Apprendiamo che i primi nati d’Italia nel 2012 si chiamano Sofia, Linda e Takwa, la prima vietnamita, la seconda italiana e la terza tunisina. Questa proporzione è sufficiente a dare una chiara idea di come sarà l’Italia fra 20 o al massimo 25 anni, quando le generazioni ora nascenti saranno cresciute e si prepareranno giustamente a scalzare le generazioni mature che al loro tempo non hanno figliato, la natura non ammette vuoti e se un intero popolo rimane senza eredi sono altri a ereditare la sua terra. Già in altri tempi abbiamo subito la minaccia islamica e quella orientale-gnostica, ma non era mai capitato che la cultura occidentale arrivata al suo termine nichilistico sterilizzasse i ventri materni al punto da impedire un ricambio generazionale, che è tradizionalmente la via maestra per conservare e rinnovare eserciti, costumi e religione in una nazione. Il cristianesimo ha una propria potenza generativa che non dipende dalla fitness genetica dei suoi fedeli, semmai è sostenuta dalla fitness spirituale dei suoi martiri e santi ma dipende principalmente dalla Presenza cristica che lo anima, per cui non è la salvezza della Chiesa universale a esser messa in discussione bensì quella della civiltà che da oltre due millenni le si è alleata e ha prosperato al suo riparo fino a diventarle infine nemica. Rischiamo di estinguerci come vecchi dinosauri e intanto aiutiamo con parole e opere la sorte fatale, alla fine moriremo per mano dei nostri diritti umani e civili, idoli di carta per cui tanto irrazionalmente abbiamo lottato; ha ragione De Sade a descrivere l’uomo come l’unico animale perverso in natura, ovvero l’unico che mentre muore si affanna ad accellerare il processo facendosi del male. Linda, salvaci tu!
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