di Joseph Halevi
Spesso certe scelte creano della concatenazioni impreviste, ciò che in inglese si chiama unintended consequences. Un buon esempio è Hamas a Gaza. Israele appoggiò fortemente il radicamento di Hamas a Gaza perchè la politica israeliana era tutta diretta a combattere i terroristi, così li chiamavano, dell’OLP – Organizzazione per la Liberazione della Palestina, diretta da Arafat. Senza assolutamente pretendere di dare una risposta esaustiva, credo che, nel caso degli USA, si possano elencare una serie di scelte politiche che hanno portato Washington a coltivare volente o nolente forze islamiste anti laiche. A mio avviso il fatto più importante – e forse anche il primo sul piano cronologico è – è l’incontro tra il Presidente Roosevelt ed il Re Saudita Ibn Saud a Port Said mentre Roosevelt rientrava negli USA dopo la conferenza di Yalta (con Stalin e Churchill) nel 1945, poco prima che Il Presidente morisse. L’incontro con Saud non comportò alcun documento scritto, alcun trattato, esistono solo delle note a mo’ di verbali, Tuttavia l’incontro Roosevelt Ibn Saud viene considerato tanto importante quanto un trattato di alleanza. Nell’incontro venne stipulato che gli USA avrebbero appoggiato la monarchia saudita senza condizioni, a oltranza, in cambio delllo sfruttamento dei giacimenti di petrolio esclusivamente da parte di società petrolifere USA. Questo patto implicò (a) l’espulsione della Gran Bretagna dall’Arabia Saudita (notare che la monarchia saudita era una creazione inglese in quanto il regno fu formato da Londra nel 1932), (b) la concessione dello sfruttamento dei giacimenti solo e soltanto a società USA – a tal proposito fu formata la società petrolifera ARAMCO (Arab American Company) che fino alle naziionalizzazioni del 1974-5 possedeva l’economia del Regno Saudita – comportò il passaggio delle finanze saudite dalla sterlina al dollaro via i petrodollari appunto. Il patto Roosevelt-Ibn Saud implicò immediatemente che (c) il governo USA si incaricava di proteggere al massimo il patto interno su cui si reggeva e si regge la monarchia saudita e della famiglia di Ibn Saud in particolare. Il patto interno che ha permesso il varo nel 1932 da parte degli inglesi dell’ Arabia Saudita è la promozione del wahabbismo come regime politico religiso e culturale del paese. Le basi ideologiche e religiose di Al Qaeda (che significa non a caso elenco/banca dati, perché?) e del “califfato” sono di matrice wahabbita. Così anche le procedure punitive. Infatti amputazioni di mani, lapidazioni e decapitazioni avvengono in Arabia Saudita regolarmente, per via “giudiziaria” . Nessun governo euro-occidentale e tanto meno quello USA ne parla a meno che non siano coinvolte persone occidentali (donne occidentali e/domestiche di diplomatici occidentali). La monarchia saudita si è anche incaricata di sostenere l’espansione del whabbismo e suoi derivati sia nella penisola arabica che contro gli sciiti iracheni e dell’Iran per non parlare dei curdi. L’Arabia Saudita fu dietro Il FIS (Front Islamique du Salut) in Algeria ed anche dietro i movimenti islamisti nel Daghestan nel Caucaso russo, sempre appoggiati, anche, inizialmente, nel caso del FIS, da Washington. Uniformemente agli interessi di Washington Israele si è fatto protettore del regime saudita, in realtà anche prima di entrare in una relazione strategica con gli USA ma attraverso la collisione tra Ben Gurion ed il monarca hasheminta della Giordania Abdullah.
Il pezzo è tratto dalla pagina Facebook del Professor Halevi