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Gli USA alle prese con la violenza della natura: dopo il terremoto tocca a Irene, uragano storico

Creato il 27 agosto 2011 da Tnepd

Gli USA alle prese con la violenza della natura: dopo il terremoto tocca a Irene, uragano storico

Gli USA alle prese con la violenza della natura: dopo il terremoto tocca a Irene, uragano storico

Ne avevamo già parlato in occasione del terremoto di pochi giorni fa in Virginia, oggi gli States sono alle prese con un violentissimo uragano (Irene) che lo stesso Presidente Obama ha annunciato come “storico”. New York evacuata, centinaia di migliaia di persone si allontanano dalla Grande Mela e la città sembra davvero quella dei film catastrofisti di cui abbiamo parlato, anche in relazione alle profezie riguardo il 2012. Riportiamo le impressioni dell’inviato del Corriere Michele Farina nella città fantasma in attesa del peggio…



NEW YORK – «Sai cosa fanno in Florida per impedire che l’uragano spazzi via i mobili e tutto il resto?», chiede il metereologo Chad Myers alla giornalista della Cnn che davanti alla cartina di Manhattan lo guarda interdetta. «Te lo dico io: prendono i mobili e li buttano in piscina. Sott’acqua rimangono dove sono».

Geniale. Ma poco funzionale in una città che nelle prossime ore rischia di diventare lei stessa una gigantesca piscina a cielo aperto. Il sindaco Michael Bloomberg ieri a mezzogiorno ha annunciato l’evacuazione obbligatoria («È la prima volta nella storia di New York») di almeno 250.000 abitanti in quasi tutte le zone della città: da Brooklyn a Queens, da Lower Manhattan (dove ci sono anche Ground Zero e Wall Street) a Staten Island. Sono zone «basse» che dovrebbero essere le più interessate all’inondazione. Alla Borsa giurano che lunedì riprenderanno a lavorare come sempre. Il metereologo Chad spiega agli spettatori che sbagliano se pensano di rifugiarsi ai piani alti dei palazzi: «Su oltre il cinquantesimo piano il vento ha una velocità anche doppia rispetto ai piani bassi. Però questo non vuol dire che dovete rifugiarvi negli scantinati, perché potrebbero essere sommersi».

Il sindaco deve quasi fare la faccia scura per essere credibile, dopo lo scherzo del terremoto di qualche giorno fa. «Non fatevi ingannare da questo sole. È la calma che precede la tempesta». Vero che sui social network c’è chi avverte che nei negozi sono già scomparsi pane e acqua, che le tv spiegano i kit di sopravvivenza e come si esce da un’auto immersa in un lago d’acqua («Rompete i finestrini laterali»). Ma c’è anche chi scherza: ristoratori di City Island che annunciano l’apertura continua e uno speciale cocktail «hurricane». Le terrazze sull’Empire State Building e sul Rockefeller Plaza saranno aperte a chi «si vuole godere lo spettacolo» scrive il New York Post . Spettacolo? C’è un piano per evacuare altre 2 milioni di persone se sarà necessario, compresi i ristorantini di Chelsea, i negozietti di West Village, i bar del Meatpacking District. Molti newyorkesi non hanno l’auto e le autorità avvertono che «fuggire» con i mezzi pubblici (usati abitualmente da 8 milioni di persone) sarà possibile fino a 12 ore prima dell’arrivo presunto di Irene (attesa domenica nel primo pomeriggio). Dunque oggi a mezzogiorno la città si ferma.

Non è strano che l’uragano trovi fibrillante e incerta una città che pure è circondata e imbevuta d’acqua, una città che se smettessero di funzionare le pompe sotterranee si troverebbe la metropolitana allagata nel giro di un’ora. Il fatto è che qui le visite come quella di Irene sono molto rare. L’ultimo uragano colpì Long Island nel ’91, ma aveva un fronte molto più piccolo. Le tempeste perfette colpiscono altrove sulla costa, non qui. È vero che il tema del «disastro a New York» è un classico del cinema, ma di solito la minaccia non è mai liquida. Se viene dall’esterno può essere una pioggia di meteoriti ( Armageddon ), un disastro nucleare ( 2019 – Dopo la caduta di New York ) o un virus crudele ( Io sono leggenda con Will Smith, ambientato nel settembre 2012 in una Manhattan spettrale percorsa da zombi). New York si può trovare bloccata e deserta per una glaciazione ( L’alba del giorno dopo ) o messa in scacco dall’invasione di extraterrestri ( Independence Day ). Ma l’inondazione, come il terremoto, sono rare nella realtà quanto nella fiction. È vero, c’è l’immagine potente della Statua della Libertà semi sommersa dalle acque a causa del riscaldamento globale nel film Intelligenza Artificiale di Spielberg. C’è lo tsunami che spazza via Manhattan e dintorni in Deep Impact , ma l’onda è il prodotto di una collisione di comete. L’uragano no, non fa parte dell’immaginario newyorkese. Fuga da New York trent’anni fa raccontava che il nemico era dentro la città, trasformata in gigantesca prigione. Irene, una sconosciuta a Manhattan. Fa davvero paura? C’è chi salirà ai piani alti dei grattacieli per vedere lo «spettacolo».

Altro che mettere i mobili in piscina, come fanno laggiù in Florida.


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