Gli stagni di Mosca. Il viaggio poetico di Francesca Tuscano.

Creato il 11 luglio 2012 da Cirano2
La poesia mi sorprende sempre. Ha ragione Heidegger quando afferma che il poeta ha la capacità di schiudere mondi nuovi, quel "dire originario" che lo equipara al primo Adamo.Capita così di avere fra le mani l'ultimo libro di Francesca Tuscano: Gli stagni di Mosca (http://www.lavitafelice.it/libri-francesca-tuscano-gli-stagni-di-mosca-6735.html)   e di ritrovarsi in quei mondi nuovi. E' un lungo viaggio quello che percorre la nostra autrice partendo dall'antica Chora, oggi Bova, un meraviglioso borgo nell'area grecanica del reggino, per arrivare all'amata Mosca, terra elettiva della Tuscano, per amore e cultura.E così il susseguirsi dei versi accompagna il lettore dagli stagni della madre Russia, fino alle "rocche cave" del sud calabrese che dal mare si arrampicano fino al cuore dell'Aspromonte.Tra le liriche esplodono indignazioni vecchie e nuove, passino mai sopite, ricordi che sono lì in fondo al cuore per rammentare.Costante è l'anelito di libertà, recuperata nella sua accezione più vera e sovversiva, libertà di scegliere, di amare, d'incontrare l'altro come opportunità e risorsa per il cambiamento.Leggendo e rileggendo intravedo numerosi metariferimenti:- "Non è la morte che rende uguali" (Italo Calvino)- "Il senso della rivolta, che pure è ormai l'unico segno che possa essere segno" (Albert Camus)- "Ma il ritorno è un altro tipo di esilio" (Cesare Pavese)- "L'obbedienza è contro la virtù" (Don Milani)Per un attimo la mia  deformazione professionale mi assale, penso a quanto sarà bello al rientro a scuola leggere e condividere questi versi con gli studenti. Fino ad allora li tengo tra le pagine, il mio cuore e il blog.                                                                            

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