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Gli ultimi anni a suo fianco

Creato il 13 luglio 2010 da Bartleboom
Gli ultimi anni a suo fianco
Antonina Nikolaevna Pirožkova è stata la moglie di Isaak Babel' negli ultimi anni di vita dello scrittore russo, che nel 1939 all'età di 47 anni fu arrestato e poi fucilato due anni dopo dalla NKDV nei sotterranei della Butyrka. Isaak e Antonina vissero insieme per 7 anni. Dopo l'arresto di Babel' Antonina ogni anno andava a chiedere sue notizie. Gli dissero che era condannato a dieci anni senza diritto di corrispondenza. Era la formula che si usava per sottintendere che l'arrestato era in realtà stato condannato a morte. Finita la guerra Antonina tornò a chiedere notizie di suo marito. Una volta, nel 1948, le dissero che stava bene e sarebbe stato liberato presto. Poi le dissero che nuove accuse erano emerse e Babel' sarebbe rimasto in detenzione.Vennero a casa di Antonina anche alcuni fantomatici personaggi, a millantare di aver conosciuto Babel' detenuto alla Kolima. Altri dissero che era morto in una panchina di un campo di dentenzione per un infarto, mentre scriveva. Non volevano che si sapesse che Babel' era stato fucilato.Nel 1954 Babel' fu riabilitato, ma solo negli anni '80 venne fuori la verità sulla sua morte per fucilazione.Nel frattempo la Pirožkova aveva compiuto grandi sforzi per riportare alla luce le opere di Babel'. Una delle cose che fece fu chiedere agli amici, ai colleghi, a chiunque avesse conosciuto Babel' di scrivere qualcosa su di lui. Lo fece lei stessa. E ne è venuta fuori una serie di appunti che poi si sono trasformati in un libro, "Al suo fianco. Gli ultimi anni di Isaak Babel'", che è un dolcissimo, asciutto, profondissimo tributo all'uomo Isaak Babel' ancora prima che allo scrittore.Isaak Babel' era un uomo profondamente buono. Chiunque l'abbia conosciuto mette questo aggettivo all'inizio di ogni ricordo di lui. Così fa anche Antonina, che della bontà di Babel' ha nutrito anni della sua vita.Il ritratto che la Pirožkova fa di Babel' è in alcune parti quello conosciuto, di uno scrittore che non ama parlare di sé, che trova noiosissimo parlare di letteratura e di processi creativi, che odia qualsiasi forma di violenza e di sopraffazione.Ma poi viene fuori il Babel' quotidiano, il grande umorista, quello che sapeva cavar fuori una battuta su qualsiasi cosa. Poi l'uomo generoso, che regalava mobilia e soldi agli amici in difficoltà, per poi rimanere senza niente, dovendosi affannare dietro qualche sceneggiatura per racimolare altro denaro. Poi l'uomo curiosissimo, l'indagatore scrupoloso e attendo di ogni persona che gli passava accanto, dai venditori ambulanti della Moldavanka, ai potenti che frequentavano la casa di Ežov. Il suo errore fatale probabilmente, la frequentazione di casa Ežov.Ma dice Antonina, lui era fatto così. Per capire l'animo umano, anche nelle sue espressioni più terribili, sarebbe andato fino all'inferno. Dove si può star certi avrebbe riso anche del diavolo.

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