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Gli alieni in alienazione

Da Flavialtomonte

Son qui che sgranocchio un trancio di pizza, e rifletto. Sul pomodoro e la provola che insieme c’hanno un sapore divino. No, non è vero, rifletto su tutt’altro. Riflettiamo insieme e diciamo…ci ascolti chi può. Parlo a nome di tutti, oltre che a nome mio, su quello che ho smesso e rimesso per tutta la vita. Sui pantaloni in fondo all’armadio che ogni tanto torno a mettere, sulla coda di cavallo e i tacchi, o sullo lo smalto alle unghie di cui ora come ora c’ho il rifiuto.
Lo smalto alle unghie? Beh, il gel vorrai dire!
Gel ovunque. Con tanta ammirazione per le estetiste che dipingono graziosamente, ma quando smaltus abbunda in unghie lunghes, proprio mi viene l’indigesto. Forse per questa ragione è da un paio di mesi che non porto lo smalto. Bastian contrario, come sempre eh!

Per non parlare delle gonne, non le ho mai potute vedere. Da piccola le odiavo, mia mamma ci provava a comprarmele, ma niente, la gonna no nò no nò!
Crescendo ti piaceranno, le metterai, tu che puoi indossarle! e intanto una mini-sfilza di gonne sono stirate e appese dentro l’armadio al posto di sempre. I vestitini sì, quelli mi piacciono. Ma la gonna, da sola, boh.

Ora, sarebbe meglio non buttarla troppo sul femminile, che di moda se ne parla già abbastanza. Vorrei si parlasse di tanto altro. Ci son tante cose di cui parlare. Cioè, proprio il termine moda (affascinante tutto quello che vuoi) ma mi fa pensare a quanto siamo a spasso con i tempi. Ce la stiamo proprio spassando.

Il nocciolo della ciliegia (giusto per stare a passo anche con le stagioni) è che abbiamo perso – o preso? – qualche colpo. Stiamo degenerando. Chi? Ah io, sì.
Però, bisogna proprio ammetterlo certe volte che siamo degli illusi. Passiamo una vita sui libri, e ci cibiamo di attese, indigeribili attese. È normale, la vita non finisce qui, ma poi arrivano le occasioni, le soddisfazioni, i successi e gli insuccessi, e poi le decisioni e le indecisioni, le opportunità e anche i fallimenti, che non trovi più neanche la voglia di dire che è normale.
Ed evviva il pessimismo leopardiano. L’avrei dovuto conoscere a sto Leopardi per convertirlo all’ottimismo, che sicuramente è stato lui a procreare generazioni di pessimisti.
Aspetta un attimo, non è possibile.
Lui ha trascorso tutta la sua vita nella biblioteca del padre, tra libri, scoliosi, e attese. Ecco, lui sì che conosceva bene le attese, ma mica faceva niente per allentarle? Sotto questo punto di vista Leopardi è da prendere come esempio, esempio da non imitare.
Sono veramente degenerata. Siamo degenerati, veramente degenerati. Siamo alieni, in alienazione.
Ora provate a ripeterlo un paio di volte…
alieni in alienazione, alieni in alienazione, alieni in alienazione, alieni in alienazione, alieni in alienazione. Cade tutto. Sempre più complicato.


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