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Gli agenti letterari. 3: come NON contattarli

Creato il 02 febbraio 2012 da Rita Charbonnier @ritacharbonnier

Gli agenti letterari. 3: come NON contattarli

Maxwell GS @ Flickr

Ciao Rita, ho scritto a un agente letterario cm mi avevi detto tu ma lui nn mi ha cagato di striscio. Cm mai? Grazie x starmi vicina con il tuo supporto. Sn proprio contento di averti conosciuto! Cmq quando scrivi il post sul blog x favore nn fare il mio nome. Ecco la lettera che gli ho mandato. Cari saluti, ecc.
Salve!
 Dietro suggerimento di Rita Charbonnier mi sono deciso finalmente a scrivervi.
 Mi chiamo XXX e insieme allo scrittore XXX della casa editrice XXX con il quale ho frequentato diversi corsi di scrittura creativa, ho ultimato l’editing del mio primo lavoro, una sorta di romanzetto poliziesco in salsa umoristica dal titolo XXX. [Segue riassunto della trama con annotazioni sulla sua sicura “presa” presso il grande pubblico]. Se siete interessati posso inviarvi scheda ed estratto dell’opera. A dispetto del mio spirito autarchico, io sono convinto che un agente letterario sia l’opportunità migliore per uno scrittore. Ciò a patto che sia una persona seria e che se deve spendere un “no” lo faccia, ma se decide per il “sì”, che svolga effettivamente il suo lavoro. Nell’attesa di un vostro riscontro, vi saluto cordialmente. 
[Firma e recapiti]
Prima di commentare la sintetica email a me medesima e la suicida email all’agente, riassunto delle puntate precedenti.
  1. Trovare l’editore migliore per la tua scrittura, o aspirante romanziere, è compito dell’agente letterario. Lui conosce il mondo editoriale meglio di te e sa quindi quale editore possa eventualmente essere interessato al tuo lavoro; e una volta che l’interesse si sarà manifestato, stipulerà per te un contratto migliore di quello che stipuleresti tu.
  2. L’agente è il tuo primo editor e può darti consigli preziosi sulla tua scrittura.
  3. Sarebbe meglio evitare gli agenti che chiedono soldi per valutare gli inediti. Essi, per definizione, dovrebbero guadagnare sui guadagni degli autori, non sulle aspirazioni degli aspiranti tali.
  4. E come si fa a trovare un agente? Ti dico come ho fatto io: su Internet. Ho fatto lunghe e approfondite ricerche, ho mandato email proponendo i miei scritti, ho incontrato le persone interessate. Nessuno mi ha presentato nessuno. Nessuno conosceva nessuno che conoscevo io.

Ora veniamo alle lettere. Riguardo a quella indirizzata alla sottoscritta, è abbastanza ovvio che una persona che intende pubblicare qualsivoglia cosa non dovrebbe esprimersi mai, neanche via email, neanche su Facebook, a suon di “cm, cmq, nn, x, sn”.
Lettera all’agente. Qui le abbreviazioni sono state evitate, ma l’iniziativa non è comunque andata a buon fine. Cerchiamo quindi di capire perché l’aspirante scrittore non è stato “cagato di striscio”.
  • Salve! È un invito a una scampagnata? Una riunione dei compagni delle medie? No. E allora per favore inizia la tua lettera con “egregio signore” o simili. E nomina la persona alla quale ti rivolgi, sempre.
  • Dietro suggerimento di Rita Charbonnier. Ti ho detto di fare il mio nome? No. E allora non farlo. Se io avessi deciso di “suggerire” a un agente un nuovo autore, cosa che non farei neanche per mia sorella a meno che non abbia scritto una nuova Recherche (e comunque non verrei a saperlo perché non leggo inediti, senza contare che la mia credibilità nel “suggerire” è tutta da provare), l’agente stesso ne sarebbe informato (supposto che io lo conosca).
  • Mi sono deciso finalmente a scrivervi. E nel frattempo cosa hai fatto? Su quali carboni sei rimasto ad ardere, e perché? Se vuoi lasciar intendere che per te è stata una scelta difficile perché avevi paura di non esser preso in considerazione, trova un modo franco e carino di dichiararlo. Se invece vuoi lasciar intendere che ti sei deciso a proporti solo su esortazione mia o di altri, ti poni male (vedi paragrafo seguente).
  • Insieme allo scrittore XXX della casa editrice XXX con il quale ho frequentato diversi corsi di scrittura creativa, ho ultimato l’editing del mio primo lavoro. A meno che lo scrittore che ha tenuto corsi da te frequentati non sia di chiara fama, non nominarlo. Inoltre, se costui ha un rapporto con una casa editrice, come mai non ti ha fatto il favore di proporre il tuo libro alla medesima? Forse il passo è stato fatto, e il libro è stato rifiutato, e tu solo allora hai pensato di rivolgerti a un agente, omettendo tale particolare imbarazzante…? Non è una buona premessa per un rapporto di fiducia. E infine, affermare che l’editing è stato ultimato implica l’inserimento nel processo di persone terze, il che già si configura come una rogna. Non hai bisogno di farti bello mettendo avanti altre persone: così, in realtà, ti sminuisci. Devi mettere avanti solo ed esclusivamente te stesso e il tuo lavoro.
  • Una sorta di romanzetto poliziesco in salsa umoristica. Anche qui ti sminuisci, e parecchio. Una sorta? Romanzetto? In salsa? Limitati a definire in modo stringato ed efficace la tua proposta, valorizzandola. E non enfatizzare le questioni di marketing: non sei tu a dover valutare se il tuo scritto può o non può avere successo.
  • A dispetto del mio spirito autarchico, io sono convinto che un agente letterario sia l’opportunità migliore per uno scrittore. Il tuo spirito autarchico è di scarso interesse in questo contesto. E non c’è bisogno di dichiarare la tua fede nell’opportunità di rivolgersi a un agente, visto che lo stai facendo. Piuttosto, sarebbe opportuno dichiarare le ragioni per le quali hai deciso di rivolgerti proprio a quell’agente e non ad altri.
  • Ciò a patto che sia una persona seria e che se deve spendere un “no” lo faccia, ma se decide per il “sì”, che svolga effettivamente il suo lavoro. Autentico capolavoro di psicologia. In pratica stai dicendo: se devi dirmi di no posso accettarlo, ma se mi dici di sì, occhio che pretendo che lavori bene, altrimenti sei un cialtrone.

Una precisazione. Neanche Satana in persona sarebbe riuscito a produrre un simile concentrato di goffaggini. Entrambe le lettere sono state composte da me, mettendo insieme brani di email diverse che mi sono state inviate e inoltrate nel tempo. Ed è chiaro che, mutando il contesto, la frase singola può mutare di significato.
Per alcuni suggerimenti sull’impostazione di una lettera di presentazione da inviare a un’agenzia letteraria potete cercare in rete un modello in inglese con chiavi come “literary agent query letter”. Una cosa importante: contattate un solo agente alla volta, mai più di uno contemporaneamente. E in bocca al lupo!

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