Sospetti ribelli Mau Mau prigionieri
Gli Archivi Nazionali Britannici hanno rilasciato dei documenti ufficiali finora segreti. I documenti sono centinaia e rivelano i dettagli dei crimini commessi dal governo britannico nelle proprie colonie, negli ultimi anni di vita di uno dei maggiori imperi del mondo occidentale. Il suo progressivo smantellamento inizia già ai tempi della Prima guerra mondiale, ma diventa evidente negli anni Cinquanta e Sessanta, quando i movimenti anti-coloniali e indipendentisti riescono a trovare un proprio spazio, nel panorama politico ed intellettuale europeo.
L’impero britannico è ed è stato l’orgoglio della nazione, costruito anche attraverso un narrazione positiva della conquista (la famosa civilizzazione del selvaggio).
La scoperta di questi documenti è molto importante per gli storici e per la società, perché danno la possibilità di attestare gli effettivi crimini commessi contro i popoli colonizzati, ma anche le azioni e la mentalità politica degli anni successivi al secondo dopoguerra, particolarmente segnata dal conflitto tra comunismo e democrazia capitalistica. Una parte di documenti, ad esempio, mostra come gli ufficiali britannici di Kuala Lumpur interpretavano tutte le proteste anti-coloniali come prova dell’esistenza di un piano per un golpe comunista [1]. Una possibilità di verificare gli ordini e le azioni dell’esercito – che è l’autore materiale dei massacri – e scoprire l’esistenza di un elenco di studenti keniani negli Stati Uniti che gli ufficiali americani consideravano come “contro-americani” e “contro-bianchi”, tra cui il padre di Barack Obama [2].
Gli archivi sono venuti alla luce dopo che i giudici hanno approvato la richiesta di risarcimento di un gruppo di cittadini del Kenya da parte del Governo britannico, per detenzione illegale e tortura durante la ribellione dei Mau Mau (1952-1960) [3]. Questo su iniziativa del Foreign Office, che ha desecretato circa 8.800 documenti appartenenti a 37 differenti colonie.
La lettura e l’interpretazione di tutta questa serie di documenti avrà bisogno di tempo, ma è possibile accedere ai documenti anche per ricerca personale con l’apertura dell’Archivio Nazionale al pubblico [4].
L’Italia stessa è stata una nazione colonizzatrice, anche se per molto meno tempo, anche se con molte meno colonie. Chissà se anche noi avremo la stessa capacità di consegnare le prove dei crimini che noi stessi abbiamo commesso. Chissà se queste prove potranno essere di dominio pubblico.
Cartolina umoristica anni Trenta
Ovviamente la rimessa in discussione delle politiche e delle ragioni di uno Stato è cosa difficile, ma dovuta. Ricordiamo la vicenda del film Il leone del deserto[5], censurato perché lesivo per l’esercito italiano. Questo nel 1981. La trasmissione del film su Sky, avvenuta nel 2009, ha dato l’avvio ad una serie di riflessioni, tra cui quella del ruolo della memoria storica in Italia e Libia [6].
Non è però solo questione di censura, ma anche di possibilità di verifica: avere a disposizione un documento vuol dire poter fare uno studio storico più o meno preciso. In Italia ancora si aspetta la desecretazione dei documenti sul secondo dopoguerra, di quelli delle stragi ad esempio. Per di più la difficoltà di reperire quelli disponibili cozza contro la poca cura nella gestione degli archivi (per i motivi più disparati) e la lentezza nella digitalizzazione delle fonti – una pratica non ancora accettata, ma più che sfruttata all’estero.
La “dura” realtà, dura anche per gli storici a volte, è che i documenti (di qualunque genere) sono indispensabili nella storia. Sta all’abilità dello storico e dello studioso trovare diversi tipi di fonti e testimonianze per allargare la propria lettura di un evento. Quello che invece si vuole qui sottolineare è la capacità o meno di un governo a rendere disponibili documenti “compromettenti” rispetto a periodi storici che, per quanto lontani o vicini, gettano ombre ed interrogativi: ammissioni che se sporcano una facciata pulita, rafforzano invece la capacità critica dei cittadini.
Lara Marziali
(un ringraziamento a David Sarnelli per i suggerimenti durante la stesura dell’articolo)
Fonti:
- Il Post, I documenti segreti del Regno Unito sul colonialismo
- The Guardian, Colonial Office files detail ‘eliminations’ to choke Malayan insurgency
- The Guardian News Blog, National Archives release colonial papers – Wednesday 18 April
- The Guardian, Britain destroyed records of colonial crimes
Sulla ribellione Mau Mau:
Note (↵ returns to text)- The Guardian Britain destroyed records of colonial crimes↵
- The Guardian Barack Obama’s father on colonial list of Kenyan students in US↵
- The Guardian Mau Mau torture claim Kenyans win right to sue British government↵
- The Guardian News Blog National Archives release colonial papers – Wednesday 18 April↵
- Vedi la voce su it.wikipedia.org↵
- Monica Macchi, Il leone torna a ruggire, (scaricabile a questa pagina su www.formacinema.it)↵
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