I cannot live without my life; I cannot live without
my soul!
Come
tutti i romanzi della sua portata, naturalmente, Cime Tempestose può vantare
un numero imprecisato di adattamenti cinematografici e televisivi.
Spesso
capita addirittura che sia proprio un
film visto al cinema o una serie vista in Tv, ad avvicinarci ai Capolavori
della letteratura.
Il
mio primo incontro con Cime Tempestose
è stato quello con la celeberrima canzone di Kate Bush Wuthering Heights:
Ero
una ragazzina quando nel 1978 questo brano scalò le classifiche restando in
vetta per molte settimane in diversi Paesi. E sapete come mai Kate Bush scrisse
questa canzone? A diciotto anni, nel 1970,
la Bush assisté alla riduzione cinematografica di Wuthering Heights diretto da Robert Fuest, interpretato da un giovanissimo Timothy Dalton e da Anna
Calder-Marshall.
Colpita in particolare da alcune sequenze della pellicola,
la Bush decise di leggere il romanzo,
e fu particolarmente impressionata dal fatto che la sua data di nascita
coincidesse con quella di Emily Brontë, il 30 Luglio.
In
seguito Kate Bush compose il brano, destinato a far parte del suo album di
esordio, durante le ore notturne guardando la luna in cerca di ispirazione.
Proprio nel 1978 la BBC produsse una serie televisiva in cinque puntate con Ken
Hutchison, Brian Wilde e Pat Heywood.
La prima trasposizione cinematografica
del romanzo è del 1920, ma la seconda è una delle più famose: quella di William Wyler del 1939 con Laurence Olivier nei panni di
Heathcliff, Merle Oberon in quelli di Cathy e David Niven nel ruolo di Edgar
Linton.
La sceneggiatura è di Charles MacArthur e Ben Hecht, con il
contributo di John Houston.
Il film interessa solo la
prima parte del libro, i personaggi di Cathy Linton, di Hareton Earnshaw e di Linton
Heathcliff non compaiono, negando quindi
la speranza di riscatto finale che è
nel libro.
Come
tutti i film di quel periodo, l’ambientazione è un po’ libera: anziché trovarci
alla fine del XVIII, inizio XIX secolo, ci troviamo nella metà dell’Ottocento;
forse perché la stessa Brontë visse in quel periodo, o forse perché i
costumisti erano affascinati dalla crinolina. Inoltre ci sono feste con
coreografie e scene eccessivamente affollate, che ci fanno vedere un’animazione
ed un’interazione che nel romanzo non esistono: questo rivela il gusto Hollywoodiano degli anni 30/40.
La brughiera dello
Yorkshire, inoltre, è stata ricostruita in studio e sembra pertanto finta e
poco convincente. Al
contrario, la recitazione, forse un po’ teatrale
degli attori, con gesti ed
espressioni fortemente marcate si rivela efficace per esprimere al meglio
la passionalità dei personaggi. Laurence Olivier è, inutile dirlo,
magnifico, così come Merle Oberon, e la scena:
Io sono
Heathcliff. Tutto quello che ha sofferto, l’ho sofferto anch’io; e le poche
gioie che ha avuto, le ho avute anch’io. Oh, Ellen, se il mondo scomparisse e
restasse solo Heathcliff, per me basterebbe!
una
delle scene fondamentali della trasposizione, è piena di pathos.
Riguardo
al doppiaggio/traduzione in Italiano, c’è da dire che in origine il titolo era stato reso come La voce nella tempesta. Il nome Italiano di Wuthering Heights, poi è stato tradotto,
per non so quale motivo, come Casa Bruna.
Nel 1970, però, il film ha subito un ridoppiaggio, per cui il titolo è
diventato Cime Tempestose, e così
anche Casa Bruna ha ritrovato la sua
traduzione letterale.
Il
film ha ottenuto otto nomination ai Premi Oscar, fra cui quella per il miglior film, vincendo però solo il premio per la miglior
fotografia in bianco e nero.
Un’altra
trasposizione di Cime Tempestose molto importante nella storia della
cinematografia internazionale è quella surrealista di Luis Buñuel del 1953, dal
titolo Abismos de pasion o Cumbres
Borrascosas. I protagonisti sono Jorge Mistral nel ruolo di Alejandro e
Irasema Dilian nel ruolo di Catalina. La pellicola, ambientata in Messico ai
tempi di Buñuel, tende ad evidenziare gli aspetti più volenti e passionali
della vicenda, temi cari al surrealismo, trascurandone
invece lo spirito romantico.
Una
delle trasposizioni meglio riuscite è quella diretta da Peter Kosminskynel
1992, per la sceneggiatura di Anne
Devlin. Heathcliff è interpretato da un
superbo Ralph Fiennes, mentre Juliette Binoche ricopre entrambi i ruoli di Cathy
Linton e di Catherine Earnshaw.
Fra gli attori non protagonisti spicca Janet
McTeer, una Nellie Dean forse troppo giovane e decisamente presente. Questa
soluzione della sceneggiatura è ampiamente giustificata: mentre nel libro
Nellie è, insieme a Mr Lockwood, uno dei due narratori delle vicende che si svolgono nella brughiera dello Yorkshire
fra Thrushcross Grange e Wuthering Heights, in questo adattamento Emily Brontë, si riappropria del ruolo di narratore. Il film si apre e si chiude,
appunto con la Brontë (interpretata da Sinead
O’Connor: una chicca, visto che la cantante irlandese è uncredited, ovvero non figura nel cast
nei titoli di coda) che visita le rovine di Wuthering Heights e si chiede quale sia la storia che esse
raccontano.
Fondamentale
la Colonna Sonora di Ryûichi Sakamoto,
che riesce a sottolineare, senza essere invadente, i momenti drammatici con gli
archi e gli esterni nella brughiera con i fiati. Piccola
curiosità: i due protagonisti si sono ritrovati nel 1996 sul set di Il Paziente inglese, vincitore nel 1997
di ben 9 Oscar, fra cui quello di Miglior Film e quello di Migliore Attrice non protagonista a Juliette Binoche.
Nel
1998 la London Weekend Television (LWT) e la WGBH hanno prodotto una
trasposizione per la TV per la regia di David Skynner, con Robert Cavanah nel ruolo di Heathcliff e Orla Brady in quello di Cathy.
La sceneggiatura di Neil
McKay è una delle più fedeli all’originale; unica
pecca un Heathcliff fin troppo
maturo, seppur intenso nell’appassionata interpretazione. Per fare un
esempio, nella scena in cui Cathy ed Heathcliff spiano dalle finestre di
Thrushcross Grange per la prima volta e Cathy viene morsa dal cane, i due
dovrebbero essere adolescenti, invece Heathcliff risulta un po’ troppo
attempato. Robert Cavanah è comunque un
Heathcliff molto convincente, e la scena finale, in cui si ritrova con lo
spirito di Cathy bambina e poi adulta, è una delle più commuoventi. Inoltre la
scena del ricongiungimento di Cathy con Heathcliff si alterna alle immagini di speranza di riscatto futuro
nelle persone di Catherine e Hareton.
Ancora una volta la colonna sonora (in questo caso di Warren Bennet) sottolinea la liricità di scene e paesaggi e l’interpretazione degli attori. Da
notare un giovanissimo Matthew MacFadyen
nei panni di Hareton Earnshaw: è la sua prima apparizione su pellicola.
Sette anni dopo sarà un indimenticabile Mr Darcy.
Nel
2009 la Mammoth Screen ha prodotto la più recente trasposizione televisiva,
per la regia di Coky Giedroyc, la
sceneggiatura di Peter Bowker con Tom Hardy nel ruolo di Heathcliff e
Charlotte Riley in quello di Cathy.
Si
tratta di una trasposizione molto
moderna. Innanzi tutto, sebbene le scene siano piuttosto fedeli al testo originale, l’ordine temporale è stravolto:
l’adattamento si apre addirittura con la seconda parte del romanzo, quando
Catherine Linton scopre che il cugino Linton, che ha dovuto abbandonare
Thrushcross Grange per andare a vivere
col padre, abita in realtà molto vicino a lei, a Wuthering Heights; incontra così Heathcliff per la prima
volta. Non è Nellie a raccontare la
storia, visto che il personaggio di Mr Lockwood non esiste, ma Heathcliff stesso a ricordare. Inoltre
quando Edgar Linton chiede a Cathy di sposarlo, Heathcliff lo viene a sapere direttamente dalla stessa Cathy, e non
ascoltando la sua conversazione con Nellie.
La
trasposizione è moderna soprattutto perché
gli argomenti che nell’Ottocento erano tabù e quindi venivano passati sotto
silenzio, come sesso, gravidanze e parti, qui vengono regolarmente menzionati e
vissuti, come nella vita reale.
La
recitazione è molto intensa ed
appassionata, anche in questo caso molto
attuale per quanto riguarda gli atteggiamenti; purtuttavia devo confessare
che, specialmente nel caso di Heathcliff, il suo modo di fare è quello che
immaginavo leggendo il romanzo.
Anche
nel caso di questa trasposizione c’è stata una
traslazione della storia di qualche anno. Infatti, mentre le vicende di Cime Tempestose si dovrebbero svolgere dal 1771 (data
dell’arrivo di Heathcliff a Cime Tempestose) al 1802, nella trasposizione viene spesso inquadrato il libro su
cui Cathy aveva scritto quando era bambina: Libro
di Catherine Earnshaw. Nel romanzo della Brontë si parla di una vecchia Bibbia, mentre in questa
trasposizione si tratta di Ivanohe di
Sir Walter Scott. Ma la prima edizione
di questo romanzo risale al 1819! Probabilmente la scelta dello
sceneggiatore è stata di rendere questa storia, quindi, più recente di circa mezzo secolo, contemporanea alla sua autrice. Per questo motivo,
anche i costumi risultano troppo
moderni; addirittura Cathy utilizza
spesso un abbigliamento più consono al ventunesimo secolo che alla fine del
Settecento (o ai primi dell’Ottocento, a questo punto). Quasi ci si
aspetterebbe di vederla in pantaloni!
Nel
panorama internazionale non vanno tralasciate le due trasposizioni tutte Italiane.
La
prima è lo sceneggiato andato in
onda sulla Rete Nazionale (unica) in 4
puntate nel 1956 con la regia di Mario Landi e la sceneggiatura dello
stesso Landi e di Leopoldo Trieste, con l’adattamento televisivo di Enrico
Piceni. Del cast facevano parte Massimo
Girotti, nel ruolo del protagonista, Heathcliff e Annamaria Ferrero nel doppio
ruolo della coprotagonista Catherina e della figlia Cathe.
La
seconda è la miniserie Cime tempestose del 2004 andata in onda
in due puntate su Rai Uno per la regia di Fabrizio Costa e l'interpretazione di
Alessio Boni ed Anita Caprioli nei ruoli principali di Heathcliff e Catherine.
Girata
fra la Cecoslovacchia e la Cornovaglia, questa trasposizione mi è sembrata troppo libera: la stessa ambientazione
in cui mancavano le atmosfere della
brughiera tanto care a Emily Brontë, sembrava snaturare la storia. E poi, troppi dettagli inventati, quasi a
voler giustificare l’affetto di Mr Earnshaw per Heathcliff, lo stesso nome di Hindley che diventa Ivory, perché? L’elenco delle discrepanze fra l’originale e questo
sceneggiato sarebbe lunghissimo, mi limiterò a dirvi che anche in questo caso,
come nel caso del film con Olivier e la Oberon, i personaggi della seconda generazione non compaiono e che
l’abbigliamento è quasi di fine Ottocento, un secolo più moderno, quindi, di come dovrebbe essere. Sembra quasi che questo
sia un adattamento del film del 1939,
anziché del romanzo della Brontë.
L’interpretazione dei due
attori protagonisti, seppure ottima, non si può giudicare, in quanto i personaggi, a
causa della sceneggiatura troppo libera, non corrispondono al 100% all’Heathcliff
e alla Cathy di Emily Brontë.
Heathcliff risulta troppo positivo: prevale solo
l’amore fra i suoi sentimenti; l’odio e
la sete di vendetta che lo consumano e lo contraddistinguono sono relegati in
secondo piano. Il
personaggio di Ivory (Hindley), interpretato
da un bravissimo Franco Castellano,
viene innalzato al ruolo di coprotagonista: è lui ad incarnare tutti i sentimenti negativi della storia.
Tuttavia la bellissima storia d’amore, che
sopravvive anche alla morte, ha appassionato numerosi telespettatori e,
chissà, forse molti saranno stati spinti anche da questo adattamento a leggere
il capolavoro di Emily Brontë.
Nel 2011, il 22 Novembre, uscirà nelle sale cinematografiche una
nuova trasposizione del capolavoro di Emily Brontë, per la regia di Andrea
Arnold, già premio Oscar nel
2003 con il cortometraggio Wasp. Il
film, prodotto dalla Ecosse Film per
la sceneggiatura di Olivia Hetreed (già sceneggiatrice di Girl with a pearl
earring), vedrà un esordiente a rivestire i panni del protagonista: il giovane James Hawson, che sarà il primo
Heathcliff di colore. Nel
romanzo, il ragazzo, trovato da Mr Earnshaw nel porto degli schiavi di
Liverpool dove era stato abbandonato, e da qui condotto a Wuthering Heights,
viene descritto come “dall’aspetto di uno
zingaro dalla pelle scura”. Indiscrezioni sostengono che la produzione non
abbia voluto affidarsi ad attori già conosciuti, come è avvenuto nelle precedenti
trasposizioni, ma abbia cercato un
Heathcliff poco più che adolescente, dapprima fra le comunità Rom e poi fra
le strade di Leeds, per rimanere fedele
al romanzo di Emily Brontë.
A
interpretare la volitiva Catherine sarà, invece, la star di Skins Kaya Scodelario.
Il
film, che è in post-produzione, è stato girato nel Nord dello Yorkshire.
Alcune scene chiave sono state riprese a Moor
Close, una fattoria nella brughiera
senza elettricità né acqua corrente.
Una
trasposizione più vicina all’originale immaginato da Emily Brontë, dunque?
C’è
da domandarsi, fra tante trasposizioni, quale sarebbe potuta essere la
prediletta dalla scrittrice?