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Gli innamoramenti per le pagine

Creato il 10 giugno 2010 da Patriziacaffiero

plicci
by plicci da flickr

Fino a dieci anni fa leggevo tutto quello che incontravo come se mi investisse la piena.
Provengo da un'infanzia e da un'adolescenza bulimica di libri.
Con transfert dolorosi: mi capitò a quattordici anni di rimanere impigliata ne Il nome della rosa;e a circa vent'anni nella trilogia La Fondazione di Asimov, da cui non riuscivo più a emergere.

Ci sono stati amori maturi, graduali, resistenti per la donne-opere Oriana Fallaci, Anais Nin, Karen Blixen; per la Zimmer Bradley; per fidanzati virtuali (loro non lo sanno, però): per Pasolini, il mio fattore; per Stephen King, per Henry James.
Da adolescente per G. Garcia Marquez. Mi mozzò il fiato la trilogia di Pullman. Possessione della Byatt mi prese a tradimento, durante un giro innocente nella Feltrinelli di Piazza Ravegnana.

I sintomi che provo però, mentre leggevo e leggo, per fortuna, restano: tachicardia, euforia e pura, elementare, acquosa felicità, che a volte mi fa smettere di leggere e mi fa lasciare la pagina a metà per un po', per riprendermi.

Questo mi accade spesso (e sempre più spesso) quando leggo la scrittura di Luisa Ruggio, sul suo blog e sui suoi libri.
Per questo le scrivo nei commenti: ripasso dopo. Rileggo. Mi si era rotto il fiato, ero caduta a metà frase da un burrone, precipitata altrove.

Adesso mi capita di rado di provare il forte istinto di predare l'intera opera di un nuovo autore appena incontrato.
Se questo succede, la casa cambia, e mi trasformo.
Spengo la radio o tv per leggerlo in silenzio.
Chiudo bene le tende e abbasso le serrande.
Mi metto comoda, tolgo le scarpe.
Un amore del genere è esclusivo.
Sta accadendo. Adesso.

Emilio Salgari
Il video

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