Gli Osservatori

Da Gloutchov
Romanzo di Robert Silverberg. Fantascienza, di quella classica, quella che piace a me. 
Siamo in un futuro remoto (ehm... il 1982) del nostro pianeta. L'uomo possiede tecnologie che oggi non immaginiamo, viaggia nel sistema solare, ma ancora è una "scimmietta ammaestrata" nei confronti dei due popoli che ci osservano di nascosto. Attorno al nostro pianeta, ma non solo, ci sono migliaia di navi aliene intente a studiarci. Ci studiano da lunghissimo tempo, prima per curiosità, poi sempre più con apprensione. Il motivo è semplice. La razza umana è una sorta di "eccezione" dell'universo, è l'unica capace di viaggiare nello spazio senza ancora aver raggiunto un livello di civiltà dall'alta moralità, una condotta assolutamente pacifica, eccetera eccetera. Questo fa dell'uomo una sorta di spina nel fianco di entrambe le specie aliene che ci osservano perché... l'uomo, potrebbe diventare un elemento instabile per la pace nell'universo. Difatti i Dirniani e i Kranazoi convivono in una sorta di equilibrio precario... si sopportano, più che altro. La loro è una guerra fredda di altissimo livello che... una nostra intromissione potrebbe far crollare miseramente. Ma la fantapolitica è solo di contorno in questo romanzo... la storia racconta le vicende dell'equipaggio di una nave d'osservazione Dirniana precipitata sulla terra a causa di un'avaria. Mentre i Kranazoi dànno la caccia ai superstiti sospettando che il guasto tecnico fosse un sottile trucco per avere un primo contatto con i terrestri aggirando i regolamenti strettissimi che regolano le osservazioni, le pattuglie di Dirna cercano di recuperare i propri uomini prima che questi vengano "trovati" dai nemici, o dalle autorità terrestri. I superstiti si trovano però costretti a chiedere aiuto a dei terrestri. Tutti e tre, infatti, devono lanciarsi dalla nave ancora in volo, prima che questa esploda, e il loro impatto col suolo è tutt'altro che morbido. Gambe rotte, ossa spezzate, traumi interni...
Lo stile di Silverberg si nota sin dalla prima riga del romanzo. I personaggi hanno emozioni tangibili. Ognuno di loro ha un passato, i propri demoni, i propri sogni. Esseri con pregi e difetti. La scrittura è pulita, dettagliata, e per quanto il romanzo sia stato pubblicato nel 1967, a parte un troppo alto ottimismo tecnologico, il resto appare credibile in tutto e per tutto. Del resto Silverberg è un ottimo conoscitore della razza umana, e forse anche di alcune specie aliene, perché il modo in cui li descrive, e descrive la loro società, è tale da non lasciare dubbi, o incredulità. Fantascienza da leggere volentieri... del resto, Silverberg non mi ha mai deluso.

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