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Gli intrighi del dottor Wung /Giallo Tanzania

Creato il 07 novembre 2014 da Marianna06

 

Mediterraneo dar es salam restaurant pizza

 

Kurt e Zoe sono andati a mangiare la famosa pizza. Una capricciosa da leccarsi  le dita.

Proprio bravi ...questi pizzaioli tanzaniani. Hanno imparato bene il mestiere- esclama Kurt.

Il locale, scelto da Zoe, è in effetti accogliente, intimo.

E, diciamolo pure, anche di modeste pretese.

Il che non guasta.

E poi la birra alla spina, rigorosamente bavarese(ma volendo c'è pure la Kilimangiaro locale), è davvero eccezionale per due provati intenditori.

Insomma un mix perfetto  in tavola : Italia più Germania e un tocco di Tanzania.

Fuori gioco ovviamente la Scania, alla quale nessun minimo accenno.

Ma, al momento, per Kurt la cosa non fa problema.

E, inoltre, per lui è  scacco matto.

E cioè niente notte romantica. Semmai notte in bianco.

Zoe è di turno in ospedale.

Quindi al commissario svedese non resta che una bella doccia fredda e poi, a nanna, a rigirarsi nel comodo lettone con mille e più pensieri peregrini in capo.

Nonché la speranza di pervenire  il prima possibile alla soluzione e far scattare  le cosiddette manette.

                       

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Comodamente supino, sguardo rivolto al soffitto, l’attenzione di Kurt si blocca improvvisa, mentre i minuti  trascorrono rapidi, su Wung il cinese.

Quel mostro giallastro e viscido, che non lo ha mai convinto dal primo giorno .

Dalle parole di Zoe, tra una facezia e un discorso serio, la sera stessa è emerso che non erano solo i poveracci a vendere i cadaveri all’ospedale, facendo lei da tramite come lui  già sapeva.

C’era dell’altro.

Wung, a quanto pare, non praticava o non faceva praticare le dovute cure a quei malati,ricoverati d’urgenza, che sapeva non avere mezzi di sussistenza alcuna, né parentela che potesse occuparsene.

E lo scopo era sempre e solo il medesimo.

Procurarsi quanta più carne da sezionare per le sue lezioni di anatomia e  a costo zero.

Più ci riflette Kurt e più si rende conto di non essere lontano da quella che definirebbe senza tema d’essere smentito un’orribile verità.

Gente inerme, vittime  designate di uno strapotere di vita e di morte, assolutamente impossibilitate a difendersi.

Quando spegne la luce dell’abat-jour per provare finalmente a addormentarsi a Kurt pare di vedere certe scene, che il suo immaginario fervido gli propina, manco a farlo a posta, generosamente.

Angeli della morte in camice bianco , complici , che fingono di apportare cure e che , invece, uccidono, consapevoli di farlo.

In cambio di denaro e di favori. Naturalmente.

E, per di più, una rete di omertà che mette i brividi  in quanto, all’apparenza, per tutti, dentro e fuori l’ospedale, ci sono solo esistenze tranquille e appagate.

Alcune delle quali addirittura sopra le righe quanto a lusso e a bella vita.

Vedi Julius, il direttore dell'ospedale, ad esempio.  E non solo lui.

 

Sta per appisolarsi, nonostante l’insistente ronzio di alcune zanzare disturbatrici, che si danno il loro da fare fuori dalla zanzariera, quando il cellulare sul comodino vibra e rischia per pochi attimi di cadere sul pavimento.

Ciao, Kurt. Sono Henning - dice la voce all’altro capo.

Ti distubo? - soggiunge.

Veramente, vista l’ora, cercavo di provare a dormire… -  replica con voce impastata Kurt.

 E lo scrittore : << Il dolore alla spalla, sai, mi tormenta.>>.

<<Domattina mi potresti accompagnare in ospedale? Vorrei farmi fare una radiografia.>>.

<<Potremmo approfittarne, se ci va bene, anche per le nostre indagini.>>.

<<Che ne dici ?>>.

<<Certamente, Henning. Ma ora lasciami dormire. Prova, semmai, con un antidolorifico e riposa>>conclude in fretta il nostro.

E, un'istante dopo, in effetti Kurt è lì che si rigira sul fianco giusto per riprendere sonno.

                                        (continua...)

 

 

Chinese mask 4

 

                            a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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