Magazine Basket

Gli Spurs e l’off-season (quasi) perfetta: sarà ancora tempo di gloria?

Creato il 11 luglio 2015 da Basketcaffe @basketcaffe
LaMarcus Aldridge, San Antonio Spurs - © 2015 twitter.com/espnstats

LaMarcus Aldridge, San Antonio Spurs – © 2015 twitter.com/espnstats

Dopo la meravigliosa cavalcata di due stagioni fa, culminata col devastante successo nelle Finals contro gli Heat, l’anno passato gli Spurs hanno vissuto una regular-season, per i loro standard, tra alti e bassi, assai più rilassata e tranquilla della furente e delirante precedente. Semplicemente perdendo l’ultima gara della regular season contro i più motivati Pelicans, poi, San Antonio si è regalata subito ai playoff uno scontro da brividi contro i Clippers, perso al termine di sette gare meravigliose soltanto davanti ad una magia di Chris Paul.

E’ probabile, però, che in quel momento non fossero pochi i pensieri e i dubbi dentro la testa di coach Gregg Popovich e dei suoi giocatori, su un futuro che sembrava poter regalare molte meno soddisfazioni rispetto al glorioso passato recente. Ci ha pensato un’off-season condotta magistralmente in tutti i suoi aspetti, però, a ridare ai texani una posizione di vertice (e forse la vetta?) quando saranno pronti i blocchi di partenza della prossima annata.

La prima mossa è stata riconfermare il re dello scacchiere in casa Spurs. Kawhi Leonard, MVP delle Finals targate grigionero due anni fa, ha finalmente giocato una regular season da protagonista, abbinando ai 16.5 punti a partita delle prestazioni difensive da manuale (7.3 rimbalzi, 2.3 rubate e quasi una stoppata a partita), che non a caso gli sono valse il premio di Defensive Player of the Year davanti a Draymond Green. Oltre i 20 punti e i 7 rimbalzi in post-season, Leonard è ormai il punto focale della squadra e il nuovo contratto non poteva che portare con sé tanti milioni di dollari, quanti sono effettivamente i 90 che il nativo di Riverside guadagnerà per le prossime cinque stagioni a San Antonio. E’ comunque una cifra ragionevole pur nel suo massimo di squadra, considerando ad esempio i 145 che guadagnerà nello stesso periodo Anthony Davis a New Orleans. Di certo, Leonard non mancherà di dimostrare il suo valore e di valere l’investimento.

It's official! Timmy D is back for his 19th season with the Silver & Blackhttp://t.co/JzanMulcRy pic.twitter.com/LrFwqzMIM1

— San Antonio Spurs (@spurs) July 9, 2015

Gli Spurs hanno poi la fortuna di ritrovarsi in squadra dei campioni senza età, dentro e fuori dal campo. I 17.9 punti e 11.1 rimbalzi a partita nella serie contro i Clippers devono aver convinto Tim Duncan che non era ancora il momento di chiudere bottega. Tornerà in campo dunque per la sua 19esima stagione da professionista, senza però pesare eccessivamente sulle casse della squadra, dato che si è dimezzato lo stipendio (percepirà circa 5 milioni di dollari) per far rientrare San Antonio nei costi per i suoi nuovi acquisti. Lo stesso vale per un altro pilastro di questa squadra, Manu Ginobili, proveniente da un’altra stagione d’impatto dalla panchina (10.5 punti a partita), e pronto a firmare un accordo ai minimi termini per 5 milioni nelle prossime due stagioni. Sarà certamente un piacere (ri)vedere entrambi sui parquet NBA, augurandosi che anche Tony Parker, ancora giovane e prestante, abbia chiuso con i problemi fisici e possa tornare ad incantare la Lega, saldamente nella cabina di regia texana.

Molte avversarie degli Spurs dovrebbero chiedere informazioni su come rifirmare i propri talenti a prezzi contenuti, per usare un eufemismo. Danny Green non è stato l’anno passato al livello dei due precedenti, soprattutto ai playoff, fermandosi a 8.3 punti a partita con il 30% da oltre l’arco, ma è un pezzo insostituibile del puzzle di Popovich e ha confermato la voglia di restare in maglia grigionera anche per le prossime quattro stagioni, “accontentandosi” di un contratto da 45 milioni di dollari, di molto inferiore a quelli firmati da molti colleghi in giro per gli States. Reggie Jackson, ad esempio, pur essendo tra le guardie in prospettiva più talentuose in NBA, ha firmato con i Pistons un contratto esorbitante da 80 milioni di dollari per le prossime cinque stagioni. Un accordo che, più che a quello di Green, assomiglia molto più a quello trovato dagli Spurs con il vero colpo della loro off-season, LaMarcus Aldridge. Tra i pezzi più pregiati di questa free agency, Aldridge ha firmato un quadriennale per 80 milioni di dollari, con una player option al termine della terza stagione. Porterà con sé i 23.4 punti e 10.2 rimbalzi a partita visti la scorsa stagione a Portland, oltre alla consapevolezza di formare con Duncan una coppia di lunghi a dir poco formidabile in quel di San Antonio.

It’s OFFICIAL! Welcome to the family, @aldridge_12! #LAinSAhttp://t.co/qRqrOaV2A8 pic.twitter.com/pi1RPWlbMM

— San Antonio Spurs (@spurs) 9 Luglio 2015

Se il nativo di Dallas è un colpo da capogiro, la magia degli Spurs è continuata nell’aggiudicarsi David West, cercato da molte squadre NBA, con un contratto di un anno al veteran’s minimum, quotato “appena” 1.4 milioni di dollari per le sue prestazioni nella prossima stagione. Boris Diaw completa una batteria di lunghi che, nonostante non sia più di giovanissima età, ha in prima fila un leader infinito ed un nuovo prode guerriero pronto per mille battaglie in Texas, oltre a due uomini d’esperienza e di qualità indiscussa alle spalle. A completare il roster, dopo le partenze comunque importanti di Marco Belinelli verso Sacramento e di Cory Joseph verso Toronto, saranno Patty Mills, Kyle Anderson e il neo arrivato Ray McCallum. La combo guard ex Detroit Mercy arriva da Sacramento Kings via trade per una seconda scelta del 2016.

E mai dimenticare che sulla panchina di San Antonio siede ancora il professor Popovich, pronto ad insegnare ogni tipo di arte ai suoi adepti per tornare sul trono NBA. Con un anello al dito della seconda mano utile, magari. Per non far dimenticare a nessuno che la dinastia Spurs non ha ancora intenzione di scrivere la parola fine sul libro dei suoi infiniti successi.

 

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog