“I 30 di Silvio contro i 300 di Alfano”. “I 30 di Silvio contro i 300 di Alfano”. I titoli dei giornali che riassumono la rivolta dei parlamentari PDL contro Berlusconi rimandano un po’ ai famosi 300 della spedizione di Pisacane a Sapri e un po’ al drappello di indomiti spartani di Leonida. Qui però non c’è niente di epico, e l’unico ideale in ballo è la salvaguardia della propria poltrona in vista di elezioni che si preannunciano drammatiche.
Razionalmente, anche se gli alfaniani fossero 3000 e gli spartani di Berlusconi soltanto 3, punterei tutto sul vecchio Silvio perché, paradossalmente, tra i due, è lui l’unico potenziale innovatore, mentre Alfano che si spaccia per nuovista è ormai il rappresentante degli interessi degli ex AN, degli ex PSI, degli antileghisti incalliti e di tutti coloro che con la scusa di tenere in vita il partito non vedono l’ora di gettarsi nelle braccia di Casini e di un secondo governo “tecnico”.
La cosa potrebbe anche non interessare la Padania se non fosse che di mezzo ci sono le elezioni in Lombardia e che la battaglia tra fazioni del PDL si gioca anche e soprattutto su questo fronte con un Berlusconi che si ricorda di essere un imprenditore brianzolo e appoggia una candidatura Maroni rispolverando vecchi cavalli di battaglia su tasse e impresa e un Alfano che, lontano anni luce dalla realtà lombarda, si ostina a seguire i desiderata di Formigoni e appoggia un Albertini la cui corsa non farà altro che agevolare la vittoria della coalizione PD-UDC.
Una situazione intricata che vede i vari commentatori padanisti schierati su due fronti: c’è chi dice che occorrerebbe turarsi il naso e, nel caso, intrupparsi dietro Albertini e chi, come l’ottimo Gilberto Oneto, sprona alla rottura totale con ogni declinazione del PDL e incita alla corsa solitaria in alleanza con altre liste autonomiste.
Probabilmente, visto quanto scritto finora, ci sarebbe una terza via: una lista Maroni Governatore, affiancata naturalmente dalla Lega Nord e appoggiata da una lista di giovani senza macchia (vedi i “formatta tori” vicini a Cattaneo, sindaco di Pavia) gradita e sponsorizzata dal Cavaliere ma senza il marchio PDL che comunque nei suoi piani andrà in cantina. Il tutto naturalmente aperto alle liste autonomiste e civiche che avranno le carte in regola.
A quel punto sarà bello capire chi finanzierà davvero la campagna di Albertini e quanti voti prenderà fuori dalle mura della città di Milano. Perché un conto sono le firme degli amici della Milano alto-borghese e un conto i voti degli imprenditori e della media borghesia impoverita da questo governo che loro invece esaltano.
In ogni caso, quei voti, non saranno abbastanza per dar fastidio alla nuova compagine politica pro Maroni, una nuova “Lega Lombarda”, che sulle ali del rinnovamento, della pulizia, della lotta durissima alla mafia, del catalanismo e nel segno dell’autonomia fiscale più spinta non farà fatica a spazzare via ogni vecchio arnese, di sinistra o destra che sia.
Max Ferrari (pag. 2 La Padania del 01-11-2012)
http://maxferrari.net/2012/11/01/gli-spartani-di-silvio/
http://ifttt.com/images/no_image_card.png November 01, 2012 at 02:50PM