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Gli immobili (inutilizzati) della Chiesa di Francesco per i poveri e ripensa all'uso del patrimonio vaticano per aiutare i deboli.

Da Maurizio Picinali @blogagenzie

Sono decine i grandi e antichi conventi chiusi o semi abbandonati, difesi strenuamente da pochi frati e suore spesso 80enni, determinati a tenere viva la speranza di un nuovo utilizzo legato a una ripresa delle vocazioni. Ed è attorno a questo enorme patrimonio immobiliare che ruotano gli interessi di gruppi privati, spesso legati alla stessa Chiesa cattolica italiana, i quali vorrebbero trasformare le strutture in hotel, residence o case di cura e di riposo.
Di fronte a questa realtà che riguarda centinaia dei circa 100 mila immobili che la Chiesa possiede, papa Francesco ha preso una posizione chiara: i conventi non utilizzati diventino ostelli per i rifugiati, non alberghi perché l'obiettivo non è fare soldi, ma aiutare i più deboli.Gli immobili (inutilizzati) della Chiesa di Francesco per i poveri e ripensa all'uso del patrimonio vaticano per aiutare i deboli.

LO SCONTRO COI CONSERVATORI.
Jorge Mario Bergoglio, visitando il Centro Astalli per i rifugiati di Roma e la chiesa del Gesù casa madre dei gesuiti di tutto il mondo, è entrato con decisione in una discussione che da 30 anni divide la Chiesa in Italia: da una parte la fazione conservatrice di monsignori, religiosi e laici decisa a tenersi stretta il patrimonio immobiliare e usarlo ai fini interni, dall'altra i cattolici detti 'democratici' o di base, i quali spingono invece per trasformare questi beni in altrettante opere di carità.
L'omaggio a padre Pedro Arrupe alla chiesa del Gesù
Giungendo alla chiesa del Gesù il pontefice ha compiuto un gesto il cui significato 'politico' è sfuggito a molti: ha deposto un mazzolino di fiori molto semplici, raccolti nei giardini vaticani, sulla tomba di padre Pedro Arrupe, il generale dei gesuiti che nel 1981 portò la Compagnia a compiere l'opzione preferenziale per i poveri - ovvero l'idea che la Chiesa e i credenti debbano mettere al primo posto di ogni intervento le vittime di vecchie e nuove povertà ed emarginazioni - da cui poi nacquero molte opere sociali e anche, nell'America Latina, la teologia della liberazione, cioè l'appoggio e la partecipazione diretta di religiosi nei governi marxisti)
La scelta di Arrupe venne contestata dentro e fuori la Compagnia, ma l'uomo tirò dritto e, come segno di sfida ai conservatori, pose proprio alla Chiesa del Gesù la sede del Comitato per i rifugiati che lui aveva appena fondato.
USARE I CONVENTI PER I POVERI.
Alcuni in Vaticano evidenziano come Bergoglio abbia voluto, oggi che i tanti conventi vuoti sono nelle mire della speculazione, mandare un messaggio a vescovi e superiori degli ordini religiosi: quei beni non vanno venduti, ma usati per soccorrere le persone più deboli.

Gli immobili (inutilizzati) della Chiesa di Francesco per i poveri e ripensa all'uso del patrimonio vaticano per aiutare i deboli.

MOSSA CON VALENZA IDEOLOGICA.
La mossa del papa, si fa ancora notare Oltretevere, ha anche una valenza ideologica: mentre dalla stessa Curia giungono segnali che vengono letti come di sdoganamento della teologia della liberazione, Francesco richiama l'opzione preferenziale per i poveri.
Ciò, si fa notare in ambienti vicini alla Curia, potrebbe permettere di rivalutare il messaggio, pur continuando a condannare alcuni presunti eccessi passati della teologia della liberazione.
La Chiesa ha circa 100 mila immobili in Italia

Oggi la Chiesa in Italia possiede circa 100 mila immobili, tra i quali vi sono 9 mila scuole, 26 mila tra chiese, oratori, conventi, campi sportivi e negozi e 5 mila tra cliniche, ospedali e strutture sanitarie e di vario genere. Più difficile capire quanti siano hotel, residence e strutture ricettive in genere, perché per la maggior parte sono di proprietà di ordini di frati e suore, e non delle diocesi.

Si tratta comunque di molte migliaia di imprese, perché tali sono, e Francesco oggi prova a scongiurare l'avanzata della componente ecclesiale più orientata al business che alla carità di cui c'è sempre più bisogno.

Gli immobili (inutilizzati) della Chiesa di Francesco per i poveri e ripensa all'uso del patrimonio vaticano per aiutare i deboli.

UN PATRIMONIO TROPPO VASTO.
Dal 1993 al 2003 le opere sociali della Chiesa italiana sono raddoppiate, passando da 11 mila a 22 mila circa, mentre la stessa Chiesa, con 107 mila buste paga (tra servizi, scuole, cliniche, hotel, negozi e uffici), è il primo datore di lavoro in Italia dopo lo Stato.
Di fronte a tutto ciò Bergoglio ha voluto dare anche un altro segnale, che negli ambienti cattolici è stato colto con chiarezza: il patrimonio è esagerato, serve ripensarne dimensioni e utilizzo.
UN CORSO PER GESTIRE I FALLIMENTI.

Mantenere immobili e servizi costa e anche la Chiesa si trova a fronteggiare situazioni d'emergenza. Tanto che, per il 15 ottobre a Roma, la Conferenza episcopale italiana ha organizzato una giornata di studio sul tema 'L'amministrazione dell'ente ecclesiastico, prevenzione e gestione delle criticità; procedure concorsuali'.
Il corso è diretto agli economi delle diocesi italiane, ovvero quasi sempre sacerdoti incaricati da ciascun vescovo di far quadre i conti. E ora questi amministratori vengono chiamati a imparare i mezzi per scongiurare il fallimento di enti e società legati alla Chiesa.
In genere, per soddisfare i creditori prima che vadano dal giudice, si prova a vendere qualche immobile: ma il pontefice stavolta preferisce soluzioni diverse rispetto a quelle del commercialista. Mercoledì, 11 Settembre 2013 da lettera 43.it


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