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Godere della terra lasciandola in eredità ai nostri figli

Creato il 21 maggio 2010 da Antoniobruno5
Godere della terra lasciandola in eredità ai nostri figli
Godere della terra lasciandola in eredità ai nostri figli
di Antonio Bruno*
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In Italia più di un milione di persone vanno in campagna per divertimento. E' stata una ricerca Nomisma, condotta in collaborazione con il mensile "Vita in Campagna", che ha fornito una prima valutazione di un fenomeno che sfugge alle statistiche nazionali, ma che risulta estremamente diffuso nelle campagne. Si parte dalla terra ma poi c'è questa voglia di costruirci una casa, e tale estesa ed intensa antropizzazione del paesaggio rurale del Salento leccese ha complicato ed amplificato il problema delle alluvioni.
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Il lavoro nei campi? Nulla di più interessante per più di un milione di persone che vanno nel loro orticello, per lo più piccolo, da 5.000 a 10.000 metri quadrati per ritrovare il contatto con la realtà. Che ci fanno in mezzo alla terra? Seminano e si prendono cura delle piantine sino a che non daranno frutto. Piantano degli alberi dai quali avranno bellissimi fiori che richiameranno le api e che, inevitabilmente, diverranno frutta gustosa e colorata.
Quest'anno c'è stata una ricerca Nomisma, condotta in collaborazione con il mensile "Vita in Campagna" che ha fornito una prima valutazione di un fenomeno che sfugge alle statistiche nazionali, ma che risulta estremamente diffuso nelle campagne.
Ma che, nel Salento leccese, il fenomeno fosse diffuso, lo sanno tutti. Lo sanno le pubbliche amministrazioni che sempre più spesso organizzano corsi di agricoltura che vedono la frequenza di centinaia di persone che si contendono il posto per poter partecipare.
Il primo corso a cui ho preso parte è stato ad Alliste (Le) dove il collega Dottore Agronomo Sergio Falconieri in una sala gremitissima, ha dovuto faticare no poco per dare risposte a più di cento persone che partecipavano attivamente alle lezioni.
Poi la stessa esperienza l'ho vissuta a San Cesario di Lecce che, l'anno scorso, ha visto protagonista il Dottore Agronomo Vincenzo Mello. Il collega ha letteralmente ipnotizzato le centinaia di persone che hanno preso parte al corso di agricoltura. Ho ripreso con la mia digitale tutte le lezioni e devo assicurare che la partecipazione dei presenti era interessata e attiva.
Chi sono i partecipanti?
Ci sono ufficiali e sotto ufficiali di esercito, marina, finanza, carabinieri, polizia, poi bancari, impiegati, commercianti, artigiani tutti accomunati dall'avere un pezzetto di terra in cui passano i loro pomeriggi. E se non ci vanno la pensano. Pensano il loro pezzetto di terra, i lavori che sono rimasti in sospeso, la pietra che vogliono mettere sul muretto che delimita quella tanto preziosa e amata terra.
Il pensiero unisce queste persone al territorio, legate da un cordone che non le lascia mai, da un progetto che vogliono vedere realizzato, quella pianta, quell'albero, quel lavoro che resta da fare.
Ma c'è anche la frutta che portano a casa, gli ortaggi, l'olio per chi ha gli alberi d'olivo. C'è una vita che si svolge nelle campagne del Salento leccese, una vita che vede le persone a contatto con la terra, chinati sulle piante.
Si parte dalla terra ma poi c'è questa voglia di costruirci una casa, ed ecco che dopo poco inizia una costruzione e la casa spunta e con essa il muro di cinta e con questo procedimento tutto sta divenendo una grande e unica città.
La casa in campagna è destinata a rimanere disabitata per gran parte del tempo e, di solito, passata l'euforia dei primi anni dopo la costruzione, nessuno ci mette più piede. Magari qualche San Martino in compagnia degli amici a festeggiare il vino nuovo del Salento leccese, qualche domenica da passare insieme ai parenti. Ma per tutto il tempo che rimane, la casa è li vuota, a fare bella mostra di se.
Esistono essenzialmente due tipi di paesaggio, il paesaggio naturale modellato dagli agenti fisici e il paesaggio antropizzato. Il paesaggio antropizzato, quello in cui la natura è stata trasformata dalla presenza dell’uomo, dalle opere e dai manufatti da lui costruiti per esigenze diverse, si può caratterizzare come paesaggio agrario, paesaggio periurbano e paesaggio urbano.
Le piantagioni, le strade rurali, le case costruite in campagna costituiscono nell’insieme la forma visibile del territorio che noi percepiamo come paesaggio agrario.
Nell'estrema varietà e complessità delle casistiche che si presentano, possono essere riconosciuti caratteri, principi formativi e forme di evoluzione comuni.
È importante riconoscere e descrivere i processi di formazione e di trasformazione della campagna, ma anche comprendere la dialettica degli estesi scambi e delle infinite interrelazioni.
Leggere e decodificare i fenomeni rurali, non può consistere in una semplice neutrale osservazione degli stessi, ma presuppone un contributo attivo, di chi analizza e ricerca le motivazioni di tali fenomeni. Ad esempio l’estesa ed intensa antropizzazione del paesaggio rurale del Salento leccese ha in complicato ed amplificato il problema delle alluvioni. L’estesa impermeabilizzazione di zone sempre più ampie di territorio ha determinato un aumento del volume delle acque di ruscellamento, mentre la realizzazione di numerosi sbarramenti al libero deflusso delle acque verso gli originari punti preferenziali di assorbimento ha frammentato il territorio in minuscoli bacini idrografici ed aumentato la superficie delle aree soggette ad alluvionamento.
Ecco che allora i tanti che possiedono un pezzetto di terra bisogna che la amino anche senza costruirci una casa a tutti i costi, che la amino per quella che è, un pezzetto di pianeta in cui andare a prendere contatto con la realtà, raccogliendo i frutti che lei ti regala, cercando di lasciarla quanto più tranquilla possibile, senza costruirci niente sopra.
Godere della terra lasciandola in eredità ai nostri figli, assaporare i suoi frutti, essere con lei un tutt'uno, una sola cosa, come quando torneremo a lei trovandola accogliente per riposare in lei dopo che ci ha dato di che vivere.
*Dottore Agronomo
Bibliografia
Marco Tarquinio: Ritorno ai campi -Avvenire del 21 maggio 2010
Intervista a Riccardo Barberis - Avvenire del 21 maggio 2010
1° RAPPORTO SULL’HOBBY FARMING IN ITALIA: http://www.eltamiso.it/newsletters/ITALIA%20PAESE%20DI%20HOBBY%20FARMERS.pdf
SALVATORE PORTALURI1, PAOLO SANSO' MORFOLOGIA CARSICA E FENOMENI DI ALLUVIONAMENTO NEL SALENTO LECCESE SUD-ORIENTALE

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