Nel mio scorso articolo ho cercato di farti incuriosire sugli obiettivi a vite M42. Ora, e nei prossimi articoli, cercherò di illustrarti meglio i modelli su cui ti potresti orientare, sia descrivendoti nello specifico quelli in mio possesso e che meglio conosco, sia suggerendoti altri modelli reperibili sul mercato.
Iniziamo con i grandangoli.
I grandangoli
I grandangoli sono normalmente definiti come quegli obiettivi la cui lunghezza focale è inferiore ai 50 millimetri e più diffusamente, per convenzione ed uso, si tende a considerare grandangolare ogni obiettivo che scenda sotto i 35 millimetri.
Mi atterrò a tale uso, ma ti ricordo che è un discorso valido soprattutto per le fotocamere con sensore “full frame” (24×36), mentre sulle più diffuse fotocamere con sensore asp-c o m4/3 toccherà operare i soliti calcoli di “focale equivalente” per sapere che angolo di campo ottieni sulla tua macchina fotografica.
In generale i grandangoli sono gli obiettivi meno reperibili e più costosi tra quelli disponibili con l’attacco M42, proprio perché progettati tutti per le pellicole analogiche 24×36 e quindi senza un reale bisogno di rimanere su lunghezze focali estremamente basse.
Del mio corredo fanno parte un MC Mir-20M 20/f3.5 ed un Mir-1Щ 37/2.8, e di questi due modelli ti farò una recensione. Di altri modelli, invece, parlerò brevemente in coda all’articolo.
MC Mir-20M 20mm f/3.5
MIR-20M 3,5/20 by alf sigaro, on Flickr
Il Mir-20 è stato uno dei grandangoli estremi più diffusi prodotti nell’Unione Sovietica. Già negli anni della sua produzione era considerato dagli utenti una buona soluzione alternativa ai più costosi obiettivi tedeschi e giapponesi.
Ti ricordo infatti che nei decenni scorsi, ai tempi dell’analogico, non era affatto facile ed economico trovare obiettivi che avessero una lunghezza focale inferiore ai 28millimetri. Alcuni potevano permettersi un 24mm, pochi un 20mm, pochissimi riuscivano ad andare sotto questa misura. Il Mir-20 era insomma una lente che poteva far risparmiare riuscendo comunque a soddisfare il bisogno di un grandangolo spinto.
Caratteristiche costruttive
La sua costruzione è massiccia, pesante e quasi interamente metallica, come da tradizione sovietica. Per alcuni la forma di quest’obiettivo è sgraziata, ma nell’uso si dimostra tremendamente efficace. La ghiera di scelta A/M (automatico/manuale) è ben nascosta, ed è difficile da attuare per errore. La ghiera di messa a fuoco al contrario è grande, fluida e con una bellissima risposta al tatto: rende facilissima la messa a fuoco di precisione grazie all’accuratezza del suo movimento.
La lente frontale è grande e bombata e non ha la possibilità di montare filtri a vite. Il paraluce è integrato e consta di due piccoli petali che provano (spesso inutilmente) a limitare il flare. In origine l’obiettivo è fornito con tre filtri colorati per il bianco e nero che vanno applicati sulla lente posteriore, all’interno del corpo macchina. Attualmente tali filtri sono inutili in digitale perché perfettamente emulabili sui programmi di sviluppo e fotoritocco.
Su internet si legge anche di persone che hanno adattato piccoli filtri ND circolari alla lente posteriore del Mir, o costruito degli adattatori per filtri ND a lastrina da porre davanti la lente frontale: te lo ricordo nel caso tu avessi l’esigenza o il piacere di fotografare con lunghe esposizioni diurne.
Come si evince dal nome completo del modello, il Mir-20 è dotato di un trattamento MC (multicoated) antiriflesso, il quale però, come spesso accade nel caso di lenti sovietiche, non è particolarmente efficace. Il controluce e le luci laterali vanno quindi gestiti con molta attenzione, anche se devo dire che spesso il flare ed i riflessi prodotti non sono affatto sgradevoli, molto lineari e grafici. Quasi cinematografici, se capisci cosa intendo. Puoi usarli per dare un tocco di creatività alle tue foto.
L’obiettivo è indicato come un f/3.5, quindi abbastanza buio. Però l’ho potuto confrontare attentamente ed a lungo con un Samyang 14/2.8 (che i laboratori attestano di un valore reale T di f/3.1) e posso dire che i tempi restituiti per una pari esposizione sono gli stessi. A mio parere, da dilettante senza strumentazione da laboratorio, ti dirò che il valore di f/3.5 forse è un po’ pessimista e la luce che filtra sembra essere maggiore di poco. È quindi, secondo me, un obiettivo adatto anche a foto notturne, anche al cielo stellato.
La caratteristica principale di questa lente è la distanza minima di messa a fuoco, che è estremamente ravvicinata al soggetto, nell’ordine dei 15 centimetri; ciò permette delle riprese molto particolari e creative, riuscendo bene ad ambientare elementi molto vicini in sfondi lontani.
La stessa caratteristica è utilissima anche in foto di close-up, soprattutto di fiori di medie e grandi dimensioni, o di altri soggetti simili. L’ingrandimento è simile a quello possibile con gli zoom indebitamente nominati come “macro” (con cui si dovrebbero invece chiamare solo obiettivi che raggiungono almeno il rapporto 1:2, e meglio ancora 1:1, cosa che queste lenti non fanno).
Caratteristiche ottiche
La resa in nitidezza di questo obiettivo è ottima al centro del fotogramma, in cui la risolvenza permette di apprezzare dettagli molto fini, meglio di un qualsiasi zoom di costo molte volte superiore. Purtroppo la situazione non è la stessa ai bordi, che perdono molto rispetto al centro (che però, ripeto, è molto nitido) tanto che anche sui sensori aps-c si vede una certa perdita di qualità.
Ottimo, a differenza di molte altre lenti sovietiche, è il contrasto: bianchi e neri sono sempre ben esaltati e differenziati ed in generale non esiste alcun timore di un risultato grigiastro o velato. Anche il microcontrasto non è malvagio, e consente di avere immagini abbastanza “croccanti”.
Lo stesso contrasto però è anche ben dosato, non ti troverai con ombre illeggibili e cieli bruciati facilmente: quest’obiettivo copre ottimamente la gamma dinamica del tuo sensore.
I colori sono tendenti ad una leggera dominante fredda, come consuetudine degli obiettivi di “scuola europea”. Sono però soprendentemente saturi e brillanti e la resa dei cieli, dell’erba, delle masse d’acqua ed in generale dei colori freddi è abbastanza d’impatto. Ti è facile in questo modo anche far risaltare, a contrasto, i colori caldi.
Ho notato una particolare predilezione per situazioni di luce sfavorevole o dura che, sebbene mai consigliabili e peggiori di situazioni con luce radente, con questo obiettivo risultano ancora abbastanza piacevoli e sfruttabili. Ti dico senza remore che, se so di dover fotografare in pieno giorno in esterni, questo obiettivo lo porto sempre con me, e lo preferisco ad altri più performanti o con focali più adatte alla scena.
La distorsione non è particolarmente pronunciata, ma soprattutto è correggibile con qualsiasi programma di sviluppo ed elaborazione, anche senza profili preimpostati. Nel mio caso, su aps-c, basta correggere la distorsione a barilotto di qualche punto percentuale per ottenere un’immagine perfettamente piana.
Lo sfocato, che nei grandangoli spesso è un punto debole, nel Mir 20 è probabilmente da considerare un punto di forza: la resa dei punti luce è circolare e movimentata, il passaggio dalla parte a fuoco a quella fuori fuoco è abbastanza graduale e piacevole ed in generale è tutto meno nervoso e leggibile di quanto ci possa aspettare da un grandangolo. Di contro non è certo uno sfocato cremoso come quello dei teleobiettivi o di grandangoli meno spinti con larghe aperture, ma nella sua categoria di focale rappresenta una delle migliori scelte se vi interessa questo parametro.
La resa generale di questo obiettivo esalta bene, grazie a contrasto, bokeh e facilità di inquadratura, la tridimensionalità dei soggetti, a volte anche in maniera esagerata. Mi è capitato di trovarmi con foto in cui i soggetti sembrano quasi fotomontati su uno sfondo, pur avendo fotografato scene del tutto reali.
Utilizzo e reperimento
Per quanto riguarda l’utilizzo, su aps-c quest’obiettivo diventa quasi un tuttofare: montato sulla fotocamera, magari in iperfocale, potrai usarlo tranquillamente per foto di paesaggio, per fotografia di strada, per architettura, per cogliere dettagli ravvicinati e, con un po’ di pratica e fantasia, anche per ritratti ambientati. Ti posso assicurare che è molto divertente uscire con solo quest’obiettivo che si rivela adatto ad un uso ampio e soddisfacente.
Lo puoi trovare usato, ad oggi, a circa 100-150€, a seconda delle condizioni estetiche e funzionali, ed a seconda dell’incidenza delle eventuali spese di spedizione. Non è facilissimo da trovare presso rigattieri, mercatini o bancarelle e, se lo si trova, spesso il prezzo è comunque abbastanza alto, probabilmente a causa del suo aspetto massiccio che fa pensare ad un’ottica di pregio rispetto ad altre dall’aspetto meno imponente e “professionale”.
Ti informo che queto obiettivo, su molti siti russi, si può trovare ancora nuovo a prezzi spesso molto concorrenziali, pari o poco più alti rispetto all’usato. Allo stesso modo e sugli stessi siti puoi trovare anche la sua versione più recente, il Mir-47 20mm f/2,5, più luminoso ma equivalente per tutte le altre caratteristiche. Il costo di quest’ultima variante è abbastanza superiore sull’usato, mentre sul nuovo lo si riesce a prendere rimanendo anche sotto i 200€.
Ti rammento pro e contro di questa lente.
PRO:
- Ottima nitidezza al centro del fotogramma
- Focale grandangolare comoda sia sul formato pieno, sia sul formato ridotto dove assume l’angolo di campo di un tipico obiettivo da reportage (30mm circa)
- Colori saturi e brillanti
- Distanza minima di messa a fuoco molto ridotta, adatta a riprese ravvicinate
- Resa “cinematografica” dei flare
- Distorsione contenuta (soprattutto su sensori aps-c)
- Eesa migliore del lato grandangolare dei 18-55 tipici dei kit
- Sfocato molto particolare e piacevole
- Buona tridimensionalità
- Resa accettabile in caso di luce dura e sfavorevole
CONTRO:
- Nitidezza dei bordi non al livello di quella centrale
- Sui sensori di formato ridotto l’angolo di campo potrebbe non essere abbastanza vasto per le tue esigenze, soprattutto per paesaggio e architettura
- Teme il controluce e le luci parassite
- La luminosità non è eccezionale per un obiettivo fisso
- Abbastanza pesante e con delle forme che non facilitano la trasportabilità
- Non monta filtri a vite e non ha montature dedicate per filtri a lastra
Mir-1Щ 37mm f/2.8
]MIR-1 2.8/37 by mr. Wood, on Flickr
Il Mir-1 è il classico obiettivo da reportage per macchine fotografiche 35mm. Ciò comporta che su una fotocamera full frame manterrà queste caratteristiche di tuttofare moderatamente grandangolare, mentre su fotocamere con sensore ridotto cambierà in parte caratteristiche, arrivando ad ottenere l’angolo di campo tipico di un “normale”, cioè di un 50mm circa. Sarà quindi molto diverso l’utilizzo che potrai farne a seconda del tipo di sensore montato sulla tua fotocamera.
L’obiettivo ha una storia molto lunga: nato sulle orme dello Zeiss Flektogon 35/2.8 ha avuto uno sviluppo proprio talmente ben fatto da fargli vincere un premio all’esposizione mondiale di Bruxelles del 1958; da allora è stato prodotto in molte versioni, ed è ancora acquistabile nuovo nei Paesi dell’ex blocco sovietico.
La versione più diffusa è il Mir-1B con attacco m42 (ne esistono con attacco m39 a vite, nonché con attacco T, quindi attenzione a quando ne cerchi una copia), ma puoi trovare differenti lettere accanto alla cifra “1”. Il mio è una versione del tutto identica all’1B e, parlando con un appassionato russo, sono stato informato che la differenza di lettera è dovuta solo alla destinazione della produzione. La versione Щ (spesso traslitterata malamente in “W”, ma dovrebbe essere una “S”, visto che la lettera va pronunciata circa come “sc“) è una versione dedicata all’insegnamento della fotografia ed alle relative scuole presenti in Russia ai tempi del comunismo.
Caratteristiche costruttive
La costruzione è variabile a seconda della versione e dell’epoca di produzione: puoi trovarne esemplari più metallici ed altri più plasticosi, ma in generale l’obiettivo si presenta come una lente piccola, leggera e facilmente maneggiabile. E’ sempre dotato di una ghiera di preselezione, che serve a scegliere il diaframma minimo che si vuole utilizzare in un determinato contesto.
Per chiudere effettivamente il diaframma all’apertura prescelta, bisogna muovere un’altra ghiera fluida (e non a scatti) fino ad avere la profondità di campo o l’esposizione che si vuole ottenere. Questo tipo di meccanica si chiama appunto “preset” o “preselezione” e si rivela molto comoda sia per poter focheggiare a tutta apertura e poi chiudere il diaframma solo in seguito (sfruttando quindi un mirino più illuminato), sia per la realizzazione di video, perché i passaggi di luce non sono netti ed improvvisi, ma graduali ed appunto fluidi.
Ti avviso, infine, che tutti gli esemplari che ho provato (e concorde tutta la letteratura disponibile su internet) presentano una ghiera dei diaframmi che va girata in senso contrario rispetto alla ghiera di preselezione: girando ciò verso l’indicazione f/2.8 della ghiera di preset il diaframma si andrà a chiudere, mentre girando verso f/16 il diaframma si aprirà.
Caratteristiche ottiche
La ghiera di messa a fuoco è molto ravvicinata al corpo macchina, ed in qualche caso non è di immediata individuazione, poiché è grande esattamente come la ghiera di preselezione e la ghiera dei diaframmi. All’inizio la presenza di tre ghiere simili ti può provocare un po’ di confusione, ma è facile farci la mano.
La nitidezza di questo obiettivo è variabile: a f/2.8 l’obiettivo si presenta morbido, ma non in maniera eccessiva. E’ adattissimo alla ripresa di soggetti vicini e mediamente lontani, mentre ad infinito ed in presenza di molta luce forse la morbidezza diventa eccessiva, impastando troppo dettagli e colori. Da vicino, ad esempio per ritratti ambientati o dettagli, dà invece un’ottima resa in termini di dettaglio presente.
Ad f/4 la resa cambia completamente e diventa una lente molto nitida e con un carattere abbastanza neutro ed adatto ad ogni contesto. Da f/5.6 in su puoi tranquillamente utilizzarlo anche per sottolineare i dettagli più minuti e precisi.
Lo sfocato è interessante ed ovviamente dà il meglio di sé a tutta apertura: il passaggio dal fuoco al fuori fuoco è estreamente ben dosato, il che aumenta di molto la sensazione di tridimensionalità. La resa dei punti luce è circolare, a pallini abbastanza grandi. In generale lo sfocato è abbastanza leggibile, ma anche morbido e molto staccato dai soggetti a fuoco. Nonostante questa leggibilità in non potrei definirlo nervoso, anche se di certo non risulta omogeneo o cremoso
Dell’eccellente tridimensionalità ti ho già detto ed aggiungo che chiudendo il diaframma si ottiene anche un ottimo stacco dei vari piani di fuoco, il che rende questo obiettivo valido per enfatizzare interni e paesaggi che presentino una pluralità di piani diversi tra loro.
Il Mir-1 soffre moltissimo la luce parassita ed il controluce: nel mio utilizzo quotidiano non ho notato grandi problemi di flare e riflessi (anzi, non ne ho mai accertato l’esistenza), piuttosto il problema principale è il crollo del contrasto, e della saturazione dei colori non appena qualche fonte di luce colpisce in maniera errata la lente. E’ d’obbligo, con questo obiettivo, avere un paraluce sempre montato che possa ovviare al problema.
In condizioni di luce favorevole, il Mir-1 ha un contrasto notevole ed una resa del colore ricca anche se poco incline a far risaltare sottili passaggi tonali: piuttosto è indicato per esaltare colori forti ed accesi. La tendenza del mio esemplare è quella di dare dei colori leggermente virati su toni caldi, ma la sua lente frontale è palesemente ingiallita col tempo, quindi non so quanto questa caratteristica di colore sia di tutti gli esemplari o solo del mio. Ti posso dire però che se ne trovi un esemplare con lente ingiallita puoi comprarlo senza pensarci troppo perché la resa è piacevolmente calda, ma allo stesso tempo facilmente neutralizzabile in post-produzione.
La distorsione è, per quel che mi riguarda, trascurabile. Anche per generi particolarmente precisi, in postproduzione bisogna agire al minimo per ottenere linee corrette.
La distanza minima di messa a fuoco è abbastanza lunga, quindi l’obiettivo non è particolarmente adatto a riprendere dettagli ravvicinati. In compenso la sua resa è eccezionale sia utilizzandolo invertito (con un anello di inversione per macro), sia utilizzandolo sui tubi di prolunga, sia utilizzandolo invertito sugli stessi tubi (configurazione attraverso la quale si raggiunge un ingrandimento di circa 3:1). La resa in macro è eccellente, grazie all’ottimo contrasto, ai diaframmi chiusi che consentono di avere una risolvenza più che adeguata e ai colori sgargianti che questa lente riesce ad ottenere.
Utilizzo e reperimento
Cosa puoi fare con questo obiettivo? La risposta ancora una volta dipende dal sensore della tua fotocamera. Su aps-c e micro4/3 questo 37 assumerà rispettivamente l’angolo di campo di un 55mm circa o di un 74mm, mentre sul formato pieno manterrà la sua caratteristica originaria di obiettivo da reportage o fotografia di strada, con la possibilità di fare anche ottimi paesaggi.
Per gli stessi generi è utilizzabile anche su aps-c, dove però occorre essere più lontani dai soggetti. Si guadagna però la possibilità di utilizzare il Mir-1 come obiettivo da ritratto, ma è difficile escludere qualche genere: 55mm, in fin dei conti, è la focale “normale”. Su formato ancora più piccolo la lente diventa un mediotele da ritratto, anche se se ne possono sfruttare le caratteristiche prospettiche grandangolari della focale per un particolare ibrido sui paesaggi.
Il suo costo è quasi sempre compreso tra 40€ e 60€, a seconda delle condizioni, del particolare sotto-modello e dell’incidenza dei costi di spedizione. A volte, raramente, è possibile reperirlo anche a meno di 40€. E’ molto facile trovarlo nei mercatini offline, oltre che dai distributori online, distributori da cui si può acquistare anche nuovo (a cifre molto variabili).
Anche il Mir-1 ha un “fratellone” più recente: il Mir-24 35mm f/2.0, più luminoso, con una focale appena diversa ma con caratteristiche abbastanza differenti di resa da non renderli quasi interscambiabili come il Mir-20 ed il Mir-47 di cui ti ho parlato prima.
Ti rammento pro e contro di questa lente.
PRO:
- Focale interessante sia sul formato 135 (o full frame), sia sul formato ridotto aps-c.
- Buona nitidezza a partire da f/4.0
- Sfocato particolarmente interessante per essere un grandangolare
- Costo irrisorio
- Dimensioni e peso estremamente contenuti
- Facilissima reperibilità
- Ghiera di preselezione, che ne rende più facile l’utilizzo
- Ottima tridimensionalità
- Buon contrasto
- Distorsione quasi nulla
- Flare esteticamente interessanti se gestiti a dovere
- Ottima resa in macro, se utilizzato su soffietto, tubi di prolunga o anello di inversione
- Diametro filtri ridotto (49mm)
CONTRO:
- Resa morbida a f/2.8. Va bene per i ritratti, ma non per altri generi
- Estremamente poco resistente alle luci parassite, diventa quasi inutilizzabile se non si monta un paraluce
- Distanza minima di messa a fuoco troppo lunga, che dà poco ingrandimento nelle riprese ravvicinate
- Costruzione altalenante esemplare per esemplare, vista la vastità della produzione e l’economicità del prodotto.
- Forse troppo lungo per micro4/3 e sensori più piccoli
- Ghiera di messa a fuoco troppo vicina al corpo macchina, bisogna abituarsi alla posizione
- Tre ghiere identiche con tre funzioni diverse richiedono abitudine nell’uso
Altri obiettivi
Come ti ho detto più volte il mondo delle ottiche m42 è ampio e variegato, quindi i due Mir che ti ho descritto (e le loro due varianti principali) non sono assolutamente le uniche due possibili scelte di lenti sotto i 50mm di focale. Ne esistono molte altre, decine di modelli diversi e marche diverse.
Ho deciso di recensire queste due lenti perché in mio possesso e perché a lungo utilizzate nella pratica fotografica quotidiana, mentre avrei difficoltà a descrivere con la stessa precisione altri obiettivi, anche famosi, che però ho maneggiato poco o affatto.
Ti posso indicare però che tra i marchi con una fama consolidata ci sono sicuramente Pentax con i suoi Takumar e Zeiss con i Flektogon e Distagon. I prezzi di questi obiettivi possono andare da una settantina di euro fino anche a più di un migliaio, e anche oltre. Sono dunque mediamente più costosi dei modelli russi, ma spesso anche più performanti.
Fra i marchi che invece raggiungono quotazioni meno elevate e con cui quindi è più facile sperimentare e divertirsi, ci sono sicuramente Kiron, Tamron, Vivitar, Sigma, Tokina e molti altri (spesso rimarchiature degli stessi obiettivi). Per somme al di sotto di 150€ ti permettono di acquistare focali dai 17mm ai 40mm con luminosità fino ad f/2 e buona, se non ottima, qualità di immagine.
Se ne vuoi sapere di più, o vuoi avere qualche informazione generale in merito a qualche specifico modello, ti invito ad iscriverti al forum di FotoComeFare ed a lasciare una domanda nell’apposita sezione sull’equipaggiamento, magari verificando con la ricerca interna che non se ne sia già parlato e che non ci sia quindi già la risposta ai tuoi dubbi.