L’articolo di oggi è l’ultimo per la rubrica. Dopo aver parlato di Tangentopoli, dei processi ai corrotti e delle stragi di mafia è arrivato il momento di concentrarci sul mondo politico. Gli scandali nel 1992 avevano decapitato i partiti politici governativi, Craxi, Forlani, Andreotti, Altissimo, Vizzini erano caduti sotto gli avvisi di garanzia e le inchieste del Pool Mani Pulite.
L’elettorato era disorientato, sfiduciato ed aveva punito la politica tramite i referendum della primavera 1993. Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, dei ministeri del Turismo, dell’Agricoltura e delle Partecipazioni Statali e soprattutto la cancellazione del sistema elettorale proporzionale che per quasi cinquanta anni aveva regolato le istituzioni.
Il passo successivo per la demolizione della ‘prima repubblica’ fu scritto attraverso le elezioni amministrative del giugno 1993, le prime con la elezione diretta del Sindaco. Il ‘vecchio’ pentapartito composto da democristiani, socialisti, socialdemocratici, liberali e repubblicani era spacciato. La vera battaglia si giocava tra le forze di opposizione ovvero la Sinistra progressista rappresentata da Pds, Rifondazione, Verdi e la Rete da una parte ed il Movimento Sociale dall’altra. Al Nord invece era prevista una ‘valanga’ leghista. E cosi fu:
Milano, da anni roccaforte socialista, passò alla Lega Nord che in città ottenne il 41% dei voti. Torino premiò il Pds e la Sinistra progressista. A Catania prevalse Enzo Bianco, comunque appoggiato dai progressisti. La Lega vinse anche a Novara e Vercelli. Un vero terremoto politico, confermato nel ‘secondo turno’ delle comunali, celebrato nel novembre-dicembre dello stesso anno. Alla ribalta delle cronache la sfida di Roma che vedeva il verde Francesco Rutelli contro il missino Gianfranco Fini. La Sinistra vinse in quasi tutte le grandi città:
Roma, Napoli, Genova, Venezia e Trieste videro eletti Sindaci rappresentanti della coalizione di Sinistra. Le uniche forze sopravvissute allo tsunami elettorale furono la Lega al Nord ed il Movimento Sociale nel CentroSud. I movimenti di Bossi e Fini sembravano però totalmente incompatibili. Le elezioni politiche erano oramai vicine e tutto sembrava prefigurare una vittoria del fronte Progressista.
Ed ecco che entrò in scena Silvio Berlusconi. Senza più ‘protettori’ con la caduta di Craxi ed il dissolvimento dei vecchi partiti di Governo, esposto con le banche per 4.000 miliardi, il Cavaliere aveva poche possibilità di sopravvivere economicamente ad una vittoria della Sinistra. Da qui quindi la necessità di difendere in prima persona i suoi interessi. Nell’estate 1993 i primi passi del suo impegno in politica con la costituzione dei Club ‘Forza Italia‘:
Durante la sfida di dicembre tra Rutelli e Fini arrivò la ‘benedizione’ berlusconiana per il candidato missino. Nel frattempo il Parlamento approvò la nuova legge elettorale maggioritaria. Il 26 gennaio 1994 la discesa in campo ufficiale:
In otto settimane il Cavaliere riuscì a fare l’impossibile ovvero a cementare una alleanza tra la Lega Nord ed il Movimento Sociale. Forza Italia strinse un accordo nel Nord Italia con il partito di Bossi mentre al CentroSud, dove la Lega non si presentava, si coalizzò con il partito di Gianfranco Fini.
Malgrado i continui screzi tra post fascisti e leghisti, il potere mediatico di Berlusconi riuscì nell’impresa di creare una coalizione ampia. L’appoggio dei volti noti delle tv Fininvest fu determinante nel convincere molti cittadini, il filmato qui di seguito testimonia la scorrettezza di alcuni personaggi televisivi dell’epoca, da Mike Bongiorno ad Ambra passando per Raimondo Vianello, i quali, durante le loro trasmissioni, fecero dichiarazioni pubbliche di sostegno alla coalizione di destra:
Appoggio mediatico e furbizia del Cavaliere unite alla insipienza politica della Sinistra riuscirono nell’impresa finale: il 28 marzo 1994 l’Italia votò e consegnò il Paese a Berlusconi, Bossi e Fini:
Da quel momento il Cavaliere divenne il Caimano, pronto a tutto pur di conservare il potere e tutelare i suoi interessi. Cercò di distruggere la Rai, scatenò una guerra infinita con la magistratura, provò ad isolare i suoi detrattori etc etc. Il resto è Storia, quella che oggi lo vede ancora protagonista in prima linea e che, purtroppo, rischia di confermarlo ancora una volta come vincitore.
Grazie a tutti i lettori per aver seguito la rubrica.
Fonti:
http://www.archiviolastampa.it
http://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_amministrative_italiane_del_1993
http://cronologia.leonardo.it/ber1352.htm
Numeri precedenti:
- L’arresto di Mario Chiesa e l’avvio di Tangentopoli
- Sotto inchiesta il PSI milanese, dimissioni di Cossiga, la strage di Capaci
- l’omicidio di Falcone, l’uscita di scena di Craxi, i Referendum del ’93
- Il Processo Cusani
- Le stragi del 1993