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Godimento dal vivo

Da Danielevecchiotti @danivecchiotti

Godimento dal vivoIn gergo teatrale si chiamano “filate”. Sono quelle prove in cui uno spettacolo viene recitato appunto tutto di fila, senza interruzioni, come se già il pubblico fosse seduto in platea, e non si avessero possibilità di errori. 
Le filate di “Tutto Matto – C’erano una volta gli Anni ‘80” cominciano oggi al Teatro dei Coraggiosi di Pomarance, e il cast è al gran completo.
Attori e musicisti sono pronti a dare il massimo in questi ultimi sette giorni che ci separano dal debutto ufficiale genovese. 
Si canta e si suona dal vivo, nella nostra commedia musicale. 
Si canta, si suona, e si balla per un’ora e mezza. 
Si canta, si suona, si balla e ci si cambia d’abito un abbondante numero di volte, il tutto senza uscire un solo minuto di scena, senza prendere fiato, rimanendo così, in tensione e sotto i riflettori per tutti i novanta minuti dello show. 
«Voglio che sia una vera e propria prova d’attore», mi disse Marco Pasquinucci commissionandomi la drammaturgia dello spettacolo, e io ho pensato fosse giusto accontentarlo. Per questo ho costruito una pièce dai ritmi serratissimi, incalzante e adrenalinica come il periodo storico che racconta. 
Certo… un errore filologico c’è… c’è eccome. Perché, ripensando agli Anni ’80 o rivedendo i video d’epoca, nessuno di noi può fare a meno di legare i cantanti e i performer di allora all’idea di playback e di fasullo in generale. Con il boom delle reti Fininvest, la diretta divenne qualcosa a cui noi italiani perdemmo l’abitudine, e a suon di vedere trasmissioni come Discoring, Festivalbar, Popcorn o anche il Festival di Sanremo finimmo col non scandalizzarci più per il fatto che cantare era diventato sinonimo di muovere le labbra senza emettere suono ma assecondando un nastro registrato. 
Il playback è forse il simbolo più efficace per raccontare quel decennio tutto artefatto, votato prevalentemente all’esteriorità, al completo dominio dell’apparire sull’essere. Non a caso avevamo pensato di includere dentro “Tutto Matto” anche una bella scena di canto fasullo, e in qualche modo l’abbiamo anche fatto, sebbene- è giusto precisarlo – non siano mai i protagonisti della storia in carne ed ossa a fingere, ma i personaggi evocati che attorno a loro ruotano. 
Viene in mente proprio “Playback”, una canzonetta del 1986 di Renzo Arbore (di nuovo lui!) in cui, esaltando con ironia i vantaggi del vivere e suonare per finta come facevano allora i divi dell’Italodisco, giungeva a conclusioni estreme: 
“Playback 
Io voglio fare pure l’amore in playback 
La cosa forse è un poco fint 
Ma almeno lei non resta incint” 

Ecco.. solo in questo noi, il 13 luglio, tradiremo lo spirito degli Anni ’80: non ci sarà nessun playback. 
Certo sentirete molte voci registrate, ma mai quelle di Ilaria Pardini e Marco Pasquinucci. 
E, ve lo prometto, a differenza di quanto auspicava il buon Arbore, il godimento sarà tutto dal vivo.

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