Le vie della creatività letteraria sono imperscrutabili, in fondo, e ancora di più lo sono quelle del mondo editoriale. Anche se non dovrebbe essere un discrimine molto valido, ci sono stati, e ci sono, scrittori di estrema prolificità, e altri che hanno esaurito, per le contingenze più varie, la loro vena letteraria piuttosto presto. E poi ci sono quelli da un solo romanzo: “categoria” tutta particolare che annovera nomi importantissimi e titoli che sono entrati nella storia della letteratura.
Da Harper Lee, autrice de Il buio oltre la siepe, a Emily Brontë con il suo Cime tempestose, dalla Margaret Mitchell di Via col vento a La capanna dello zio Tom di Harriet Beecher Stowe. In quest’ultimo caso, a dir la verità, i romanzi scritti sono molti di più, ma vi sfidiamo a citarcene almeno un paio, a memoria.
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La lista è molto lunga, e potrebbe continuare con nomi legati, nonostante la relativa prolificità, a un solo libro, quali Joseph Heller, con Comma 22, o Erich Maria Remarque con Niente di nuovo sul fronte occidentale, o ancora Mary Shelley, il cui nome è legato in maniera indissolubile a Frankenstein.
Se vogliamo anche la Recherche di Proust è un unico romanzo, per quanto monumentale. Ci sarebbe poi da considerare la questione degli pseudonimi, usati a volontà tanto in passato, quanto, come dimostra il “caso Rowling” a tutt’oggi.
Da ultimi, ma non meno importanti, gli scrittori pubblicati postumi. Per fare un nome italiano, e uno straniero, accomunati tanto da vicende umane sfortunate quanto dalla lucidità di visione del mondo: Guido Morselli e Franz Kafka.
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