Non c’è due senza tre e sembra stia diventando una consuetudine fra gli artisti, e anche l’attesissimo concerto di Gloria Gaynor a Rimini è saltato per non meglio identificati motivi dovuti all’organizzazione. Tre concerti saltati nel giro di brevissimo tempo imporrebbe un attimo di riflessione e capire se si tratta di bizze degli artisti o effettivamente di organizzazioni fantomatiche o inesperte a cui ci si affida senza opportuni accorgimenti. Di fatto a rimetterci è la serietà e credibilità professionale dell’artista. A nulla spesso valgono infatti le motivazioni portate a giustificazione a posteriori, che di qualunque natura esse siano non possono certo ricadere sul pubblico pagante, nemmeno nel caso di mancato guadagno dell’artista la cui fattispecie andrebbe eventualmente “tutelata” al momento dell’accordo tra management dell’artista e organizzazione, preferibilmente con accordo scritto, stabilendo condizioni e modalità. Le organizzazioni serie non temono di mettere per iscritto gli accordi, la professionalità è indice di garanzia tutto il resto è “corte dei miracoli”. Meglio rinunciare ad un concerto che non dà garanzie che rischiare di rimetterci in credibilità, il pubblico difficilmente perdona…salvo qualche eccezione.
Gloria Gaynor doveva esibirsi a Rimini, il suo concerto era il più atteso del weekend di Ferragosto nel litorale, dopo i Tramps (che hanno invece eseguito regolarmente la loro performance). A un certo punto il presentatore ha annunciato che la “regina” della disco music non sarebbe salita sul palco. La versione rilasciata dalle forze dell’ordine racconta di un cachet non riscosso da parte della cantante, ma la folla delusa (circa 5.000 persone che avevano acquistato biglietti da 23 a 53 euro) ha dato vita ad un protesta che ha richiesto anche l’intervento delle forze dell’ordine e alla fine il pubblico seppure deluso si è dovuto rassegnare ed è tornato a casa. Resta il fatto che Gloria Gaynor in questo caso, a ragione o a torto, ha avuto un comportamento molto poco…”regale”.