Il 67% degli europei pranza al bar o al ristorante (ma gli spagnoli sono l’82,5%) e il 58% è convinto di mangiare in maniera sana. Ma, tanto tra i ristoratori che tra i consumatori, molti pensano che il cibo salutare sia più costoso e laborioso da preparare, che ha poco gusto, che è simile ai prodotti dietetici e che non appartiene alla tradizione gastronomica del proprio paese. Sono alcuni dei primi risultati del progetto europeo FOOD (Fighting Obesity through Offer and Demand) presentato il 31 maggio al Parlamento Europeo alla presenza dei maggiori esperti di nutrizione per discutere delle abitudini alimentari in pausa pranzo.
FOOD è un consorzio pubblico-privato coordinato da Edenred, leader nei buoni pasto con il marchio Ticket Restaurant®, che ha come obiettivo studiare il crescente fenomeno dell’obesità in Europa attraverso un approccio che coinvolge ristoratori, aziende e lavoratori di 6 paesi europei (Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Italia, Spagna e Svezia).
I ricercatori hanno lavorato a stretto contatto per più di due anni con l’obiettivo di promuovere i principi di un’alimentazione bilanciata, e per l’Italia ha partecipato come partner scientifico l’Università di Perugia. L’ultimo studio, realizzato dal Karolinska Institutet e dall’Istituto Paul Bocuse, ha coinvolto 52 mila consumatori e 5 mila ristoranti.Come si sceglie il locale dove trascorrere la pausa pranzo? Innanzitutto in base alla rapidità del servizio, a dimostrazione del fatto che il tempo è la variabile indipendente (dalla nostra volontà) più importante di oggi. Segue la varietà nel menu e la distanza dall’ufficio. I prezzi? Sono solo al quinto posto, e la qualità nutritiva delle pietanze offerte addirittura al sesto. Il consumatore sceglie soprattutto di poter mangiare secondo i propri gusti, anche se il 39,3% degli intervistati ritiene importante anche la composizione bilanciata dei piatti.
Nel 64% dei casi i ristoranti offrono delle formule per guidare i clienti (menu completo, menu primo, menu secondo, sconti) ed il 57% ha proposte a prezzo fisso. Il 24% ha visto crescere la richiesta di piatti equilibrati secondo criteri nutrizionali e di porzioni ridotte. Tanto che la stessa grande maggioranza degli chef (90%) riconosce il ruolo decisivo del piatto salutare, uno su due vorrebbe seguire corsi pratici e il 44% sostiene che la domanda da parte dei consumatori di cibo sano sia in aumento.
C’è anche chi sceglie di pranzare in ufficio: perché porta per scelta il pasto da casa(presumibilmente per ragioni economiche), perché non ha alternativa dato che non ci sono bar o ristoranti vicino alla sede lavorativa oppure non ha tempo per la pausa. Il progetto FOOD ha anche elaborato una serie di raccomandazioni utili per i ristoratori, per rendere più sani i menù, e per i consumatori, per compiere scelte più consapevoli anche fuori casa. Alcune raccomandazioni sono comuni ai 6 paesi partecipanti, mentre altre sono adattate alle caratteristiche dei singoli Stati.
Fonte: www.ilfattoalimentare.it