Spasmi e insonnia che hanno svuotato MR.
Vuoto che MR ha tentato di colmare svuotando, a sua volta, il frigo; ascoltando musica cinese angosciante (il link diceva rilassante, ma tant'è!); riguardando tutta l'intera serie di Candy Candy, piangendo come una fontana.
Rileggendo il vecchio blog. E qui, non solo la vera tragedia, e l'atroce raccapriccio; il vuoto si è fatto cosmico.
Chi cazzo ha scritto questa roba?
L'essere dalla naturale vis comico-buffonesca; colei che, priva di fantasia, si guarda intorno e riporta tutto qui dentro schematicamente e con elementare semplicità; la leggiadra creatura che - ad esempio - dopo una tranvata non si sognerebbe lontanamente di scavare troppo in profondità, e risolve tutto in tre sole fasi:
SVIENE
ARCHIVIA
RINVIENE;
ebbene, quattro anni fa scrisse 'sta cosa agghiacciante. Dovrebbero essere, se non ricorda male, tre diversi modi di accostarsi alle pene di una donna caduta in ambasce da parte di tre amiche. (Due, per la verità, veramente stronze!)
BUON DIVERTIMENTO!
Gloria occupava tutti i miei pensieri ormai da giorni.
Ero stata colpita dalla sua reazione quasi piccata alla catastrofe emotiva che l'aveva travolta.
Aveva sempre anelato al raggiungimento di quel traguardo ed aveva altresì computato la necessità di accoglierne qualsiasi conseguenza. Ora le conseguenze avevano abbandonato l'area in cui erano rimaste in sospeso, per affacciarsi con tutta la loro violenza nella sua vita.
Il suo viso era scavato dal dolore e rigato dalle lagrime che scendevano senza ritegno e che le gonfiavano lo sguardo vacuo. Non mi sentivo di giudicare moralmente il suo operato, ma lo struggimento che riversava su chi le si accostava era terribilmente patetico. Lasciava che le sue gioie trasformatesi in dolori le oscurassero totalmente la coscienza. Parlava di sofferenza acutissima reputandosene vittima inconsapevole. Ma non aveva rimorsi, Gloria. Aveva essa stessa causato dolore, e si sottraeva alle sue colpe non credendo di doverle emendare. Era un lusso che voleva ma non poteva permettersi.
Perduta e dissolta, la sua dignità non vedeva via d'uscita.
Mi chiedevo come Gloria riuscisse a dormire soffrendo così tanto. Non c'era spazio per la pietà, nel mio animo, verso di lei. Non c'era neanche desiderio di vederla star male. Non c'era assolutamente nulla, e forse era giusto così. Aveva sentito la preoccupazione che tutti avevamo per lei, ma riesco ancora a vederla sorridere per questo. Gloria era caparbia, Gloria era determinata, Gloria era forte. In seguito all'abbattimento del suo obiettivo, Gloria era solo un essere ripiegato su se stesso. Per lei era giunto il momento di affermare i suoi imprescindibili elementi vitali. Ora, doveva farcela da sola.
Quando la sofferenza bussò alla porta di Gloria, assunse in un istante tre diverse sembianze: quella della disperazione, quella dell'afflizione morale, quella del dolore fisico. Si abbatté improvvisamente come un colpo di mannaia, sulla sua mente e sul suo cuore ed in un primo stadio si manifestò in tutta la sua forza invalidando qualsiasi capacità di reazione, di confinamento al di qua dell'umiliazione. Si addensò nei territori più prossimi al cuore, per poi espatriare verso regioni a lui meno limitrofe ma mai fuori le rotte che serravano l'animo nella materialità del corpo. Pur guardando, gli occhi non vedevano niente, e, nel totale disorientamento, fissavano nella mente immagini precise e marchiate a fuoco. In una fase successiva al dilagare del dolore, tutto rientrò e si celò dietro uno sguardo apparentemente placido, mentre l'orgoglio lottava contro l'umiliazione che via via diveniva più sopportabile.
Ma quanto appariva bella, Gloria! Quanto potere le conferiva il dolore! Poteva sembrare fragile colpita da questa inaspettata sofferenza, ma tutte le forze che la sua mente ed il suo corpo chiamavano a raccolta e che lottavano per non emergere, innalzavano Gloria, la ponevano al di sopra di tutto ciò che è controllato e controllabile.
I tornanti della vita espongono al crollo. Dopo il crollo, Gloria era al di sopra di tutto.
Il suo sguardo era perso, ma intenso e vivo di crudo dolore. Le pieghe del suo volto avevano la sottile e sublime purezza di una bellezza diversa.
Gloria soffriva, e per questo, Gloria era bella.
(ED EBBE ANCHE IL CORAGGIO DI AGGIUNGERE QUESTO)