di Michele Ferrara, Direttore Responsabile della rivista “L’Astrofilo”
“Scoperto un pianeta simile alla Terra“, “Trovato un pianeta abitabile“, “Ecco il gemello della Terra“, “Probabilità di vita del 100% sul nuovo pianeta” e così via, in un’escalation di dichiarazioni in base alle quali sembra non esserci alcun dubbio sul fatto che Gliese 581g sia esattamente quello che da lungo tempo si andava cercando, ovvero un pianeta in tutto e per tutto identico al nostro.
La realtà è invece decisamente meno rosea di come i mass media hanno voluto dipingerla, e vediamo perché ripercorrendo brevemente i fatti.
Un team di ricercatori guidati da Steven S. Vogt (UCO/Lick Observatory, University of California, Santa Cruz) combina le proprie 122 misure di velocità radiali di Gliese 581 (una nana rossa distante 20,4 anni luce), ottenute al Keck Observatory delle Hawaii, con altre 119 misure simili, ottenute tramite l’HARPS (High Accuracy Radial velocity Planetary Search) dell’ESO, coprendo in tal modo un periodo di 11 anni.
Escludendo influenze dell’attività magnetica della stella sul suo moto di traslazione nello spazio, dagli scostamenti rilevati rispetto all’atteso moto rettilineo il team di Vogt evidenzia la presenza di 2 nuovi pianeti, con periodi di rivoluzione di 36,6 e 433 giorni, che vanno ad aggiungersi ai 4 pianeti già noti, aventi periodi di 5,37, 12,9, 3,15 e 67 giorni.
Già in due di questi ultimi (quelli con periodi di 12,9 e 67 giorni), non molto tempo fa, si era voluto vedere qualcosa di terrestre, salvo poi fare marcia indietro.
Uno dei due nuovi scoperti, quello con periodo di 36,6 giorni, ovvero Gliese 581g, è risultato avere una massa compresa fra 3,1 e 4,3 masse terrestri, e un diametro compreso fra 1,3 e 1,5 diametri terrestri. Le certezze finiscono qui. Non sappiamo di che cosa sia composto, non sappiamo se ha un’atmosfera e di conseguenza non possiamo nemmeno sapere quale sia la sua temperatura reale, e il fatto che sia collocato nella cosiddetta “zona di abitabilità”, dove l’acqua (ammesso che esista) può presentarsi liquida, non autorizza certo a dare per scontato ciò che non lo è.
L’unico modo per sapere come è fatto quel pianeta, dal momento che finora è stata avvertita solo la sua presenza, è quello di osservarlo direttamente e di analizzare spettroscopicamente la sua luce, cosa che sarà possibile solo con i telescopi giganti della prossima generazione.
Qualunque ulteriore infarcitura sarebbe pura speculazione, come ad esempio affermare con certezza che Gliese 581g rivolge alla propria stella sempre lo stesso emisfero, cosa che Vogt e colleghi, su Astrophysical Journal del 29 settembre, dove viene annunciata la scoperta dei due nuovi pianeti, danno come probabile ma non certa.
Comunque non disperiamo: esistono sicuramente molti più gemelli della Terra che non rigorose fonti di informazione astronomica!
Credit: UCO/Lick Observatory, University of California, Santa Cruz, CA
Department of Terrestrial Magnetism, Carnegie Institution of Washington
Institute for Astronomy and NASA Astrobiology Institute, University of Hawaii-Manoa, Honolulu
Tennessee State University, Center of Excellence in Information Systems, Nashville, TN.
Michele Ferrara
Fonte:
http://www.astropublishing.com/news2010/ottobre/011010.htm
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