PC
TESTATO SU
PC
Genere: Avventura
Sviluppatore: Deconstructeam
Produttore: Devolver Digital
Distributore: Digitale
Lingua: Inglese
Giocatori: 1
Data di uscita: 24/07/2014
Tensione dominante e scelte di una certa importanza... … Che si scontrano con la frustrazione e l'imprevedibilità di alcune situazioni
La trama è interessante... … Ma a volte si ha la sensazione di aver perso qualcosa
Dal punto di vista tecnico non gli si può rimproverare nulla
Come spesso accade, i giochi indipendenti tentano di percorrere sentieri di sviluppo ancora inesplorati, anche semplicemente affiancandosi in maniera parallela a strade principali calcate da un’infinita di sviluppatori. Gods Will Be Watching ad opera di Deconstructeam, team spagnolo formato da cinque persone, è la dimostrazione di come, anche prendendo spunto dai classici, si possano mescolare le carte in tavola, a tal punto da rendere ancor più elitario e di nicchia un punta-e-clicca pieno zeppo di tensione e scelte (vere) da compiere, che vanno così ad influenzare un’esperienza di gioco tutt’altro che banale o scontata, ma spesso frustrante e snervante. Sul titolo di cui parleremo oggi se ne son lette e dette di ogni, la semplice realtà dei fatti è che i developer hanno osato troppo con un gameplay che non ripaga affatto dello sforzo necessario per portare a termine ognuno dei capitoli di gioco, hanno però cercato di risolvere le cose grazie all’ultima patch rilasciata; motivo per cui noi di Z-Giochi abbiamo ritardato la messa online della recensione.
All’originalità che un progetto come questo non può fare a meno di mostrare, come abbiamo già detto, si correlano tanti aspetti che prendono spunto dal passato, e uno di questi non può che essere The Oregon Trail, applicazione educativa risalente al 1971, tramite cui tre studenti del Carleton College entrarono di fatto nel mondo videoludico commerciale, anche se solo nove anni più tardi. Tra le miriadi di conversioni e nuove elaborazioni che resero ben diversa e graficamente più elaborata quella che da principio era un’avventura testuale, il lavoro portato a termine dai tre sviluppatori fu utilizzato nelle scuole americane, per educare e imparare. Sostanzialmente si trattava di un titolo gestionale nel quale la salute del gruppo, composto da cinque persone, rappresentava la chiave di tutto; al “giocatore” quindi il compito di nutrirli e farli riposare, anche se spesso e volentieri malattie e sfortuna – legata anche ad attacchi di animali velenosi come serpenti – potevano far terminare anzitempo la sessione. Chi giungeva alla fine del percorso con più superstiti riceveva un punteggio più alto, influenzato com’è giusto che sia anche dal grado di difficoltà selezionato, e seppur strutturato in maniera abbastanza differente, Gods Will Be Watching per molti aspetti lo ricorda, entriamo quindi nel dettaglio.
FACILE ESSERE DIO, DIFFICILE ESSERE UOMOIn apertura abbiamo parlato di punta-e-clicca, il genere a cui Gods Will Be Watching tenta di ispirarsi, seppur non la si possa affatto considerare un’avventura grafica. Nessun inventario, nessun enigma o combinazione di oggetti, che vengono invece rimpiazzati dalla gestione del benessere psicofisico del gruppo che nei vari scenari ci circonda. Nessuna morale, nessuno è indispensabile, tutto può cambiare in pochi secondi, perché il bene della squadra viene prima di tutto, non l’interesse del singolo. Sostanzialmente, Gods Will Be Watching diventa un titolo strategico/gestionale travestito da punta-e-clicca, che invoglia il giocatore a comprendere bene i meccanismi che governano le variabili di gioco, mostrandosi spesso e volentieri per quello che è: un titolo che fa del classico trial and error una ragione di esistenza, rivelandosi per questo frustrante e snervante, anche data la lunghezza tutt’altro che limitata di alcune situazioni, o della presenza di variabili non controllabili dal giocatore (come nel secondo capitolo di gioco) che potranno essere risolte solo con un bel po’ di fortuna. Un gameplay difficile da digerire, adatto a pochissimi e pazienti videogiocatori, che proprio in queste ultime settimane ha fatto discutere molto e diviso i pareri di critica e pubblico.
La trama attorno cui si sviluppa l’esperienza di gioco è piuttosto semplice, ma non priva di qualche sorpresa. Si racconta la storia di due agenti infiltrati in un gruppo rivoluzionario (Xenolifer) durante la lotta contro l’Hollistic Empire, un impero totalitario. Gli scenari sono vari, così come lo sono le situazioni di gioco: hacking, controllo e gestione ostaggi, torture, test contro virus letali. E, tra tutto questo, minacce, percosse, calci in faccia, cavie, gambizzazioni e morti, sì perché Gods Will Be Watching è un titolo che non si tira indietro, che ci sbatte in faccia forti dosi di violenza, perlopiù dandocene il più totale controllo attraverso scelte da compiere tramite le opzioni di dialogo/scelta disponibili. È attraverso queste che il videogioco di Deconstructeam diventa interessante, e per lo stesso motivo smette di esserlo; vediamo di spiegarci meglio. Ogni scelta si lega ad una o più conseguenze, il che significa che prima di arrivare alla risoluzione dello stage andranno portati a termine più e più tentativi (da qui il trial and error di cui parlavamo poc’anzi), quindi se da un lato si è intrigati dal fatto di trovarsi dinnanzi ad un gioco diverso dal solito, dall’altro ci si infrange contro la spessa barriera formata da un gameplay tutt’altro che scontato o immediato, pieno di variabili da conoscere e decifrare al meglio, e che spesso si affida alla casualità, al classico “colpo di fortuna”. Un dipanarsi di storia ed eventi che a lungo andare stanca e innervosisce, che non consente alla trama di assumere il ruolo di assoluto protagonista – come meriterebbe – proprio perché si è costretti a riprovare e riprovare, ad accumulare fallimenti su fallimenti prima di giungere alla conclusione di uno dei capitoli; problema che finisce per rendere spezzettata e poco fluida la parte narrativa, buona in generale, ma non così tanto da impedirvi di abbandonare, col più classico dei rage quit, l’applicazione. C’è anche l’altro risvolto della medaglia però, quello che ci consente di cogliere il senso di tensione in ogni scenario, che ci permette di saggiare quanto in realtà tutto il titolo sia cupo e brillante nel “consegnare” all’acquirente un sistema di gioco tutt’altro che semplicistico, pieno zeppo di variabili e segnali da interpretare; proprio questi fanno la differenza tra la vita e la morte, tra il successo e l’insuccesso, tra l’apprezzamento e l’odio nei confronti di Gods Will Be Watching.
Tuttavia, il rilascio dell’aggiornamento “Mercy” ha drasticamente abbassato la difficoltà del gioco. Da due livelli di difficoltà (‘Originale’ e ‘Easy’, punitivi ed entrambi frustranti) si è arrivati ad averne una manciata di nuove, idonee per tutti coloro che vogliono limitare i momenti frustranti, quell’altrimenti onnipresente trial and error, per arrivare più facilmente alla conclusione della storia. Ciò ci ha portati a rivedere le nostre considerazioni sul videogioco in questione e nel constatare che ai livelli di difficoltà meno stressanti il titolo di Deconstructeam si fa più piacevole, segno che qualcosa nelle fasi di sviluppo, nel concept iniziale decisamente hardcore, non ha funzionato a dovere. Ma è sempre meglio rimediare in corso d’opera, e celermente, che non farlo.
La tensione e l’ansia di cui sopra vengono esaltate anche dal punto di vista grafico, grazie ad una pixel art realizzata in maniera splendida; gli scenari son sempre piuttosto ristretti, ma la maestria con cui ogni colore, personaggio e oggetto sono stati realizzati stupiscono, anche perché con un comparto grafico tutto pixelloso Deconstructeam è riuscita ad esaltare ogni azione e scena cruenta, e questo non è cosa da poco. Non da meno il comparto sonoro, anche se la localizzazione in inglese potrebbe creare qualche grattacapo a chi non mastica bene la lingua; difficile che il gioco venga tradotto anche nel nostro idioma, ma probabilmente nei prossimi mesi ci penserà qualche traduzione amatoriale a mettere a posto le cose.
IN CONCLUSIONEDeconstructeam nasce con lo scopo di creare qualcosa di nuovo, originale, anche soltanto utilizzando quanto di buono sia stato prodotto in passato, rimescolando meccaniche e routine tipiche di un genere che i veri appassionati del gaming non hanno mai dimenticato: i punta-e-clicca. Gods Will Be Watching in parte può esser così riassunto, sfruttando peculiarità tipiche del genere di appartenenza, come la pixel art e le opzioni di dialogo, ma fornendo a chi è dall'altra parte dello schermo qualcosa di nuovo e di originale. Ogni scelta ha una conseguenza, per questo andranno organizzate al meglio le proprie mosse, che influiranno nel successo o nell'insuccesso della nostra missione. In un certo senso, lo sviluppatore ha “lavorato” sulla mente del videogiocatore di turno, come mai impegnato nello studiare la sua prossima mossa, affidandogli ardue scelte, spesso cruente e spietate, cercando di far emergere il lato brutale e violento presente in ogni essere umano. Le decisioni da prendere si fanno via via sempre più difficili, anche se qualcosa a livello di trama va via via perdendosi, vittima di un sistema di gioco estremamente punitivo ai livelli di difficoltà 'Originale' ed 'Easy' e che tutto fa, tranne che divertire. È questo il più grande difetto di Gods Will Be Watching, la difficoltà esagerata – o almeno lo era – finché lo sviluppatore ha rilasciato, poche ore fa tra l'altro, l'update “Mercy” che addolcisce fortemente la brutalità con la quale Gods Will Be Watching superava il confine già di per sé labile tra il giusto ed indicato grado di sfida e la frustrazione spicciola. Grazie a questi update alcuni passaggi legati al solo “fattore fortuna” ora appaiono meno duri e frustranti da superare, motivo per cui abbiamo rivalutato e rigiocato il titolo daccapo; un videogioco che fino a pochi giorni fa avrebbe accontentato pochissimi e scontentato i più, oggi potrebbe aprirsi a più appassionati del gaming, e questo non è affatto un male. Il prezzo inferiore ai dieci euro potrebbe essere già un buon punto di partenza per inserirlo nella vostra libreria Steam o GOG.com (su quest'ultima potrete approfittare anche del favorevole cambio euro/dollaro), ma sappiate che giocarlo ai livelli di difficoltà meno permissivi potrebbe portarvi ad un esaurimento nervoso. E, a conti fatti, potrebbe proprio non valerne la pena. ZVOTO 7