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Gli italiani non vogliono abbassare tenore di vita, ecco perchè evadono le tasse

Creato il 03 marzo 2015 da Ufficiostampafedercontribuenti @Federcontribuen
Gli italiani non vogliono abbassare tenore di vita, ecco perchè evadono le tasse

"I contribuenti non pagano le tasse per non abbassare il proprio tenore di vita" lo ha detto nella puntata andata in onda ieri, Siamo Noi, su TV2000, l'ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco. Federcontribuenti: centinaia di famiglie non hanno più un tenore di vita, quando abbasserete il vostro? Cosa ne pensate?

Il tenore minimo di una famiglia italiana? Calcoliamola.

Nucleo di 4 persone, due adulti due minori; spesa alimentare mensile pari a 550,00; spesa per luce, acqua, telefonia e gas pari a 120,00; scuola e abbigliamento pari a 100,00; benzina, trasporto pubblico medicinali pari a 150,00; affitto o mutuo per la casa pari a 400,00; imprevisti pari a 100,00. Raggiungiamo la cifra mensile di circa 1,500 euro.

La paga base è pari a circa 700 euro. Sette milioni di lavoratori con meno di 1,300 euro a causa delle 3,500 euro pagate in tasse ogni anno. Non abbiamo calcolato le tasse come Imu e spazzatura, non c'è traccia di sabati sera in pizzeria o di una giornata fuori porta con la famiglia. Abbiamo tenuto conto solo delle spese minime di una famiglia. I dipendenti sono obbligati a inventarsi strategie per arrivare alla fine del mese, mentre, i liberi professionisti o imprenditori possono scegliere se perire sotto l'imposizione fiscale o mettersi una 100 euro in più in tasca a loro rischio e pericolo.

La ricchezza delle famiglie italiane, quindi il loro grado di evasione, andrebbe calcolato in maniera diversa, cioè: quante case hai? Quanti mq è la tua casa? Quante macchine in famiglia? Quanti giorni di vacanza in hotel o in tenda, al mare o sulla neve? Tutte queste cose rappresentato una forma di ricchezza e quindi possono nascondere l'evasione fiscale.

Sempre durante la puntata di ieri è stato intervistato un imprenditore a Panama che aiuta grandi e piccole aziende a dislocare precisando che, ogni altro Paese confrontato all'Italia, diventa un paradiso fiscale proprio perchè, in Italia abbiamo l'inferno fiscale.

Quante fabbriche conoscete in Italia che producono scarpe? Quanti falegnami sono rimasti a costruire mobili? A parte i cinesi, chi fabbrica vestiti in Italia? I costi delle materie prime e sul lavoro rendono proibitivo fabbricare beni di primo consumo perchè significa metterli sul mercato a prezzi esorbitanti, quando possiamo andare in un qualunque showroom che acquista all'estero e che può rivendere con prezzi ridotti fino al 65%. Siamo un cane che si mangia la coda.

Caro ex ministro Visco, nostro e vostro compito, è proprio quello di difendere il minimo tenore di vita, fare in modo di rimettere in moto i motori arrugginiti della nostra economia dando benzina al tessuto industriale. La lotta all'evasione non può condannare ad oltranza milioni di cittadini che nulla hanno a che vedere con questa maledetta evasione. Quando Luca Silvestrone, il direttore del Centrostudi Anticrisi per Federcontribuenti ha parlato a Visco di "Stato di polizia tributaria'' o ha ricordato i continui e interminabili suicidi da parte di cittadini in crisi economica, le anime si sono scaldate. Di suicidi non si parla, si strumentalizza, di Stato di polizia tributaria nemmeno, è stupido.

Ebbene. Ricordare chi si ammazza perchè non sa a chi rivolgersi per risolvere i propri guai economici, lavorativi e finanziari è un modo per ricordare allo Stato che ha delle responsabilità. È un dire al governo che non sta facendo abbastanza! Lo Stato di Polizia tributaria è invece quello strano meccanismo che permette di patteggiare con il fisco cifre milionare e strozza, per poche centinaia di euro, chi ha magari saltato due rate dell'INPS o il bollo auto.

Conclusioni.

Quando vogliamo puntare il dito sul disordine fiscale andiamo a cercare poveri disgraziati da intervistare, mentre, quando vogliamo puntellare la tesi di un ex ministro andiamo a riprendere poveri cristi al mercato che acquistano tre pomodori e non hanno lo scontrino.

Riconfermiamo che l'intero sistema fiscale va riformato, resettato e riscritto con nuovi parametri.

Inoltre siamo contro il reddito minimo di cittadinanza, noi pretendiamo il rilancio dell'industria, grande e piccola, il rilancio del manifatturiero che crea lavoro e ricchezza. Noi vogliamo dare il diritto ad ogni cittadino di vivere del proprio lavoro.


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