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Gli Stati Uniti e i rifornimenti ai ribelli anti-Assad. Le accuse di Amnesty ai curdi siriani

Creato il 13 ottobre 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Si parla di missili anticarro e altre armi consegnate ai ribelli anti-Assad. E’ questa la risposta americana dopo l’aumento di raid russi nell’area in queste ultime settimane. Così, mentre la corsa agli armamenti si fa inarrestabile, Amnesty International muove l’accusa di crimini di guerra ad alcuni gruppi di curdi siriani. Sarebbe questo il panorama politico e militare della Siria in queste ultime ore. Sul rifornimento massiccio di armi da parte degli Stati Uniti si è pronunciato di recente il New York Times. Stando alle prime ipotesi, gli Stati Uniti avrebbero rifornito i ribelli anti-Assad, dopo che la Russia ha dichiarato l’offensiva in Siria. C’è già chi parla di un nuovo scenario di “Guerra Fredda” in un terreno neutrale. Ma il New York Times afferma, inoltre, di come i missili anticarro targati “Usa” non siano certo una novità in Siria. Già nel 2013 arrivavano in territorio siriano per armare i ribelli addestrati dalla Cia, secondo un programma segreto a cui facevano capo Stati Uniti e Arabia Saudita, oltre ad altri Paesi alleati. Le stime parlano di mezzi corazzati e missili Tow, che sarebbero stati condotti sul campo da intermediari degli Stati Uniti insieme a oltre 50 tonnellate di munizioni per i ribelli anti-Assad.

Intanto Netanyahu ha fatto sapere che Israele difenderà i propri confini dall’arrivo di soldati iraniani, pronti a sostenere il regime di Assad. Così, mentre Israele prende le difese dei confini, gli Stati Uniti paracadutano munizioni in Siria col supporto di aerei cargo C-17s. Netanyahu ha confermato in Parlamento la presenza di milizie iraniane in prossimità dei confini. Queste le sue parole: “Israele non consentirà ai soldati iraniani di minacciare il Golan e di rifornire di armi gli Hezbollah”.

Nelle ultime 24 ore i bombardamenti russi in Siria hanno interessato 53 obiettivi strategici dell’Isis, da quanto ha riferito il portavoce del Ministero della Difesa, Igor Konoshenko. Sono stati colpiti bersagli di primaria importanza nelle province di Hama, Homs e Latakia. “Vogliamo essere chirurgici nei raid aerei. Vogliamo colpire al cuore lo Stato Islamico”. E ha proseguito ancora: “I bombardamenti sistematici della Russia hanno permesso di ridurre notevolmente gli armamenti dei jihadisti in Siria”.

Sul fronte curdo, invece, Amnesty International ha accusato di crimini di guerra alcuni gruppi curdi. Avrebbero indotto allo sgombero forzato numerosi civili, nonché si sarebbero resi responsabili di demolizioni a tappeto di centri abitati. Queste le accuse mosse da Amnesty International ad alcuni curdi siriani. Si evince tutto ciò dalla lettura di un rapporto sulle operazioni condotte da questi gruppi armati negli anni della guerra civile. Il rapporto evidenzia la presenza di questi crimini in almeno 14 città, dove i curdi siriani ne detenevano l’amministrazione. Si parla di sgomberi e macerie, di incendi e demolizioni a tappeto. Lama Fakih, consigliere di Amnesty International, ha così riferito: “Sono stati dati alle fiamme decine di villaggi. Sulle ceneri di questi villaggi sono state poi costruite basi militari”.

Israele sul piede di guerra per la difesa dei confini. I raid aerei russi che continuano nei cieli della Siria. Gli Stati Uniti che potenziano gli equipaggiamenti per i ribelli anti-Assad. E’ questa la panoramica aggiornata della Siria in queste ultime ore: 53 obiettivi Isis colpiti e stormi di C-17s nel cielo siriano.

Tags:amnesty international,assad,c17,cia,isis,New York Times,ribelli,russia,siria,stati uniti,stato islamico Next post

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