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E poi ieri sera, sentendo la sua intervista a Che tempo che fa, assieme al ministro (tecnico Profumo), ho capito la ragione.
La loro intervista verteva su istruzione e cultura (e anche sanità) e seguiva l'intervento (un pò noiosetto e scontato) di De Bortoli sui futuri scenari della politica (l'obbligo del Monti bis, la possibilità di dover ricorrere agli aiuti europei, i timori per la sinistra massimalista, i programmi della politica che saranno condizionati da spread e mercati ..).
Il professore ha citato due articoli della Costituzione (quella su cui ha giurato pure Monti e che il presidente Napolitano dovrebbe difendere):
articolo 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
articolo 34
La scuola è aperta a tutti.
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
Sono i due articoli più violati della nostra carta costituzionale.
Violate dai tagli lineari a scuola, università, ricerca, sanità pubblica. Tagli lineari iniziati con Tremonti e Berlusconi e proseguiti con i tecnici (anche se in minor forma): non ci sono soldi, si dice. Eppure i soldi ci sono per il TAV (ieri a Lione l'accordo con la Francia), per la guerra, per le autostrade. Ma per la cultura no.
Sarebbe interessante sapere, che programmi hanno i partiti politici per le prossime elezioni su sanità, istruzione e cultura.
Settis ha citato una frase di Calamandrei: "per me la scuola è un organo costituzionale". Come la Camera o il Senato.
Perché è proprio nella sanità pubblica o nella scuola pubblica il valore della democrazia. Non nel cemento, nei tunnel, nelle armi.
E i tagli fatti a queste parti della democrazia (sanità, ricerca, istruzione) sono tagli antidemocratici: "è questa la vera antipolitica". Perché sono tagli che colpiscono i più deboli, le persone più svantaggiate, aumentano la forbice tra ricchi e poveri, tra sommersi e salvati.
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