Avere un’idea non costa nulla, così come sognare di poterla realizzare. E’ nel momento in cui si decide di fare il passo successivo, di concretizzare un sogno, che è necessario possedere fondi sufficienti per riuscire nell’impresa. Ed è in questo momento che entra in causa il fund raising, che non ha un’unica definizione ma che come tutte le idee si presta a diverse chiavi di lettura che, però, sono tutte concordi nel dire che è un mezzo e non un fine.
Perché il fund raising?
Andando ad analizzare questa locuzione inglese, è facile accorgersi che non si tratta di una semplice raccolta fondi, perché il verbo inglese “to raise” ha anche altri significati: crescere, coltivare e sorgere. Se queste parole vengono traslate in un contesto come quello della cooperazione sociale, della filantropia, è chiaro il significato di quest’attività, mai fine a se stessa, che alle spalle ha una piramide di iniziative e di impegni presi e portati a termine dall’organizzazione per arrivare al fund raising. Servono idee e una grande organizzazione che sostenga una causa, servono strategie e servono gli strumenti per raggiungere l’obiettivo prefissato. Piccola o grande che sia, l’associazione che decide di avviare un fund raising deve necessariamente avere una forte motivazione e volontà a supporto degli strumenti indispensabili.
Come s’imposta una strategia di fund raising?
. Bisogna, quindi, convincere quante più persone possibili a partecipare all’iniziativa, siano queste individui singoli, aziende e privati. Bisogna che facciano loro la causa per cui l’associazione lotta e chiede il finanziamento non potendo farsi carico da sola delle spese che, generalmente, sono piuttosto elevate.Come è chiaro, quindi, il fund raising non può essere declinato come una mera raccolta fondi ma è un complicato proceso di marketing, mirato a sostenere una causa e indirettamente l’associazione che se ne occupa
Per questo motivo ci sono degli strumenti che non possono non essere presi in considerazione nell’attività di fund raising, soprattutto dalle piccole organizzazioni, che non hanno a disposizione i mezzi per fare campagne mediatiche di una certa rilevanza e devono concentrarsi su aspetti meno appariscenti ma che riescano a portare a conoscenza dell’iniziativa quante più persone possibili, sfruttando anche internet e la rete, alleati imprescindibili del fund raising 2.0.
Mailing
E’ il primo strumento in mano alle piccole organizzazioni che che intendono creare un’attività di fund raising. Come dice il nome, si basa sulla messaggistica elettronica, utilizzata per inviare mail personalizzate a destinatari multipli in modo tale da sensibilizzare alla causa. L’aspetto che contraddistingue questo strumento, così come anche altri, è la viralità. Chi invia le mail al primo gruppo di persone, solitamente un gran numero, spera e chiede che ciascun destinatario a sua volta inoltri il messaggio a quante più persone può, così da far girare la stessa mail e sensibilizzare i destinatari al fund raising.
Con questo strumento si risparmia sui costi di stampa e di invio rispetto alla mailing cartacea, ormai in disuso, ma è necessario che venga fatta una lettura del target di riferimento: fare fund raising significa essere in grado di leggere attentamente la situazione, scegliendo strumenti adeguati per ogni target cui ci si vuole riferire. In tal caso, quindi, sono ancora utilizzate le lettere cartacee, ma la loro diffusione è destinata a essere sempre più bassa, merito dello sviluppo delle tecnologie anche in fasce di popolazione che hanno poca dimestichezza con il web.
Internet
Internet, però, non è solo il mezzo per diffondere le iniziative e utilizzare gli strumenti, è esso stesso uno strumento che, purtroppo, ancora non viene utilizzato per quanto realmente vale.
Molti fund raising vengono effettuati attraverso l’apertura di siti web che, però, devono seguire una certa logica per funzionare. Bisogna ricordarsi sempre che chi effettua materialmente la donazione è una persona fisica che, quindi, inconsciamente è più portato a donare a un’altra persona e non a un’associazione impersonale. Per questo motivo è importante che chi chiede la donazione ci metta la faccia: fotografie o, meglio ancora, video messaggi in cui ci si espone in prima persona per raggiungere l’obiettivo.
E non bisogna aver paura di chiedere, perché solo in questo modo si può ottenere: bisogna essere convincenti e garbati, ma il tasto per effettuare la donazione attraverso il sito deve essere immediatamente identificabile dall’utente. Per la diffusione capillare del fund raising e del sito dell’attività, i social network sono uno strumento imprescindibile per le piccole organizzazioni: gratuiti e di facile utilizzo veicolano tutte le informazioni necessarie arrivando a un bacino di utenza potenzialmente infinito.
Organizzazione eventi
Ma è importante che l’attività di fund raising esca anche dai confini del virtuale per diventare reale e questo può avvenire anche attraverso l’organizzazione di eventi, snodo cruciale nella fitta rete di attività che tiene in piedi un fund raising. Bisogna, però, valutare la portata dell’evento, i suoi costi e la finalità da raggiungere, per evitare esborsi inutili.
Le persone possono essere messe al corrente dell’evento attraverso internet e il passa parola ma è la presenza fisica che potrebbe convincere definitivamente un donatore a mettere mano al portafoglio.
Durante un evento è indispensabile curare le pubbliche relazioni, invitare anche personalità di un certo prestigio che potrebbero contribuire, o l’hanno già fatto, alla causa e costruire un impianto di credibilità che si basi su solidi principi e sui fatti. Solo in questo modo è possibile trasmettere una motivazione molto valida che convinca un numero sempre crescente di persone ad offrire il proprio sostegno, anche in termini economici.