Gli europei stanno perdendo fiducia nell’UE

Creato il 31 luglio 2013 da Capiredavverolacrisi @Capiredavvero

L’Unione Europea perde appeal. Con la crisi economico/finanziaria che continua a tenere imbrigliata l’UE in quello che sembra essere un vortice senza fine, dovuto anche alle politiche d’austerità perpetrate, la percezione che i cittadini europei hanno della nostra Unione monetaria sta cambiando. Chiunque segua le cronache quotidiane, sia italiane che internazionali, potrà facilmente notare come, in diverse forme e maniere, una visone più critica e per certi versi più realistica, sta soppiantando nell’immaginario collettivo l’ottimismo e il fermento iniziali per il progetto europeo.

La prova più tangibile è la crescita di Partiti come: Syrza in Grecia, il Front National in Francia, l’UKIP in Gran Bretagna fino al Alternative für Deutschland in Germania. Tutti questi partiti e movimenti, oltre ad essere bollati automaticamente di populismo, hanno in comune una visone dell’Europa diversa da quella dogmatica dei partiti maggioritari. Inoltre, è interessante sottolineare come questi partiti non siano più una prerogativa esclusiva dei così detti Paesi periferici, maggiormente colpiti dalla crisi e dalle misure d’austerity, ma stiano raccogliendo un sempre maggior consenso anche nei Paesi “Core”, come in Germania e in Francia.

Ma è tutto qui? Il cambiamento di percezione dell’Unione si ferma alle  percentuali che raccolgono questi Partiti? Oppure sta crescendo in maniera latente ma uniforme tra tutti i cittadini europei un nuovo  sentimento verso l’UE?

“Una maggior dose di ottimismo.” Così è stato intitolato il comunicato stampa che ha accompagnato la pubblicazione dell’Eurobarometro di quest’anno. L’Eurobarometro è una serie di sondaggi di opinione condotti regolarmente per conto della Commissione Europea dal 1973. Queste indagini riguardano una vasta gamma di questioni di attualità relative all’Unione Europea in tutti gli Stati membri. Il titolo è giustificato dal fatto che secondo i sondaggi: “in 19 su 28 paesi, quelli che si dichiarano ottimisti sul futuro dell’Unione europea sono più numerosi di coloro che si dicono pessimisti”.

Il comunicato stampa ha però tralasciato una altra serie di dati, pubblicati dal blog OpenEurope, che ridimensionano l’ottimismo tanto ostentato. Secondo i sondaggi effettuati, il numero di coloro che “tendono a non fidarsi” dell’Unione europea è di nuovo al 60%, un aumento del 3% rispetto alla precedente rilevazione. La cifra totale comprende l’83% dei ciprioti (+19% rispetto alla precedente rilevazione), l’80% dei greci (-1%), il 75% degli spagnoli (+3%) e il 71% dei portoghesi (+13%). Per quanto riguarda il nostro Paese, gli Italiani che non si fidano dell’UE sono il 61%. Come era facilmente immaginabile, il livello di fiducia nei governi / parlamenti nazionali in questi Paesi è ancora più basso, ma è plausibile ritenere che ciò sia dovuto all’incapacità di questi organi di non saper trovare una soluzione ai problemi che affliggono questi Paesi indipendente dalle restrittive direttive UE.

Alla domanda “ti senti un cittadino dell’Unione europea?”, la maggioranza (62%) degli intervistati ha risposto positivamente, anche se in tre paesi il numero di persone in disaccordo è più alto rispetto a quanti concordano con questa affermazione. Che tra questi paesi vi sia il Regno Unito non può essere una grande sorpresa, ma è un segnale abbastanza significativo in vista del Euro-referendum promesso dal Premier britannico David Cameron.

Risposte alla domanda:”Ti senti un cittadino dell’Unione Europea?”

Molto prevedibile anche la presenza della Grecia e Cipro, a riprova di quanto la cattiva gestione della crisi abbia appannato, forse in maniera definitiva per quei Paesi, la reputazione della UE. La vera novità riguarda la posizione del nostro Paese, da sempre considerato tra i più Europeisti e il minor margine tra le percentuali di risposte favorevoli (52%) e quelle contrarie (47%).

Anche se la maggioranza relativa degli europei ha un’immagine neutra della UE (39%), la percentuale di intervistati per i quali evoca un’immagine positiva è di pochissimo superiore alla percentuale per i quali è negativa (30% positiva; 29% negativo). Anche in questo caso, in Grecia, Cipro, Spagna e Portogallo la maggioranza (a volte relativa, a volte assoluta) degli intervistati ha “una immagine negativa” della UE.

Il gap democratico insito nell’UE e riconosciuto da quasi la totalità degli osservatori, è delineato con forza dalla percezione del 67% degli intervistati che ritiene che la propria voce non conti nulla:“un aumento di 3 punti che fa salire questo punteggio al suo livello più alto dall’autunno 2004, quando la domanda è stata posta per la prima volta.Questa percentuale è aumentata quasi ininterrottamente dal 53% della primavera 2009. Solo poco più di un quarto degli intervistati (28%, -3) pensano che nell’UE la loro voce conta.”

In conclusione il 49% degli intervistati non crede che l’Unione europea “renda migliore la qualità della vita in Europa”, rispetto al 43% che pensa di sì. I risultati espressi dall’Eurobarometro, che potete trovare integralmente qui, mostrano una tendenza che non è altro che la conseguenza diretta delle errate misure d’austerità imposte, unite al profondo gap democratico presente nell’Unione. Se la mancanza di recettività dei vertici dell’UE verso le ragioni e le istanze dei cittadini dei vari Paesi europei continuerà, queste percentuali non potranno che aumentare.


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