Mi fa sorridere che gli italiani si sveglino anticlericali quando si accorgono quanto gli costa la Chiesa. Il Concordato andrebbe abolito anche se fossimo il Paese più ricco del mondo, semplicemente perché l’Italia deve diventare un Paese europeo a tutti gli effetti e non uno Stato Confessionale.
Ma non possiamo banalizzare il tema economico che contiene: scuole private, investimenti edilizi per nuove chiese, costo degli insegnanti di religione, edifici fantasma non classificati (chissà Roma quanti ne ha!), eccetera.
Ricordo che uno dei vanti del consigliere regionale del mio partito più votato nel Lazio in campagna elettorale fu di avere fatto stanziare non so quanti milioni di euro in edilizia ecclesiastica per costruire luoghi di culto (non per ristrutturare chiese per cui la gente viene da ogni parte del mondo facendo girare l’economia).
Ora io penso che lo Stato non debba intervenire nell’esercizio della religione né in un senso né nell’altro e che la Chiesa debba essere sostenuta dai propri fedeli in modo diretto, come accade per esempio con la Chiesa finlandese, dove per esempio i fedeli sbattezzandosi (non condividendo posizioni particolari) privano la Chiesa di supporto economico in modo diretto. La Chiesa prende i contributi che ogni fedele decide di versarle. Non vengono presi dalle tasse di tutti, come accade in Italia.
Ricordo, perché a volte viene dimenticato, che grazie a Mussolini e a Craxi lo Stato Italiano ha con la Chiesa un concordato. L’ultima modifica prevede l’impossibilità di modifiche unilaterali. Putroppo, proprio per questa norma regalino del sig. Craxi, il Concordato va semplicemente abolito.
Questo non significa affatto essere contro l’esercizio della religione. Significa essere, semplicemente, servitori dello Stato fino in fondo, uno Stato laico, libero e democratico dove la Chiesa Cattolica, come le altre, possa liberamente esercitare il proprio credo.
Per quanto attiene, invece, le attività di utilità sociale della Chiesa (che esistono, non si può negarlo) basta prevedere un contributo come per qualsiasi ente religioso e laico che supporti lo Stato nelle situazioni di disagio: accoglienza dei migranti, disagio giovanile, eccetera.
Resterebbe la verifica di che tipo di idee vengono professate (per esempio che violino i diritti umani come alcune idee su donne e omosessuali) che non sarebbe censura, ma reciproca crescita democratica. Prima o poi la Chiesa dovrà abbandonare certi estremismi ideologici e tornare simile al messaggio cristiano di amore e carità. Principi che per esempio alcune chiese protestanti europee, compresa la Chiesa Valdese Italiana, portano avanti da anni.
Il fatto è che in Italia a dire certe cose e a voler far politica sembra di essere pazzi.