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Un gruppo di ricercatori francesi, studiando gli atomi di carbonio delle mummie vissute in Egitto tra il 3500 a.C. e il 600 d.C., ha individuato quale fosse il "menu" degli uomini e delle donne che vivevano nel paese del Nilo. Gli atomi di carbonio provengono dalla trasformazione dell'anidride carbonica nelle piante, grazie al processo di fotosintesi. Mangiando verdura ma anche animali che si nutrono di questa, il carbonio passa nel corpo dell'essere umano.
Le mummie analizzate dai ricercatori d'Oltralpe furono inviate al Museo di Lione nel XIX secolo. Si tratta dei resti di 45 persone delle quali sono state analizzate ossa e denti misurando la presenza di carbonio nelle ossa e nello smalto, oltre che nei capelli, i quali assorbono maggiormente le proteine animali rispetto alle ossa ed ai denti. I risultati non si sono fatti attendere: questi antichi abitanti del paese del Nilo avevano una dieta molto simile a quella degli attuali vegetariani, sostanzialmente basata sul consumo di grano ed orzo ed una minima quantità di miglio e sorgo. La dieta è stata la medesima durante un lungo arco temporale, malgrado la regione del Nilo fosse andata progressivamente inaridendosi tra il 3500 a.C. e il 600 d.C., l'arco temporale al quale appartengono le mummie analizzate.
Kate Spence, archeologa specializzata in egittologia presso l'Università di Cambridge, la popolazione egiziana potrebbe aver ridotto la fascia coltivata a quella lungo le sponde del fiume, gestendo in modo razionale l'irrigazione. Quando il livello del Nilo è diminuito, questi antichi agricoltori si sono spostati ancor più verso il fiume, mantenendo lo stesso standard di coltivazione.
Molti pensano che, vivendo sulle sponde del Nilo, gli antichi Egizi avessero l'abitudine di nutrirsi abbondantemente di pesce. Sembra che, però, malgrado i pesci vengano sovente rappresentati nell'arte egizia, questi animali non venissero inseriti di frequente nella dieta. Molti affreschi rappresentano pesci oggetto di battute di pesca o di offerta alle divinità. Diverse testimonianze archeologiche accertano il consumo di pesce a Gaza ed Amarna, ma molti pesci non venivano consumati per motivi religiosi. Venivano, dunque, pescati solo per offrirli alle divinità.
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