È quello di solito il momento in cui ci si lancia in più o meno probabili spiegazioni al curioso divieto. Solo i più fortunati, anche senza aver dovuto estorcere un bambino nei paraggi, saranno riusciti a varcare quella soglia al di là della quale 1171 animali rari (tra cui uccelli, daini, antilopi, tartarughe e pesci) vivono protetti e ben nutriti. O meglio vivevano.
È di ieri, infatti, la nota della Segreteria Generale inviata dal presidente della regione, Rosario Crocetta, in cui è comunicato all’azienda che per sessant’anni si è occupata della gestione del parco lo sgombero di tutti gli spazi nel Giardino d’Orleans. Dopo mesi di ostilità e di contenziosi sulla proprietà degli animali, alla fine la Regione ha lasciato oneri e onori a Nicola Lauricella, titolare della ditta. E che fine faranno ora questi rari esemplari? “Sono addolorato, affranto – dice Nicola Lauricella –. Sto preparando il trasferimento degli animali: non li vendo ma li affido, perché per me sono come dei figli e i figli non si vendono”.
I pesci saranno i primi ad andare via, seguiranno le antilopi e i gufi, per Verona e Roma rispettivamente, i daini e, infine, i volatili (alcuni in via d’estinzione), che avrebbero già ricevuto la disponibilità di un parco ornitologico tedesco.
Finisce così il sogno di Giuseppe Alessi, presidente della Regione nel 1955, anno in cui il parco venne inaugurato, un sogno in cui i bambini palermitani avrebbero avuto modo di ammirare e conoscere rari uccelli dai mille colori. Un sogno che oggi si scontra con le necessità materiali di una regione in piena spending review, anzi della regione che in Italia è diventata il simbolo stesso degli sprechi di una politica sorda e arraffona.
E se la cosa viene venduta come un taglio agli sprechi, che si eliminino pure i fondi a una piccola perla naturalistica, vorrà dire che i nostri bambini impareranno dalla tv che le uova non nascono nei supermercati.