Ricordo che Ligabue cantava che "gli occhi del bambino, quelli non li danno proprio indietro mai". Beh, caro Lucianino, devo dissentire un attimo perché non è verissima come cosa. O almeno, non lo è in maniera assoluta. Perché basta un film sulla lucertola più influente della cultura pop per far fiondare al cinema delle belle orde di ventenni arrapati da un dinosauro in CG. Un dinosauro che è grande tre volte quello che è stato il Godzilla di Roland Emmerich, classe 1998, quindi potete capire che sogni perversi mi sono fatto in merito. Ma il fatto non è che gli occhi del bambino non si perdono., è che mentalmente non si è mai cresciuti. O almeno, si è in grado di regredire in maniera allucinante quando è necessario, anche se il vedere quanti miei coetanei spammano si Facebook status sui Pokémon mi fa intuire che per la mia generazione non c'è speranza. E non parlo di quelli che magari si fanno la partitella una tantum per scacciare la noia, ma di quelli che non pensano ad altro dalla mattina alla sera - e lì sì che inizio a provare un certo disagio per loro ed a percepirli come dei disadattati alternativi. Che per carità, pure io attendevo questo film, che in fin dei conti è una cagatella per bambini, ma non è che vivo solo di queste cose. Credo...
I test nucleari svolti nell'Oceano Pacifico nel 1954 risvegliano una gigantesca creatura delle profondità marine, Gojira. La marina militare riesce inizialmente a sconfiggerla grazie a un'esplosione atomica (che viene spacciata come un ulteriore test), facendolo ritornare nelle profondità degli abissi, ma quando verrà svegliato il terribile essere conosciuto col nome di Mudo, sarà costretto a riemergere per affrontarlo sulla terra ferma. E saranno cazzi per tutti...
Inizialmente girato col falso titolo di Nautilus per non attirare troppe attenzioni all'interno degli studios, questo giocattolone da centosessanta milioni di dollari da finalmente la risposta definitiva che milioni di fan attendevano: sì, ci saranno più mostri in questo film. Tre, per l'esattezza, un Gojira e due Mudo, cosa che a saperlo gli ormoni mi stavano esplodendo. Eppure c'è qual strano in questa creatura del regista Gareth Edwards, c'è qualcosa di strano che finisce per far storcere il naso che manco Nicole Kidman in Vita da strega, per dire. C'è qualcosa di strano in quello che dovrebbe essere un film semplice nato per accontentare delle menti semplici come quella di chi scrive e dei suoi amici sfigati. Fondamentalmente, diciamo che in questo film c'è troppa storia. E lo dico proprio che mi lamento ogni volta di quanto tal film sia sceneggiato di merda, di come la trama sia risibile e di quanto facciano cagare certi passaggi fin troppo semplicistici. Ma ricordo, è un film di Godzilla. Che tolto il capostipite di Honda girato sessant'anni fa - dove lì l'intento di denunciare un certo uso dell'energia nucleare a meno di una decade dall'esplosione di Hiroshima e Nahasaki era palese - non sono mai stati indicativi di un cinema di qualità. Semplicemente, erano cagatelle per bambini (e infatti col tempo Godzilla è diventato addirittura un mostro buono) e come tale mi ero diretto al cinema per vedere questo film. Ma fin dall'inizio le cose hanno cominciato ad andare molto male. Un alone di serietà eccessivo e decisamente fuori luogo era preponderante, troppe spiegazioni scientifiche dove non erano richiesto, in scene nelle quali sarebbe bastato una scazzottata fra titani per risolvere tutto, e con un modo di raccontare il tutto stanco e quasi annoiato. Ma cosa poteva venire fuori in un film americano tratto da un personaggio della cultura pop giapponese che veniva diretto da un inglese? I più grandi snodi di tutte le guerre del mondo erano attivi, pronti ad annunciare la catastrofe che sarebbe seguita. E il rimando a Pacific rim, il capolavoro robotico di Del Toro, è immediato, perché tutto quello che manca in questo film lì e presente, e trasforma quella che a conti fatti è una pellicola da quattro soldi in un capolavoro. C'è ironia, c'è una sospensione dell'incredulità portata alle stelle, ci sono combattimenti epici e tamarri al tempo stesso, una grafica registica davvero eccezionale ma, soprattutto, un'ironia onnipresente che alleggerisce ogni singolo momento tanto da far risultare credibile ogni passaggio. Perché se dei mostri iniziano ad attaccare la terra qual è la mossa più saggia e immediata da fare? Ma ovviamente costruire robottoni da trenta piani per affrontarli! Qui invece si sceglie una parvenza di logica del tutto non richiesta, non si ride mai e tutti i combattimenti sono censurati da delle scelte di regia davvero incomprensibili. La bestiona fa il suo scontro solo negli ultimi minuti di film, ma dura troppo poco e non riesce a dare quella carica che ci si aspetterebbe, tanto che si ha come l'impressione che tutto quello che si p visto prima sia costituito dal nulla più assoluto. E fa davvero piangere il cuore il dover vedere degli attoroni come Brian Cranston, Ken Watanabe e Juliette Binoche interpretare dei personaggi così insulsi e sciatti. Ma non è che i protagonisti brillino, hanno il carisma di un branzino sottosale e la simpatia del classico truzzo che pensa di saperla più lunga di tutti. Ma soprattutto non c'è passione, tutto sembra fatto come se fosse normale amministrazione... e si sa di come alle volti basti quella per riuscire a rendere meritevole anche il progetto o la storia meno interessante.Di certo meglio di un calcio in culo, ma in alcuni momenti ho quasi sentito la mancanza della versione di Roland Emmerich. Giuro, non sto scherzando...Voto: ★★