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Gli stress test della Leopolda: imbonitori e bugie

Creato il 27 ottobre 2014 da Albertocapece

Banca Renzi - il SimplicissimusSarà che il futuro è solo l’inizio, ma il discorso finale della Leopolda mi ha riportato ai tardi anni 80 a quell’Italia da bere nella quale nascevano le vendite piramidali e si sprecavano gli imbonitori che riuscivano a vendere l’impossibile usando tecniche sciamaniche e infervorando un uditorio ridotto all’impotenza intellettuale. Si trattava allora, come si tratta alla Leopolda, di reclutare venditori di un prodotto inesistente (futuro, lavoro, efficienza, merito e quant’altro) per ottenere in realtà un profitto per pochi e agire in senso esattamente contrario a quello proposto.

La cosa che realmente cambia è che oggi questi carismatici truffatori non agiscono in proprio, ma attuano il loro  multi level per conto di altri, di stimate aziende e grandi marche che esternalizzano il loro dark marketing. La catena di menzogne nasce in piccoli circoli di potenti, si allarga alle istituzioni politiche e finanziarie e infine viene venduta al popolo come falsa speranza. Del resto proprio ieri, in concomitanza con la Leopolda si è avuto l’esito degli stress test della Bce sulle 130 maggiori banche europee, che ovviamente ha portato agli esiti rassicuranti che si volevano. E poco importa che due grossi istituti italiani come Mps e Carige  si trovino i difficoltà: il sistema è fondamentalmente sano.

Questo, nella catena di sant’antonio delle bugie è lo stadio precedente e gerarchicamente più importante della Leopolda: rassicurante un cazzo si potrebbe dire. Intanto perché  su 130 banche, 25 che hanno qualche guaio, costituiscono  il 20%. E poi perché lo stress test è fasullo in radice, è solo il tentativo di coprire lo scandalo della finanza di cui gli istituti di credito sono la cruna dell’ago. Cominciamo col dire che i criteri con i quali sono stati messi in piedi questi test non tengono in alcun conto la deflazione che ovviamente tende a trascinare molti titoli verso il limite dell’inesigibilità. Ma la serafica risposta della Bce per bocca del suo vide presidente Vitor Constancio è un vero capolavoro: Lo scenario della deflazione non viene considerato perché non riteniamo che possa manifestarsi la deflazione”. Come dire che viene esclusa una realtà accertata per dire che essa invece non esiste. Proprio senza vergogna.

Ma questo è ancora il meno perché l’esame delle banche è stato fatto su bilanci “risk adjusted” quindi già alterati in partenza, rimpannucciati negli ultimi mesi con le vendite disperate di titoli inesigibili a fondi di sciacallaggio, di solito situati in Usa, con il ricorso a Bad bank o a banche fantasma che truccano i conti e che comunque, grazie ai regolamenti europei, tengono conto di una percentuale ridotta dei conti reali. Così  ci viene detto che tutto van bene madama la marchesa, che il sistema creditizio è solido, nonostante l’Fmi dieci mesi fa abbia calcolato che le banche italiane sono in rosso per 300 miliardi di euro e Bloomberg abbia contabilizzato in 1500 miliardi le perdite in tutta l’eurozona.

Si tratta in ogni caso di cifre che venendo dai alcuni dei principali attori del capitalismo finanziario, sono addomesticate alla luce della speranza nella resurrezione finale dei titoli spazzatura o sospetti. La sola Deutsche  Bank ne ha per 55 mila miliardi di euro e sarebbe saltata come uno shrapnel se solo gli stress test avessero avuto un minimo di serietà. Ma appunto questo è lo scopo: non far sapere ai cittadini europei di avere i piedi su un deposito di dinamite, di nascondere il fatto che le banche non sono in condizione di prestare e dunque di riattivare il ciclo economico nemmeno se sovvenzionate dalla Bce. Se si dicesse questo qualcuno potrebbe pensare che allora toccherebbe agli stati investire, ma questo non è in linea con l’ideologia dominante del privato a tutti i costi, i costi di milioni di persone privati di diritti e speranze, ma rimbambite di illusioni e paura a ritmo alternato. Inoltre questo aumenterebbe il debito e andrebbe a scontrasi con quell’altro strumento di reazione e impoverimento che è l’euro.

Così si fanno gli esami burletta su un malato terminale che viene dichiarato perfettamente sano, salvo piccoli acciacchi della crisi. Ma i medici che stanno al capezzale sanno bene che verrebbero spazzati via se solo dicessero la verità e assieme a loro gli imbonitori che cianciano di futuro e giustamente si rifugiano in una stazione dalla quale non partono più treni da tempo immemorabile.


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