di macchina, biglietti aerei per partire. Basta solo un po’ di curiosità e lo spirito del pellegrino che fa di ogni momento una meraviglia.
Il viaggio più low cost che abbia mai affrontato è stato visitare la mia città d’adozione, Glasgow. Certo, ci vivo ormai da alcuni anni, ci esco la sera, la so girare in macchina senza troppi problemi, ma non l’ho mai davvero visitata. Questa mancanza è dovuta al fatto che troppe volte si danno per scontate le cose che abbiamo a portata di mano, quelle che pensiamo siano nostre e non ci verranno mai tolte.
WRONG.
Mi sono accorta un giorno che tra tutti i posti che ho visitato in Scozia, Glasgow è la città che conoscevo meno. E un po’ me ne sono vergognata, perché in fondo è come rispecchiarsi nella summa delle mie mancanze: mi sono concentrata così tanto sull’altro da me che mi sono dimenticata che anche io ci sono. Come Glasgow, insomma.
Sabato scorso di buon’ora, dopo il mio buon caffè italiano, ho deciso di diventare turista della mia città e ho stilato una lista di luoghi da vedere e localini da provare cercando di spendere il meno possibile senza lesinare sulla qualità.Ho deciso di spendere un budget di 30 sterline (circa 40 euro) per vedere quanto cose sarei riuscita a vedere prima di spenderle tutte.
La mia prima tappa è la Cattedrale di St Mungo, una delle poche cattedrali sopravvissute allo scempio della Riforma. Costruita intorno al XII secolo, nella sua cripta e’ conservata la tomba di St Mungo, patrono di Glasgow, che fece costruire la primissima chiesa proprio qui intorno al VI secolo. La maestosità delle colonne e la luminosità delle vetrate mi hanno profondamente colpita e mi hanno confermato che Glasgow e’ davvero una città interessante e che era finalmente ora che mi decidessi di scoprirla. (Costo: 0. Budget: £30, intatto.)
Appena uscita dalla cattedrale, e’ quasi doverosa una passeggiata per i sentieri della Necropoli con le sue statue vittoriane e la sensazione spettrale di camminare in un’autentica città dei morti. In cima, l’imponente monumento di John Knox, massimo esponente della Riforma in Scozia. Mentre passeggio, leggo sulle tombe i nomi delle persone che qui dormono indisturbate, immaginando le loro storie, le loro vite interrotte come cantava De Andre’ ne La Collina, tratta dall’Antologia di Spoon River di E. Lee Masters. (Costo: 0. Budget: £30, intatto.)
Il Museo adiacente alla cattedrale, oltre ad una sintesi sulla storia di Glasgow e delle religioni in generale, offre una bellissima vista sulla Necropoli. (Costo: 0. Budget: £30, intatto.)
Mi sposto verso il centro della città, non e’ ancora ora di pranzo, ma un piccolo stop dopo tanto camminare ci sta bene. Passato il Toolboth Steeple, luogo delle impiccagioni pubbliche della città e una delle ultime vestigia medievali di Glasgow, percorro Trongate quasi fino in fondo quando la strada incrocia Buchanan Street, la via dello shopping. Mi fermo prima, ed entro in un vicoletto difficile a distinguersi nel caos cittadino ma che cela uno dei mille segreti di Glasgow, uno dei più antichi pub della città: lo Sloan, il posto ideale per gustarsi un caffè o una mezza birretta all’aperto e poi gironzolare tra le bancarelle del mercatino sulla piazzetta. Il pub e’ nato sul finire del ’700 e ogni venerdì sera offre agli amanti del ballo l’opportunità di cimentarsi nel tipico ceilidh, un incontro di musica folk gaelica e danze frenetiche. Non c’è problema se non si sa ballare: i suonatori spiegano i vari balli passo per passo e quando parte la musica, beh, c’è solo da seguire gli altri, muoversi e divertirsi. Nonostante la mia proverbiale goffaggine, ci ho provato ed è stato bellissimo nonché esilarante. (Costo: £1.50, un caffè. Budget:£28.50)
Continuo la mia gita nel centro città, risalendo Buchanan Street verso la congiunzione con Sauchiehall Street: a sinistra mi osserva dall’alto il pavone in ferro battuto di Princes Square, uno dei tanti centri commerciali nel cuore di Glasgow.
Proseguo fino al Lighthouse, il centro scozzese per il Design e l’Architettura. Al suo interno, la collezione permanente del più conosciuto architetto scozzese, Charles Rennie Mackintosh. Il costo per la visita e’ di £5, e un giretto lo farei, se piovesse… Ma c’è il sole: e anni di Scozia mi hanno insegnato che se non piove, allora bisogna godersi la giornata all’aperto il più possibile.
E poi ho già deciso di dedicarmi al GoMA, la galleria d’arte moderna di Glasgow, famosa non tanto per le sue installazioni, quanto per il monumento a Wellington con il suo cono spartitraffico in testa. La galleria e’ gratuita, e capisco subito il perché: nonostante non sia molto portata per l’arte contemporanea, la sua collezione mi pare davvero scarna e abbastanza insulsa. Peccato, sarebbe stata una bella occasione di imparare ad apprezzare qualcosa che non conosco affatto. (Costo: 0, Budget: £28.50).
Accanto alla galleria si trova la piazza più grande di Glasgow, George Square. Monumenti ai personaggi significativi del Regno Unito e soprattutto della Scozia, come la regina Vittoria, James Watt (quello del vapore, scozzese di Greenock), Robert Burns (il famoso Bardo di Scozia, di Ayr), Walter Scott (figura politica e romanziere scozzese), nonché l’imponente cenotafio a memoria dei caduti della Grande Guerra, attorniano la spaziosa piazza e la rendono punto di incontro ideale per turisti e autoctoni.
La fame comincia a sentirsi, allora decido di recarmi ad uno dei miei punti di ristoro preferiti in centro, gustoso, accogliente ed adatto alle mie tasche: il Rumours Kopitiam al 21 di Bath street. La cucina malese è di stampo orientale, simile alla cinese, gusto che apprezzo molto, ma più raffinata, e le porzioni sono abbondanti. Ordino un primo piatto di Mee Goreng, un piatto malese di noodles con gamberetti e calamari, e una birra Tsing Tao. Il costo totale si aggira sulle £11.90 sterline, e ne lascio circa due di mancia. Soddisfatta, ora non mi aspetta che un gustoso dessert. So già dove andare per quello. Mi alzo e sono subito in strada. (Costo: £14. Budget: £14.50).
Proseguo per Bath Street e poi svolto per Sauchiehall Street per poi continuare la mia strada fino al 217 di Sauchiehall street. Sono le 15.30, ho tutto il tempo del mondo prima che chiuda alle 17. Entro dalla porta e con un salto temporale lungo un secolo sono immersa nella Belle Epoque, nel suo stile decorativo cosi’ immediatamente riconoscibile: e’ la Willow Tearoom di Sauchiehall Street, progettata dall’architetto Charles Rennie Mackintosh. Le sue sale sono davvero eleganti e mi sento quasi a disagio per i miei jeans e maglietta, cosi’ troppo informali. Lo so, non c’è dress code, non è necessario essere ben vestiti per entrare in questo caffè, ma tant’è. Mi siedo e ordino una fetta di torta di fragole e un buon te Assam. Me li gusto con vero piacere: anni e anni in questa città e mai avevo provato questa caffetteria così fuori dal tempo. Ci devo portare Valigia Blu, assolutamente. (Costo: £5.05. Budget: £9.45. Totale spesa: £20.55).
Sono arrivate le 17, la caffetteria chiude e, data la stanchezza, si chiude anche la mia piccola avventura.
Sono felice. Per la prima volta, turista nella mia città; è una sensazione strana e piacevole: ho questa meravigliosa città a portata di mano, ogni volta che voglio.
Non me la farò più sfuggire, promesso.
Un saluto,
Valigia Rossa