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Glaucoma, probabilmente

Creato il 01 gennaio 2015 da Malvino
Vero è che «senectus ipsa est morbus», ma nel suo discorso di fine anno Giorgio Napolitano ha fatto cenno, seppur vago, a specifiche «limitazioni e difficoltà», dicendole «crescenti», sicché è del tutto naturale che uno si chieda quali possano essere. Io tenderei ad escludere problemi al sistema nervoso centrale, peraltro tanto comuni alla sua veneranda età: tranne qualche inceppamento nell’eloquio, che capita pure ai trentenni, m’è sembrato un poco affaticato, ma discretamente lucido. Io direi si tratti di glaucoma, la patologia che porta a una progressiva riduzione del campo visivo periferico. In pratica, il soggetto affetto da glaucoma vede bene solo ciò che è al centro del suo campo visivo, e tutto attorno è come non ci fosse niente. La cosa dev’essere iniziata fin dal giorno che ha messo piede al Quirinale, nel 2006, almeno così pare suggerirci quando rammenta che ha sempre avuto come primario interesse «il reciproco riconoscimento, rispetto e ascolto tra gli opposti schieramenti, il confrontarsi con dignità nelle assemblee elettive, l’individuare i temi di necessaria convergenza nell’interesse generale». Nel 2006, si sa, il campo visivo di un soggetto sano era quasi interamente occupato dal centrodestra e dal centrosinistra, ma presto il bipolarismo è andato a farsi fottere, e i due schieramenti si sono sempre più ristretti. E più si restringevano, più si accostavano. E più si accostavano, più si restringevano. E nel farlo, come è naturale per una destra che si voleva centrodestra e per una sinistra che si voleva centrosinistra, convergevano entrambe al centro, sempre bene in vista al nostro amato Presidente della Repubblica, cui il glaucoma non consentiva di vedere che intanto astensionismo, M5S e Lega riducevano il Pd e Forza Italia a poco più di un terzo degli aventi diritto al voto: niente, tutto lo scenario politico che rientrava nel suo campo visivo – maggioranza e minoranza – erano il Pd e Forza Italia, gli «opposti schieramenti». Nessuna perplessità sul fatto che gli accordi sottobanco non li rendessero poi tanto «opposti», se non in favore delle rispettive tifoserie. Nessuna preoccupazione riguardo al fatto che oltre a «riconoscimento, rispetto e ascolto» finissero addirittura a raggiungere l’orgasmo simultaneo nel realizzare pezzo dopo pezzo, qui con reciproca desistenza, lì con accordo bipartisan, il Piano di rinascita democratica di Licio Gelli. Gli «opposti schieramenti» erano quelli, e tutto attorno zero, il buio, il niente. Sia chiaro, non è che, oltre al Pd e a Forza Italia, d’attorno ci fosse e tuttora ci sia poi chissà cosa. Ammesso e non concesso, tuttavia, sia solo cacca, è cacca che comunque non puoi far finta non esista, dovendo rappresentare l’unità della nazione. Ti è toccato in sorte di dover rappresentare l’unità di una nazione che per un buon 70% è cacca, sia, ma non puoi limitarti a rappresentare solo l’unità di quel 30% che sta al centro del tuo campo visivo, che poi finisce per diventare il 20% a non veder più nemmeno le fronde interne a Pd e a Forza Italia, ai margini. Deve averlo capito, finalmente, e prima di finire a rappresentare solo il governo, di volta in volta dato a questo o a quello, a sua piena discrezione, in pratica a rappresentare solo l’unità di se stesso, avrà detto: «Basta, nasino mio bello, andiamocene ad Anacapri». Della signora Clio, ormai, riesce a vedere solo quello.  

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