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da : http://pellicolerovinate.blogosfere.it/2008/04/gli-eroi-della-domenica-1953-di-mario-camerini.html
"Gli Eroi Della Domenica è uno dei primissimi (e dei migliori) film italiani sul calcio, proprio sullo sport e il suo gioco ad alti livelli. Per l'occasione vi presero parte anche molti giocatori veri del Milan di Nordal e Lieldholm,
dato che la storia è quella che ruota intorno a diversi personaggi prima e durante una partita di serie A tra il Milan e un'altra squadra immaginaria * in crisi e pronta alla retrocessione.
Protagonista assoluto è Raf Vallone, giocatore di calcio mancato e attore per caso (fu lanciato da una parte in Riso Amaro), nella parte di un attaccante fortissimo ma in tramonto di carriera che si vende la partita salvo poi avere il classico rimorso di coscienza e trovare un riscatto incredibile. I ruoli più comici e leggeri sono invece affidati a caratteristi come Paolo Stoppa e Marisa Merlini. In parti minori poi si trovano anche Marcello Mastroianni e Franco Interlenghi".
Il giocatore nel riquadro dell foto del Milan e qui sopra con Raf Vallone e Carlo Annovazzi
esempio di vero Eroe della Domenica.,
da http://www.magliarossonera.it/protagonisti/Gioc-Annovazzi.html
"Carlo Annovazzi, più volte capitano del Milan e della Nazionale, è stato il simbolo della squadra rossonera del primo dopoguerra. Milanese purosangue, "El Carletto de Porta Romana" era nato nel capoluogo lombardo il 24 maggio 1925. Dopo una passione giovanile per la bicicletta, si dedicò al calcio e, tifosissimo dell'Inter e di Meazza, tentò quindicenne di entrare nella squadra del cuore. Fu invece il Milan ad acquistarlo nel '42 dalla piccola formazione in cui militava (per la cifra di 50 lire dalla squadra dei ferrovieri, ndr). L'allenatore rossonero Baloncieri lo fece esordire in prima squadra nel dicembre del '45 e Annovazzi divenne ben presto titolare fisso del centrocampo milanista ricoprendovi, nei primi anni di carriera, diverse posizioni. Nella stagione '46-47 cominciò a giocare come mediano, ruolo che trovò particolarmente congeniale e in cui seppe esprimersi al meglio. Atleta notevole, abile nel gioco di testa, potente e preciso nei lanci, Annovazzi, detto "el negher" perché era un po' più scuro dei compagni, amava andare a rete con sventole micidiali. Specialista nei calci piazzati, segnò il suo primo gol nel marzo del '46 contro l'Andrea Doria, ma la rete che ricordava più volentieri era quella rifilata ai "cugini" dell'Inter in un derby del '46. Sicuro e deciso nel contrasto, veloce nel proporre il gioco offensivo e capace di conclusioni personali, Annovazzi è considerato un precursore del mediano moderno.
Fu convocato in azzurro 17 volte e partecipò ai mondiali del '50 in Brasile. L'eccezionale caratura di questo fuoriclasse è sottolineata proprio dal fatto che, con lo juventino Parola ed il compagno di squadra Carapellese, riuscì ad inserirsi nel blocco del Grande Torino che all'epoca colonizzava la Nazionale. Con il suo straordinario talento, che gli consentì di emergere in una squadra rossonera in cui il gioco era accentrato dal leggendario trio svedese Gre-No-Li, fu uno dei maggiori artefici della rinascita del Milan nel periodo postbellico e della conquista dello scudetto del '51, arrivato dopo un'attesa durata 44 anni. Fu quello l'unico titolo nazionale vinto da Annovazzi negli otto anni di permanenza al Milan, nel corso dei quali segnò 48 reti e disputò 283 incontri, che lo collocano tra i fedelissimi della maglia rossonera. Nel '53 passò all'Atalanta. Grande uomo oltre che grande calciatore, di animo buono e leale, amato da compagni e avversari (era amicone dell'interista "Veleno" Lorenzi) venne strappato agli affetti e al mondo del calcio da un destino tiranno ad appena cinquantacinque anni, nel 1980, quando si occupava dei ragazzi del Milan. (Dal "Calendario Storico del Milan 1992", Alberto Peruzzo Editore) - " È' il centromediano rivelazione del Torneo. Partendo da dietro impone la propria vigoria e la stazza rilevante sotto porta, squassando le difese avversarie, rendendosi artefice della bellezza di 17 reti (secondo miglior cannoniere dopo l'inarrivabile Nordahl). Imprevedibile." (Luigi La Rocca, Milano 2001)
* La squadra immaginaria è la Pro Patria di Busto Arsizio
"La Pro viene citata in molti film in bianco e nero dagli anni 40 fino ai 60', con passaggi più o meno veloci, o ispirando film come nel 1952, quando Mario Camerini, scrive e dirige il film "Gli eroi della domenica", raccontando le gesta di una squadra di provincia, che in campionato sfida il Milan, con i tifosi che la seguono in pullman, macchine e biciclette. Un cast di tutto rispetto con Raf Vallone (calciatore vero nel Toro), Marcelo Mastroianni, Franco Interleghi, come calciatori e Paolo Stoppa nel ruolo di un tifoso sfortunato che non riesce a vedere la partita e se la fa raccontare alla fine, all'interno di un San Siro deserto offrendo un pollo ad un addetto alle pulizie. Con il cameo di Vittorio Pozzo, leggendario ct. della Nazionale che vinse due Mondiali ed un titolo Olimpico. Il clou per la squadra bustocca, lo si raggiunge però nel mitico Eccezzziunale Veramente dei Fratelli Vanzina, con Diego Abatantuono, premio Oscar, mattatore unico, con battute che ancora oggi ad oltre 25 anni segnano la vita quotidiana. Nel ruolo di tifoso interista, centra un tredici "tarocco", proprio grazie al risultato di Carrarese - Pro Patria, quell'anno in C1, che nella realtà era terminato sul 3-0 per i toscani, ma nella finzione cinematografica divenne 0-0.
Con il Diego, nel film il luinese Massimo Boldi, che spesso e volentieri Busto Arsizio, al punto che in uno dei tanti suoi film di Natale, le prime scene sono quelle di Piazza Santa Maria, senza contare le volte che impersona il "Colombo da Busto Arsizio". Come non ricordare anche la citazione nel film del "Compagno Don Camillo", fatta da Peppone-Gino Cervi". (il Bustocco)
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