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Gli Alunni Sanno Autovalutarsi?

Da Maestrarosalba
Gli Alunni Sanno Autovalutarsi?Questi sono giorni di consegna schede di valutazione, ne abbiamo parlato qui e in tante avete risposto esprimendo pareri e preoccupazioni. Di come affrontare il discorso sui voti con i bambini ne abbiamo accennato: in modo più leggero è lo stesso che facciamo per noi adulti, dare al voto il giusto peso, in quanto fotografia di un momento scolastico, assolutamente da non interpretarsi come giudizio sulla persona.
Le percezioni degli alunniMa cosa pensano i bambini, quali aspettative hanno  e soprattutto riescono a valutare l'entità della prestazione?Nei primi due anni della Primaria, per gli alunni l'autovalutazione è una sorta di gioco. Almeno una volta ogni insegnante fa eseguire l'autovalutazione ai bambini proprio per sondare le percezioni. A compito eseguito, di solito la maggior parte di loro si attribuisce un voto nella fascia alta anche in presenza di errori evidenti (i bambini sono giustamente indulgenti), pochi invece quelli riluttanti a valutarsi.In classe terza le cose cominciano a cambiare, le stime che i bambini fanno sono più prudenti, capiscono che l'errore è qualcosa sul quale ancora occorre lavorare, capiscono il significato di una mancata risposta, di un testo poco approfondito o che addirittura esula dal titolo.
Ieri noi abbiamo avuto la presa visione della scheda quadrimestrale, molti alunni si sono uniti ai genitori e insieme hanno letto voti e giudizio globale. Oggi non ho volutamente fatto cenno alla cosa, perchè non è corretto entrare nel merito e sottolineare le differenze sul rendimento scolastico, può non essere gradito. Mi ha colpito la serenità del gruppo classe a conferma del fatto che il discorso sui voti è stato compreso: non siamo tutti uguali ognuno raccoglie e restituisce diversamente. Nessuno fa apposta a fare male a questa età, deve solo arrivare dove alcuni sono già arrivati, probabilmente per altre strade.
E' stato durante la correzione di un testo libero che due alunne, prima una poi un'altra, mi hanno detto che in pratica i voti risultavano più alti di quanto pensavano di meritare. La cosa mi ha stupito, perchè sono i voti che ho deciso all'ultimissimo, che ho deciso di ritoccare al rialzo in virtù di alcuni segnali e nella paura di essere troppo rigida nella valutazione. Una delle due addirittura si era fatta una sua media matematica delle prove sostenute dicendosi sicura di non poter superare un certo voto. L'altra ha ammesso di essersi fatta cogliere impreparata più volte e solo ultimamente di aver cominciato a prendere sul serio lo studio. Queste alunne hanno dimostrato di saper valutare le loro prestazioni. E di saperlo fare in un tempo lungo, raggiungendo una aspettativa adeguata sui voti. La terza Primaria è davvero la classe delle prime vere consapevolezze. Davvero i bambini cominciano a percepire il senso della scuola e se a volte non riescono dovremmo chiedercene i motivi reali.
ConclusioniHo spiegato alle mie sveglie alunne che il voto è una somma di valutazioni, che non è una media aritmentica delle prove e che non serve a  punire bensì a spronare. Quel voto va letto come un incoraggiamento, un invito a fare meglio. Sono uscita felice da lavoro oggi, ho dato fiducia, ricevendone altrettanta e dei grazie da entrambe. Le nuove generazioni sono una meraviglia nelle nostre mani.A voi colleghi è mai capitato?  Quali altre reazioni avete percepito? E come genitori che esperienze avete?Articolo originale di Crescere Creativamente Puoi pubblicare i contenuti in maniera parziale e con link diretto al post. In nessun caso è consentito il link diretto al download dei materiali. Per completezza di informazione consulta i Credits o contatta l'autrice.

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