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Glifo

Creato il 24 maggio 2015 da Lafirmacangiante
(Glyph di Percival Everett, 1999)
GLIFOGlifo è uno di quei libri che sono riusciti a farmi sentire molto, molto ignorante e anche vagamente stupido. O più semplicemente il suo autore, Percival Everett, è per me troppo colto o troppo intelligente. O ancora più semplicemente troppo colto e troppo intelligente.
Glifo. Il glifo è un segno o parte di esso (semplificando) e come ben sapete il segno è alla base della scrittura, della parola scritta quindi e del linguaggio. Proprio sul linguaggio batte tantissimo la storia vissuta e narrata da Ralph, un bimbo di pochi mesi con un QI da far spavento, tanto alto da renderlo molto più intelligente dei suoi genitori e di moltissimi altri adulti. Un bimbo tanto intelligente da arrivare a pensare di non essere poi così intelligente, perché una persona intelligente è una persona capace di guidare (cosa che lui non può ovviamente fare) o di controllare i suoi bisogni primari (cacca, pipì). Un bimbo in tutto e per tutto, un bimbo intelligentissimo che si rifiuta di parlare (pur potendo farlo) e che ha imparato tutto quel che sa della vita dai libri.
E la sua storia, costellata da visite psicologiche, studi, rapimenti e controrapimenti, ha dell'incredibile. Mentre il piccolo Ralph ci racconta la sua storia non lesina numerose divagazioni e riflessioni che vertono proprio sul linguaggio, sulle sue caratteristiche, sulle sue leggi e sulle varie idee che lui stesso e altri grandi pensatori hanno espresso a riguardo. Linguaggio quindi ma anche filosofia, pensiero critico e un sacco d'altra roba alla quale ammetto di aver fatto molta fatica a stare dietro.
Facciamo un piccolo esempio. Ecco i titoli dei primi dieci paragrafi del libro (non selezionati, in ordine di apparizione): différance, pharmakon, libertà di simulacro, supplemento, bedeuten, spaziatura, ennuyeux, economia libidinale, peccatum originale e ens realissimum (e avanti di questo passo). E poi poesie, note a margine, formule, schemi, note a fondo pagina, elenchi di parole e dissertazioni. Wittgenstein, Talete, Ellison, Aristofane, Barthes.
Una storia non è una finzione, ma una situazione che occupa uno spazio narrativo, dove regna una logica propria, vera solo in relazione a sé stessa.
Di per sé la storia di Ralph si segue bene, grottesca e divertente regala un sacco di spunti e divagazioni interessanti. Solo che per molte delle divagazioni, veri e propri paragrafi a parte e mischiati alla vicenda principale, è necessario essere preparati o armarsi di pazienza e fare alcune ricerche. O prendere tutto per buono. Lettura faticosa (nella stessa misura in cui la prenderete seriamente) ma molto stimolante.
Everett possiede una laurea in filosofia e una in biochimica, insegna letteratura alla University of Southern California, ama il jazz e possiede un mulo di nome Thelonius Monk. Indubbiamente un tipo interessante ma non proprio alla mano.

GLIFO

Percival Everett



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