Più giovani, più regolari e con maggior esperienza rispetto alla media nazionale. Sono i laureati dell’”Avogadro”, l’università tripolare del Piemonte Orientale con facoltà anche ad Alessandria che ha appena 12 anni di vita, ma che evidentemente “sforna” laureati preparati e quasi pronti per il mondo del lavoro. Lo dice AlmaLaurea, il consorzio universitario che stila periodicamente le statistiche sugli studenti e la loro fortuna lavorativa. L’indagine ha coinvolto 190.000 laureati del 2010 di 56 Atenei aderenti ad AlmaLaurea da almeno un anno; in particolare per l’Università del Piemonte Orientale sono stati intervistati 1.668 laureati del 2010, dei quali 1.185 di primo livello e 252 di secondo livello.
I giovani dell’UPO si laureano prima (età media 26,4 (25 se si conta solo il triennio), invece che 27,1 del pre riforma), sono meno “fuori corso” (i laureati in corso erano il 13% nel 2004, contro il 53% del 2010) ed hanno alle spalle un numero maggiore di esperienze di stage (il 10% contro il 73%, percentuale che diventa dell’82% analizzando solo i laureati triennali); in media hanno una maggiore tendenza a proseguire gli studi (38% per i laureati del 2004 contro il 55% dei laureati 2010). Il 37% di studenti che si sono immatricolati con due o più anni di ritardo rispetto all’età canonica.
Insomma, proprio mentre l’ateneo piemontese è al centro di dibattiti e accordi territoriali per non perdere “terreno” nei confronti delle università limitrofe più blasonate, escono fuori da un convegno di Sassari questi dati che la fotografano come un’isola felice dello studio. Uno spot involontario rivolto agli enti locali che fino all’anno scorso avevano “puntato” solo sul Politecnico.





