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Gli stipendi italiani la metà di quelli europei. Ma anche no, almeno secondo l’ISTAT

Creato il 28 febbraio 2012 da Iljester

Gli stipendi italiani la metà di quelli europei. Ma anche no, almeno secondo l’ISTAT

L’Istat ha detto che non è vero che gli stipendi degli italiani sono la metà di quelli europei. Anzi, afferma che sono nella media europea. Eppure dall’Europa ci dicono il contrario. In Italia, un lavoratore guadagna la metà di un lavoratore tedesco. E del resto basta farsi due calcoli. La retribuzione media (netta) mensile da noi è 1000/1200 euro, moltiplicato per 13, si arriva all’incirca a 14.000 euro. Una miseria, se si pensa che un politico li prende al mese, così come gli alti funzionari dello Stato.

Ho i miei dubbi perciò che i dati Istat siano precisi. Quelli dell’Eurostat mi sembrano — a naso — più affidabili. Fosse solo che l’Istat ha diffuso i dati relativi agli stipendi dietro una precisa richiesta del Governo, a fronte della diffusione dei dati europei e della conseguenze indignazione delle parti sociali e delle varie categorie dei cittadini che vivono il dramma della disoccupazione, degli stipendi da fame e del costo della vita che galoppa ogni giorno di più.

La verità dunque pare essere più complessa. Una cosa è certa: in Italia la vita costa cara (anzi carissima!) e gli stipendi sono da fame. Troppe tasse e non solo sul lavoro subordinato, ma anche e soprattutto sulle imprese. E le tasse erodono (e non poco) le retribuzioni. Le quali non vengono facilmente adeguate al costo della vita. Guardiamo i prezzi degli ultimi mesi: la benzina è diventata più cara del pane (sfiora ormai i 2 euro al litro), e si sa: se aumenta il prezzo della benzina aumentano i prezzi di tutti i prodotti che vengono distribuiti tramite strada. Tranne gli stipendi che rimangono sempre al palo.

Colpa del maledetto capitalista? Macché! Colpa dello Stato che vuole recuperare quattrini il più possibile perché deve pagare uno Stato sociale che non ci possiamo più permettere, gli interessi agli speculatori dei titoli pubblici, e — motivo non meno importante — i megastipendi di politici e alti funzionari. I quali — ricordiamo — a fronte degli emulementi che percepiscono non sanno neanche dove stia di casa la crisi economica. Chi prende 200.000 euro all’anno, perché è capo di un ente che assorbe risorse più di una spugna, non ha problemi né di benzina cara né di pane a 2 euro al chilo. Non gliene può fregare di meno sia degli uni sia degli altri. Quando non li paga di tasca sua, li paga lo Stato per lui (auto blu, ristoranti e mense convenzionate, sconti e trasporti pubblici gratuiti o quasi).

E allora non vi sembra che questo paese sia il paese delle pigliate per il culo? Se ci pensiamo bene lo è eccome. Dando per veri i dati dell’Europa sugli stipendi, in Italia esiste il paradosso secondo il quale gli stipendi di politici e megafunzionari sono quasi il doppio di quelli di politici e megafunzionari delle altre nazioni europee, mentre gli stipendi di operai e impiegati sono la metà di quelli delle altre nazioni europee. Un paradosso indegno di un paese civile e molto vicino alla realtà della mitica Repubblica delle Banane.

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di Martino © 2012 Il Jester


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