Credete di sapere abbastanza sulla poesia? Forse non conoscete le fànfole!
Le fànfole sono originali componimenti, nati dall’inarrestabile fantasia di Fosco Maraini (1912 – 2004), insegnante di lingue e culture orientali, nonché padre della nota scrittrice Dacia Maraini.
Cosa sono, dunque, le fànfole? Sono tutto quello che voi volete che siano! Composte di termini inventati, sembrerebbero prive di senso, eppure assumono il significato suggerito dal loro suono. Sono puro significante. Il significato emerge liberamente dal subconscio del lettore, grazie alla loro evocatività sonora che rimanda a figure, paesaggi e sensazioni.
Il nome stesso “fànfola”, ovviamente, è un’invenzione: fàn – fo – la… Un po’ favola, un po’ fola, di sicuro un po’ fanfarona e forse anche un po’ fandonia. Non trovate?
Sono state definite poesia metasemantica, che va al di là del proprio significato: queste parole sconosciute sono l’ennesima dimostrazione che la poesia può comunicare moltissimo, anche quando apparentemente non sembra dire proprio nulla.
Ecco, qui di seguito, uno dei più celebri componimenti di Fosco Maraini.
Il Lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce
sdilenca un poco e gnagio s’archipatta.
È frusco il Lonfo! È pieno di lupigna
arrafferia malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e ti arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.
Eppure il vecchio Lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa lègica busìa, fa gisbuto;
e quasi quasi in segno di sberdazzi
gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto
t’ alloppa, ti sbernecchia; e tu l’accazzi.
Se le fànfole vi hanno incuriosito, potete divertirvi a fanfoleggiare in prima persona, creando nuovo lessico con il generatore di lonfo-termini.
Buona fanfoleggiata!
Lara Cappellaro
Fosco Maraini, Gnosi delle fanfole, Milano, Baldini Castoldi, 2007