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Gli Alieni siamo Noi – Animali Spaziali

Da Queenseptienna @queenseptienna

Pensavate che avrei parlato di nuovo di piante? Questa volta no: perché anche il mondo degli animali offre molteplici stranezze che valgono la pena di essere indagate!

 

Cominciamo con l’animale più longevo del mondo:

Gli Alieni siamo Noi – Animali Spaziali

No, niente tartarughe! Infatti, l’animale più longevo della Terra è proprio un mollusco Bivalve! Il suo nome è Arctica islandica e un esemplare pescato nel 2007 al largo dell’Islanda ha definitivamente surclassato le care testuggini: infatti aveva tra i 405 e i 410 anni! Certo, dato che un animale come questo si sposta a malapena, non deve aver passato un’esistenza molto eccitante!

 

Rimaniamo in tema di molluschi, anche se il prossimo è un Cefalopode:

Gli Alieni siamo Noi – Animali Spaziali

Appartiene al genere Grimpoteuthis ed è stato soprannominato “Dumbo Octopus”… chissà perché, eh? Lui e le altre otto specie del suo genere vivono tra i mille e i tremila metri di profondità. Purtroppo queste specie sono state scoperte recentemente e non si sa molto altro su di loro.

 

Gli Alieni siamo Noi – Animali Spaziali

Questo grazioso gamberetto di cinque centimetri circa è un Alpheus heterochaelis, volgarmente noto come “gambero pistolero”. Perché? Osservate bene la grande chela destra (ci sono anche esemplari in cui è la sinistra a essere ipersviluppata): il crostaceo la usa come arma per uccidere le prede. Quando scatta lancia un “proiettile d’acqua” a circa cento chilometri orari contro la preda che viene stordita o uccisa sul colpo. L’acqua accelerata provoca un calo di pressione dietro di sé
e quindi una bolla di vapore (cavitazione), che implode subito dopo, generando un suono di circa duecento DB! Più o meno come un jet in decollo…

 

Rimaniamo sempre in mare con una specie scoperta di recente, che è stata subito soprannominata “granchio yeti”:

Gli Alieni siamo Noi – Animali Spaziali

Non è facile immaginare il perché del nomignolo, eh? Questo singolare crostaceo è stato scoperto nel 2005 al largo dell’Isola di Pasqua, a una profondità di circa duemila metri. È stato classificato come Kiwa hirsuta e per lui è stato istituito un nuovo genere (Kiwa) e una nuova famiglia (Kiwaidae). A cosa servono le setole? Bella Domanda! È la stessa che si sono posti i suoi scopritori, ma purtroppo è ancora senza risposta. Anche se a duemila metri di profondità fa abbastanza freddino, è improbabile che gli servano per rimanere caldo!

 

Passiamo alle acque dolci e ai vertebrati:

Gli Alieni siamo Noi – Animali Spaziali

Questo coso è un anfibio parente delle salamandre, chiamato Proteus anguinus. Non metamorfosa mai e rimane allo stadio acquatico tutta la vita; respira tramite delle branchie, che sono quelle papule più scure ai lati della testa. Vive negli specchi d’acqua celati nelle grotte carsiche del Friuli Venezia Giulia e della Slovenia, dove si può trovare anche una curiosa sottospecie di colore nero. L’assenza di pigmento e l’atrofizzazione degli occhi (che ci sono ma non si vedono, tanto sono piccoli) sono adattamenti all’ambiente perennemente buio in cui vive; un altro adattamento all’ambiente povero di risorse è la capacità di resistere al digiuno: infatti sembra che possa sopravvivere anche dodici anni senza mangiare!

 

Gli Alieni siamo Noi – Animali Spaziali

Cos’è? Un topo con una stella marina appesa sul naso? La Condylura cristata, meglio nota come “talpa da muso a stella”, è un parente nordamericano delle adorabili bestiole pelose che devastano i nostri giardini scavando buchi ovunque. Come tutte le talpe, ha il muso ricoperto da milioni di sensibilissimi recettori tattili noti come “organi di Eimer”, i tentacoli servono per aumentare la superfice del muso e quindi anche il numero di recettori. Il suo naso a stella è così sensibile che questo animale risulta essere il mammifero più veloce a mangiare: infatti impiega solo centoventi millisecondi per identificare e mangiare una preda, una volta individuata.

 

Il prossimo è davvero orrendo:

Gli Alieni siamo Noi – Animali Spaziali

Questo Heterocephalus glaber è esattamente quello che sembra: un topo senza pelo. Infatti è probabile che sia il più brutto roditore della Terra! Gli occhi e i padiglioni auricolari sono ridotti e atrofizzati perchè infatti vive perennemente nel sottosuolo, i grandi incisivi sporgenti sono usati per scavare; pur essendo un mammifero è incapace di regolare la propria temperatura corporea, infatti necessita di vivere in ambienti dalla temperatura costante. Ma questa specie ha una caratteristica ancora più inusuale: è l’unico vertebrato eusociale, come lo sono le api o le formiche. Le colonie infatti sono governate da una regina, che è l’unica femmina a riprodursi ed è anche l’esemplare più grande della colonia. Se qualche temerario lettore volesse incontrare questi singolari roditori nel loro ambiente naturale, dovrebbe recarsi in Africa orientale.

 

Il prossimo è finalmente un primate:

Gli Alieni siamo Noi – Animali Spaziali

Quella cosa orrenda è una proscimmia del Madagascar, ovvero un lemure. Entrambi i suoi nomi sono brutti quanto l’animale: Daubentonia madagascariensis o “Aye aye”, unico rappresentante vivente del suo genere e della sua famiglia. Di abitudini notturne, questo animale passa il giorno nascosto in alberi cavi, mentre la notte saltella di ramo in ramo in cerca di cibo. Si nutre di materiale vegetale o di larve, che scova picchiettando la corteccia in cerca di cavità, ed estrae per mezzo del dito medio lungo e sottile (visibile nella foto).

 

Visto che questa volta vi ho mostrato specie particolarmente brutte, finiamo con qualcosa di divertente:

Gli Alieni siamo Noi – Animali Spaziali

Questo è un maschio di nasica o Nasalis larvatus. Anche i suoi nomi la prendono in giro! Tutti gli esemplari della specie hanno quella curiosa appendice nasale che, nei maschi anziani, può raggiungere anche i diciassette centimetri di lunghezza! Ma a che serve? I maschi usano il “nasone” per amplificare il caratteristico richiamo utilizzato per corteggiare le femmine, si può davvero dire che in questo caso le dimensioni contino! Infatti più grande è l’appendice, più forte è il richiamo e maggiori sono le probabilità di fare colpo.

 

Si può dire con certezza che l’evoluzione sia dotata di molta più fantasia di qualunque sceneggiatore o scrittore di fantascienza!

P.S. E quella sorta di pecora all’inizio dell’articolo? Aguzzate la vista: quello è un coniglio d’angora!


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