"Chi guadagna 500 € al mese è uno sfigato, per fortuna sono pochissimi in Italia", pontificava la scorsa settimana un noto politico. Oltre alla completa mancanza di tatto, però, il nostro eroe ha messo in evidenza la sua totale ignoranza in materia, segno di come, la nostra classe dirigente non ha la più pallida idea su come se la sta cavando il Paese reale, travolto dalla crisi e imprigionato dal precariato.
Escludendo i molti pensionati, sfigati di diritto, costretti a vivere con cifre di poco superiori ai famosi 500 €, sono tantissimi i lavoratori che dobbiamo annoverare nella suddetta categoria. La disoccupazione nazionale, infatti, ha sforato il tetto del 9% (per la precisione, è arrivata al 9,2%), percentuale che sale ad un mostruoso 31,1% per i lavoratori con meno di 25 anni: uno su tre non ha lavoro, mentre gli altri 2 devono barcamenarsi tra co.co.pro. da fame e stage sottopagati o addirittura gratuiti. Per queste persone, senza sussidio di disoccupazione o cassa integrazione o, quando lavoratori, prigionieri di fantasiose forme contrattuali, i 500 € dello sfigato sono una chimera irraggiungibile. Per fortuna, l'Isfol ci tiene a farci sapere che circa un milione e mezzo di lavoratori parasubordinati (cioè, quei lavoratori che stanno a metà strada tra il lavoro autonomo e quello dipendente, zona in cui abbondano i co.co.pro.) devono contare su un reddito medio di 9.800 € l'anno, sottolineando che, inoltre, nel 70% dei casi la forma contrattuale viene imposta dal datore di lavoro. Forse, ammette candidamente l'istituto, per nascondere forme di lavoro subordinato.
Ma suvvia, che hanno questi parasubordinati da lamentarsi? Siamo oltre la soglia sfigati di ben 300 €, somma enorme con cui i nostri fortunati possono sicuramente vivere una vita comoda e dignitosa. Anche se, a dir la verità, qualcuno potrebbe metterlo in dubbio: ovvero, quell'altro noto politico che, qualche mese fa, affermò, senza arrossire dalla vergogna, di trovarsi in seria difficoltà a vivere in una grande città come Roma con appena 4.000 € al mese. Una miseria con cui, probabilmente, riuscirà a malapena a far fronte ai rincari di quest'ultimo periodo. Ma è solo il reddito la discriminante? Oppure possiamo considerare sfigati anche quelli che cercano illusioni, non per pigrizia, ma per avere quella sicurezza economica e sociale che permetta loro di realizzarsi, personalmente e professionalmente e di metter su famiglia senza essere costretti a fare i salti mortali per arrivare a fine mese, nonostante il magro stipendio?
La verità è che, ormai, gli sfigati sono tanti, mentre troppo pochi sono quelli che si preoccupano veramente di loro e troppi sono quelli che, con arroganza, parlano di questo gravissimo problema, senza saperne nulla.