Gli indignati del governo s’impadroniscono delle piazze spagnole

Creato il 20 maggio 2011 da Madyur

Il movimento “15M” , cioè 15 maggio, la data del corteo di indignados , indignati anti-sistema , ha guadagnato un’attenzione strepitosa nelle ultime giornate cruciali della campagna elettorale in Spagna. Oltre alla stupefatta preoccupazione dei partiti in gara, ormai consapevoli che sarebbe più astuto adottarlo che castigarlo.

Ma il neonato movimento è figlio di internet e di una ribellione che s’ispira liberamente alle piazze arabe : silenziosamente convocati dalla rete, via Twitter , Facebook o email , migliaia di manifestanti si concentrano ogni sera, da domenica scorsa , alla Puerta del Sol di Madrid , il chilometro zero che segna l’ombelico della Spagna e che in queste ore pilota a distanza raduni analoghi a Barcellona , Granada , Saragozza e in un’altra quarantina di città iberiche.

Il tiranno da combattere non ha un volto ma sono tutti i partiti, le banche , la legge elettorale e il bipolarismo che scaturisce il governo. Neanche il leader delle proteste ha un volto “Decidiamo giorno per giorno è soltanto la piazza che comanda qui” spiegano al banchetto delegato alla comunicazione.

Lunedì la polizia l’ha sgomberata, ma la sera c’era già una folla più numerosa che ha scoraggiato le autorità ad usare le maniere dure. Sono sorte le prime tende e si sono cominciati ad organizzare gli spazi ; il centro stampa , lo studio dell’avvocato di turno per la tutela legale, il laboratorio di manifesti e cartelloni , uffici turni per le pulizie. Non mancano neanche l’infermeria e il deposito di oggetti smarriti.

Manca un nome definitivo al movimento , nato come “Democracia real ya” , democrazia vera ora , dal nome di una piattaforma di associazioni e ong. E adesso identificato con la sigla di una data , il 15 maggio.

La giunta elettorale provinciale di Madrid ha bocciato le ultime manifestazioni perché secondo gli arbitri elettorali , questo tipo di concentrazione pregiudica il regolare svolgimento della campagna e finirebbe per violare il diritto dei cittadini alla libertà di voto e la pausa di riflessione precedente l’apertura delle urne. La risposta è stata “Da qui non ci muoviamo”.

La manifestazione abbraccia tutti i ceti e tutte le età. “I giovani sono contro il sistema , perché il sistema li ha lasciati fuori. I politici e i banchieri , che ora stanno tagliando i diritti costati sangue e lacrime ai nostri padri e nonni , sono quelli che stanno convertendo i nostri figli in antisistema. Ma i giovani non sono soli , siamo in tanti a rivendicare un mondo migliore e più equo” dice Cristina, 46 anni.


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