Gli angeli gelidi della velocità: Simoncelli mi riporta al mio Ayrton

Creato il 23 ottobre 2011 da Maris

Cara Lilli,

io non seguo il motomondiale, ma la notizia della morte di Marco Simoncelli mi ha lasciato senza parole. Sport come il motociclismo sono pericolosi, si sa, ma non ci si fa mai l'abitudine alle morti in gara.

Aveva 24 anni, era un pò stravagante, con quei capelli a cespuglio e il fare scherzoso. In realtà so solo questo di lui. Però le immagini del suo incidente mortale mi hanno fatto sentire male, mi hanno reso molto triste e mi hanno catapultato indietro negli anni....via di corsa fino al 1994.

Avevo quasi 21 anni, allora seguivo appassionatamente la Formula 1. E in questo caso appassionatamente è dire poco, Lilli. 

Da italiana forse atipica non tifavo per la Ferrari. In realtà io non tifavo per nessun team. Sono sempre stata dell'opinione che è il pilota che fa la differenza, anche se forse, con la tecnologia che avanza e che oramai è a livelli stratosferici, chi guida la monoposto conta meno di prima. Comunque, io tifavo per un pilota e quel pilota era Ayrton Senna.

 

Animo maliconico, carattere piuttosto chiuso, rigoroso, poco incline alla viuta mondana, ma una grinta e un talento da far paura. Lo ammiravo tantissimo, lo seguivo da anni. Le sfide con "il professore" Prost, i mondiali vinti, le "magie" incredibili sotto l'acqua.

Dunque: si veniva dalla morte durante le prove del GP di San Marino di Roland Ratzenberger, il 30 aprile. Poi...il 1° maggio del 1994 è impresso nella mia memoria come un marchio.

Imola, curva del Tamburello. La Williams di Ayrton va dritto e si schianta contro il muro di cemento. Io ero davanti alla TV e sono rimasta lì....a guardare i soccorsi, gli affanni di tutti quelli che hanno cercato di rianimarlo...poi l'elicottero che lo portava via in ospedale...e il sangue rimasto sull'asfalto e sull'erba accanto alla pista.

Non ti parlerò di cosa è accaduto dopo, del processo per stabilire le eventuali responsabilità di Frank Williams e della casa costruttrice, di tante considerazioni fatte, di dibattiti e di tante parole spese sulla sicurezza in gara ecc.

Sarebbe per me come riaprire una ferita che a stento si è un pò rimarginata in tanti anni. 

No, Lilli. Voglio solo riportarti in questo post un mio pensiero che scrissi di getto il giorno dopo la morte di Ayrton e che poi spedii al Corriere dello Sport, che per settimane raccolse i messaggi di addio a Senna scritti da tanti fans e ne pubblicò alcuni: uno di quelli prescelti fu il mio e conservo quel foglio di giornale ancora oggi, perchè fu bello e in certo senso consolante vedere le mie parole scritte lì....dove potevano leggerle tutti.

(L'immagine scannerizzata non è di gran qualità, ma il ritaglio è vecchio di 17 anni, capirai...)

 Le mie parole per intero (perchè sul Corriere ne riportarono una parte soltanto) sono queste:

 PER AYRTON SENNA

"La Morte ha portato via un suo angelo,

l'angelo gelido della velocità.

Gli è piombata addosso a 270 km orari,

ma non è riuscita a prenderlo subito.

Ha dovuto lottare per più di 4 ore

perchè lui voleva ancora vivere...

provare l'ebbrezza delle corse,

sentire il rombo del motore entrargli dentro

con un brivido lungo la schiena,

stringere il volante tra le mani frementi,

scaricare tutto se stesso sull'acceleratore,

conquistare il mondo con le sue imprese...

Voleva essere ETERNO.

Poi, stremato, ha ceduto,

ma il suo cuore non si è fermato

come volgiono far credere i medici:

batte nel vento che soffia veloce

da un capo all'altro del mondo,

batte nelle onde dell'oceano che tanto amava...

Voleva essere ETERNO e,

forse senza rendersene conto,

ci è riuscito:

ORA LA SUA ANIMA CORRERA' PER SEMPRE."

(2 maggio 1994, ore 12:35)

 

Dopo quell'evento tragico, Lilli, mi è rimasto un vuoto che non sono riuscita a colmare e che mi ha impedito di continuare a seguire da vera appassionata la F1. Mio marito è un super appassionato, quindi è ovvio che finisco per seguire un pò anche io le gare di oggi, ma niente per me è più come allora.

Dopo Ayrton è cambiato tutto.


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