Titolo impegnativo e oserei dire filosofico. Eppure credo che ci siano momenti e situazioni in cui ti chiedi come ti vedono gli altri. Non perchè il loro giudizio possa far cambiare il tuo modo d'essere, quanto la percezione che ognuno ha di se' può essere diversa da quella che viene recepita dagli altri.Il motivo di questa mia domanda nasce da un'affermazione che il mio capo già da due volte usa quando si riferisce a me.Ora, mi ritengo una persona molto solare e allegra, mi piace parlare con le persone e credo che sarei capace di mettermi a chiacchierare del più e del meno anche con un gatto. Sono socievole e cerco di andare d'accordo con tutti, quando proprio non ci riesco cerco di capire il peso che queste persone hanno nella mia vita e di conseguenza ridimensionare ogni negatività che ne può derivare. Vedo il bicchiere sempre mezzo pieno. E poi sono vanitosa: non è una novità che mi piacciano i trucchi, gli smalti, essere sempre aggiornata sugli ultimi trend (anche se poi raramente li seguo), i bijoux. Solo che ci sono giorni in cui penso che queste mie passioni possano essere viste come sintomo di superficialità.Insomma, sono già due volte che quando devo partecipare a una riunione o un'attività il mio capo tiene a precisare che non si tratta di una gita.Ora, non sono scema e so benissimo come ci si deve comportare in situazioni più formali.Se sono sportiva e "sbarazzina" ciò non significa che non posso essere professionale.E ammetto che questa cosa mi dia fastidio, soprattutto se detta all'interno di una riunione in cui sono presenti tutti i miei colleghi. E' come darti la carota e il bastone allo stesso tempo. Ti dice che parteciperai a questa attività perchè poi potresti essere tu ad occupartene in futuro ma ci tiene a sottolineare che non si tratta di una gita.Mah, sinceramente non capisco il perchè. Non mi pare di essermi mai comportata in un modo che abbia fatto percepire che queste cose le prenda come gite o alla leggera.Semplicemente ci sono alcuni aspetti del mio lavoro in cui non riesco a ricordarmi tutti i dettagli a memoria (altrimenti perchè esisterebbero dei bellissimi file excel riepilogativi?) e il fatto che la maggior parte del tempo la passi a tradurre (attività che tra l'altro odio!) mi fa mancare quella varietà che stimola la mia curiosità. Salvo però ricordarmi a memoria i nomi degli smalti Chanel! :)E l'incongruenza sta anche nel sentirmi dire da tutti che sono molto brava nel mio lavoro, che sono la collega "perfetta" perchè sono sempre disponibile etc.Ecco, io non capisco.Così inizio a chiedermi se forse non dovrei iniziare a metter un po' più un limite tra quello che costruirà la facciata da mostrare ai colleghi e quella che sono veramente. Ma in questo modo mi sembrerebbe di limitarmi, anche perchè con i miei colleghi mi trovo benissimo e ho avuto l'occasione di vederli al di del contesto lavorativo e quindi perchè dovrei autocensurarmi?
Magazine Diario personale
Titolo impegnativo e oserei dire filosofico. Eppure credo che ci siano momenti e situazioni in cui ti chiedi come ti vedono gli altri. Non perchè il loro giudizio possa far cambiare il tuo modo d'essere, quanto la percezione che ognuno ha di se' può essere diversa da quella che viene recepita dagli altri.Il motivo di questa mia domanda nasce da un'affermazione che il mio capo già da due volte usa quando si riferisce a me.Ora, mi ritengo una persona molto solare e allegra, mi piace parlare con le persone e credo che sarei capace di mettermi a chiacchierare del più e del meno anche con un gatto. Sono socievole e cerco di andare d'accordo con tutti, quando proprio non ci riesco cerco di capire il peso che queste persone hanno nella mia vita e di conseguenza ridimensionare ogni negatività che ne può derivare. Vedo il bicchiere sempre mezzo pieno. E poi sono vanitosa: non è una novità che mi piacciano i trucchi, gli smalti, essere sempre aggiornata sugli ultimi trend (anche se poi raramente li seguo), i bijoux. Solo che ci sono giorni in cui penso che queste mie passioni possano essere viste come sintomo di superficialità.Insomma, sono già due volte che quando devo partecipare a una riunione o un'attività il mio capo tiene a precisare che non si tratta di una gita.Ora, non sono scema e so benissimo come ci si deve comportare in situazioni più formali.Se sono sportiva e "sbarazzina" ciò non significa che non posso essere professionale.E ammetto che questa cosa mi dia fastidio, soprattutto se detta all'interno di una riunione in cui sono presenti tutti i miei colleghi. E' come darti la carota e il bastone allo stesso tempo. Ti dice che parteciperai a questa attività perchè poi potresti essere tu ad occupartene in futuro ma ci tiene a sottolineare che non si tratta di una gita.Mah, sinceramente non capisco il perchè. Non mi pare di essermi mai comportata in un modo che abbia fatto percepire che queste cose le prenda come gite o alla leggera.Semplicemente ci sono alcuni aspetti del mio lavoro in cui non riesco a ricordarmi tutti i dettagli a memoria (altrimenti perchè esisterebbero dei bellissimi file excel riepilogativi?) e il fatto che la maggior parte del tempo la passi a tradurre (attività che tra l'altro odio!) mi fa mancare quella varietà che stimola la mia curiosità. Salvo però ricordarmi a memoria i nomi degli smalti Chanel! :)E l'incongruenza sta anche nel sentirmi dire da tutti che sono molto brava nel mio lavoro, che sono la collega "perfetta" perchè sono sempre disponibile etc.Ecco, io non capisco.Così inizio a chiedermi se forse non dovrei iniziare a metter un po' più un limite tra quello che costruirà la facciata da mostrare ai colleghi e quella che sono veramente. Ma in questo modo mi sembrerebbe di limitarmi, anche perchè con i miei colleghi mi trovo benissimo e ho avuto l'occasione di vederli al di del contesto lavorativo e quindi perchè dovrei autocensurarmi?
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