Magazine Rugby
A proposito di globalizzazione del rugby, il Giappone alla prima tournée di sempre in Europa, sbarca e sbanca, non sbanda, sulle rive del Mar Nero. Dopo la vittoria in Romania, sabato la nazionale di Eddie Jones - l'australiano successore di Kirwan che, ricordiamolo ha ascendenti giapponesi - supera anche la Georgia, appena sorpassata al 15' posto nel ranking Irb nel weekend precedente.
Il 22-25 finale è stato ottenuto in modo very cool: drop della vittoria all'ottantesimo dell'apertura dei Suntory Sungoliath Kousei Ono (nella foto). Particolare soprattutto per il suo allenatore, che ricorda: "Avevo perso una partita importante con un drop dell'ultimo minuto (la finale dei Mondiali 2003 in casa, ndr) ma non m'era ancora capitato di vincerne una".
In precedenza la squadra del Crisantemo (Brave Blossom) era riuscita a chiudere in leggero vantaggio il primo tempo, grazie a una meta da pazzi del solito ala dei Suntory Hirotoki Onozawa (batte una punizione veloce sui propri 5 metri e arriva fino alla meta), dopo il controllo della frazione esercitato dai padroni di casa (9-0 firmato dall'apertura vista ai Mondiali Merab Kirikashvili). Nella ripresa i Lelos non si arrendevano e si portavano fino all'apparentemente sicuro 22-13 del 55', tutto operato da Kirikashvili che segnava anche una meta. Non bastava: i giocatori del Sol Levante raggiungevano il pareggio al 72' grazie a una serie di piazzati dell'estremo dei Yamaha Jubilo Ayumu Goromaru, per poi sferrare sulla sirena una risalita di campo da ottanta metri e la stilettata finale di Ono.
Beffando così i georgiani che pure schieravano i piloni destri Zirakashvili del Clermont e Kubriashvili del Tolone, quello sinistro Nariashvili del Montpellier subentrato a Kinchagishili del Brive (chissà che incubo per gli orientali la mischia ordinata), più Godzilla Gordodze del Montpellier al nr.8 e un autentico saccheggio del ProD2 (e del Federale 1 tra i trequarti) per gli altri. Ottima la scalata di posizioni del ranking per i giapponesi: han lasciato Usa e le squadre del Mar Nero dietro e sono sulle tracce di Fiji e del Canada davanti a loro.
- Gli Usa stanziati a Colwyn Bay nel nord del Galles avevano avuto vita facile con la Russia ma Tonga si rivela scoglio troppo solido per la loro chiglia; finisce 22-13, tre mete contro una a sfavore di Lavalla, Dirksen e (più stagionati) compagni. Le Eagles erano riuscite a tenere nel primo tempo - 10 a 5 a loro favore, con un'altra meta del mediano del Leeds Robbie Shaw - e avevano iniziato il secondo in 15 contro 14, ma i Pacifici alla lunga confermano la caratteristica solidità messa in mostra anche con l'Italia e la capacità di finalizzare. In meta la linea arretrata al completo: le ali Fetu Vainikolo del Connacht (ancora) e Sione Piutaka del Perpignan, l'estremo Vungakoto Lilo, ex Bordeaux ora al Tarbes.
- Nella medesima location sul Canale d'Irlanda il Canada rinforzato dall'arrivo dal Sudafrica di Jebb Sinclair (schierato lock) vendica la pesante batosta subita da Samoa la scorsa settimana e fa un sol boccone della Russia: 35-3, quattro mete con doppietta e assist finale per una terza del centro 21enne Jeffrey Hassler.
- Tra le partite minori va catalogata per forza anche Irlanda - Fiji: se non altro perché non è un Test ufficiale, quindi non comporterà guadagno o perdita di punti nel ranking Irb. Risulta di fatto una sgambata rilassante al Thomond Park, tanto per smaltire le tossine della sconfitta col Sudafrica e caricare le pile prima del confronto con l'Argentina: il finale è 53-0, otto mete con hat trick (tripletta) dell'ala 21enne di Ulster Craig Gilroy e a brace (doppietta) per l'altra ala, il massiccio Fergus McFadden del Leinster. A segno anche i due centri dell'Ulster Darren Cave e Luke Marshall (21 anni) e il tallonatore del Leinster Sean Cronin. Squadra affidata all'apertura di un altro da Belfast, il 20enne Paddy Jackson (13 punti piazzati). Questo nonostante l'arrivo tra i Pacifici di Goneva e Matanavu (giallato come Tuapati da Southland). Non è bello assistere al crollo verticale da un paio d'anni a questa parte della nazionale bianconera, per chi ricordi cos'erano ai Mondiali del 20o7 e per chi consideri quanto pesino tutt'ora in termini di mete segnate, i loro giocatori nei campionati maggiori europei. Non è fine di un ciclo o inaridimento delle fonti, è piuttosto una situazione complessa economica e politica quella che attualmente sta tarpando le ali ai mezzi melanesiani mezzi polinesiani mezzi indiani, e le roboanti inchieste della Irb sulle forzature dei club europei per "incoraggiare" i loro figiani a starsene a casa quando la nazionale li chiami, non toccano il cuore del problema.
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